Due amici figli di due amici: uno autista e l’altro fattorino dell’ex ASITA

Lezione del 10/09/2012

 

Strano … mi torna in mente la mia prima lezione in una quinta il dieci settembre di qualche anno fa … prendendo un disegno fatto male alla lavagna che doveva rappresentare una circonferenza, ma che assomigliava più ad un pallone rattoppato ho esordito incominciando a raccontare: “ricordo di un ragazzo che un tempo aveva tredici anni – la mia stessa età –, che giocavamo insieme sempre a pallone e che era l’anno 1968 … ricordo che io – anche se difensore – spesso mi allungavo con palla al piede sul lato destro del campo e mi sembrava di avere nelle gambe le ali per volare … uguale questo mio amico correva al centro del campo verso la porta avversaria ed anche lui sembrava avere le ali per volare … in perfetta sintonia il mio cross partiva puntuale verso la sua testa … lui si innalzava al di sopra di tutti ed era subito goal … ricordo che quel tentativo di volare era uno dei sogni più belli … c’era una sorta di cambiare qualcosa con la cosa più semplice che avevamo: il gioco … ci conoscevamo da quando avevamo cinque anni e siamo sempre stati insieme fino all’età di venti anni … ricordo che frequentavamo gli stessi bar … le stesse strade … le stesse ragazze … e sapete quale era la cosa più importante per noi? … parlare … parlare … parlare … di tutto … dalla famiglia … agli amici … dal presente … al futuro … dai sogni … alla realtà.

Ricordo che poi le rispettive mogli ci hanno permesso poco rispetto al nostro modo di essere amici … speciale … difficile e complicato da capire … però noi ci siamo sempre sentiti nel tempo – a telefono, qualche incontro casuale, qualche ricorrenza particolare – e in pochissimo tempo ci raccontavamo di tutto e di più e sembrava che ci fossimo visti ogni giorno … sapevamo che ogni tanto il pensiero dell’uno era per l’altro … e a volte questo pensarsi coincideva …”

 Poi ho concluso dicendo: “scusate ragazzi questo mio sfogo, ma io qui sono di casa … sono nato nel palazzo dietro questa scuola … palazzo Magnotti, quello che  attualmente è in rosa … sento la nostalgia dei tempi andati … comunque, grazie per la vostra attenzione, ma questa non è matematica e un’altra cosa … forse vi ho annoiato troppo con l’<<Amicizia>> …” intervento corale, ma soprattutto di un gruppetto di ragazzi nelle ultime file: “raccontate i ricordi” ed io “no! Non si può e non accadrà più … oggi è stato semplicemente il primo giorno di scuola!”

Alberto Melillo

 

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