Hotel- Covid.
Di Andrea Massaro
E' questa la
nuova possibilit che si presenta per attenuare le forti pressioni che si hanno
sugli ospedali. Si pensa di dotare ogni provincia di un luogo contumaciale per
curare i contagiati meno gravi. L'iniziativa evoca altri luoghi di cura delle
passate epidemie, quali i Lazzaretti di manzoniana memoria. La citt di
Avellino ha avuto tra le sue strutture vari lazzaretti in epoche diverse.
L'ultima, in ordine di tempo, richiama la terribile influenza, la
"spagnola", che lasci sul terreno 50 milioni di vittime e che
infuri negli anni 1918-20. In quella circostanza il Lazzaretto avellinese fu attivato
in localit S. Spirito, non lontano dal Parco Manganelli. Tra i clinici che
operarono si ricordano, tra gli altri, il dott. Carmine Barone, gi sindaco di
Avellino, l'ufficiale sanitario Vito de Joanna e il
medico Annibale De Stefano, di Grottolella. A contagio concluso, dopo vari
anni, il Lazzaretto fu messo all'asta dal Commissario Corradi, assieme al
Teatro e altri beni per ripianare il disastroso bilancio comunale degli anni
'20 del secolo scorso. Un altro Lazzaretto fu attivo tra il 1883-84 tra il
Convento dei Cappuccini e la Scuola Agraria per la contagiosa epidemia di
colera.
Da alcuni
anni il vecchio Ospedale "Maffucci" stato citato come valido
presidio per venire incontro alla reale urgenza che la pandemia impone. I vari
balbettii espressi sulla opportunit di utilizzo della struttura inducono, come
al solito, a rivolgersi al mercato speculativo per i fantomatici Hotel Covid.