ADDIO
A CANDELMO, IL CACCIATORE DI
MEMORIA
di Andrea Massaro
La scomparsa di Adamo
Candelmo, avvenuta la notte scorsa nella quiete della sua casa, lascia
una sincera e commossa nota di tristezza per quanti, e in Avellino sono
in tanti, hanno avuto l’opportunità di conoscerlo. Portatore di un
notevole bagaglio di vita vissuta a lungo ha, infatti, attraversato
molti decenni del Novecento e altri due interi decenni del nuovo
Millennio, facendo tesoro di varie esperienze che la lunga e feconda
vita gli ha riservato. Negli ultimi anni, lasciato il Comune di
Avellino, presso il quale ha lavorato per una vita, si era messo a
disposizione delle varie Associazioni culturali presenti all’interno
del Palazzo della Cultura “Victor Hugo” offrendo, quotidianamente, la
sua preziosa collaborazione. Di buon mattino lo storico portone di
Piazza XXIII novembre si apriva prima dell’arrivo degli altri
operatori. In questo edificio si è consumato, per svariati anni, un
singolare rito che vedeva una sparuta brigata di appassionati cultori
di memorie civiche tratteggiare fatti e avvenimenti che avevano al loro
centro una città: Avellino. E l’amico Adamo Candelmo di questa città ne
conosceva, per esperienza di vita diretta e per studi effettuati, gran
parte e variamente inedita. Ha raccontato delle manifestazioni avvenute
nel capoluogo durante il Ventennio, ha sperimentato le sofferenze della
guerra e i disagi del dopoguerra, fino a ripercorrere i decenni del
cambiamento, quando Avellino cambiava il suo aspetto durante il boom
economico degli anni ’60 del secolo scorso. Le sue conoscenze dei
luoghi e degli angoli remoti della città sono stati preziosi per la
ricostruzione del dopo terremoto. A questi personali doni sono stati
accoppiati la continua lettura di libri, saggi, letture disvelatrici di
un passato arricchito da un prezioso e esclusivo corredo iconografico,
rappresentato da un vasto e cospicuo patrimonio di antiche e recenti
fotografie che ritraggono secoli di storia della nostra città. Sarebbe
opportuno che tale materiale rimanesse ora patrimonio della civica
comunità. Volenteroso autodidatta, le sue conoscenze sono state
divulgate molte volte sulle pagine dei giornali, specialmente su queste
pagine, ove si è prodigato nel dare consigli e suggerimenti, da vero
esperto, in alcune iniziative, come ad esempio, sulla ripresa del
mercato cittadino, inderogabile necessità per commercianti e
acquirenti. Ha fatto tesoro del lungo lavoro prestato presso l’Ufficio
Tecnico comunale, a fianco di valenti tecnici che si sono alternati al
terzo piano di Palazzo de Peruta, a cominciare dall’Ing. Alberto
Colarusso e, poi, Oscar Pesiri, Luigi Masi e i numerosi tecnici
che hanno contribuito nel portare avanti i lavori pubblici. Ha avuto il
privilegio di prestare la sua assistenza di conoscenza alle personalità
più eminenti chiamate in Avellino per redigere Piani Regolatori, Piani
urbanistici, piani di zona, come il Prof. Marcello Petrignani e poi
Cagnardi, Zevi ed altri ancora. Singolare il suo apporto prestato per
il restauro della Torre dell’Orologio. I tecnici incaricati per
l’intervento alla storica Torre, l’Arch. Paolo Mascilli Migliorini,
della Soprintendenza ai Beni Culturali e L’Ing. Vincenzo Caprioli, del
Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania avevano bisogno di
particolari grafici e altro ancora per il loro intervento. Ecco il
volenteroso Adamo che riesce a reperire dei documenti e delle immagini
che si mostrarono determinanti per il buon esito del restauro. E sempre
per la famosa Torre, un altro prezioso assist lo offrì il buon Candelmo
nell’indicare una sconosciuta cava situata nei pressi di Bellizzi ove
fu recuperato il materiale tufaceo necessario a riprodurre la sommità
dell’antico manufatto. Sempre presente in convegni e manifestazioni
culturali si è costantemente interessato della sua città che ha
tanto amato con innocente passione, tanto da rimanere una vera icona di
semplicità e umiltà, qualità che esaltano il suo nome che rimane
scolpito nella memoria dei benemeriti avellinesi. Vivissime e sentite
condoglianze al figlio Ciro e alla famiglia dall’intera Redazione del
“Quotidiano” e particolarmente dal
sottoscritto.
da: “IL QUOTIDIANO DEL SUD” 28 ottobre 2020