Oramai nella
mia piccola Avellino, amano fare cantieri enormi, scavare mastodontici buchi nel
sottosuolo, che poi si riflettono tali e quali anche nelle voci di bilancio.
Quindi si trova poco spazio e poco tempo per riportare alla gloria, monumenti
che caratterizzano quei pezzi di storia orami dimenticata da quei tanti
...frettolosi passanti che vivono la cosa con sufficiente indifferenza, magari
perché pensano che ci sono cose più importanti a cui badare, quindi visto che la
storia non porta pane, allora perché non la radiamo definitivamente a zero,
quella nostra storia? E magari al suo posto, perché non ci mettiamo una bella
fabbrica?
Ovviamente, seguendo la mia provocazione arriviamo ad una conclusione
sconcertante. Perché a soli quaranta Km circa da Avellino, giace fra i fiumi
Sabato e Calore la città di Benevento, che ci insegna da vicino, che di storia
si può vivere, solo se si investe in cultura teatro e ripristino di beni storici
e architettonici. Infatti i nostri cugini sanniti, non hanno mai avuto bisogno
della grande fabbrica per vivere nel loro quotidiano. E ci mostrano tutta
l'inefficienza del modello industriale oramai in declino che ha foraggiato
schiere di automi inconsapevoli, insensibili alla cultura, e poco inclini a
rispettare la loro storia.
Allora voglio concludere in positivo, è necessario incoraggiare tutti coloro che
si occupano di storia e di cultura, perché ad Avellino esistono circoli e
associazioni culturali, però non sono coordinati fra loro e di solito non sono
conosciuti dalle grandi masse. Quindi, se nessuno fa vivere la nostra storia,
piano piano morirà. E allora per impedire tutto questo è necessario un impegno
politico chiaro e interessato, che porti per strada quanto celato e nascosto nei
circoli di Avellino, e se nei circoli si cela l'alone del mistero che ha voluto
Avellino capoluogo, allora ben venga anche quello, con tutta la schiera di
curiosi che ne deriva. Spero in una rinascita possibile, se siamo in tanti
Avellino risorge.
Isaac Luongo