CARISSIMO FRANCO, RISPONDO AL TUO APPELLO CON UN BRANO TRATTO DA “LE CONSEGUENZE DEL PIACERE”, DOCUMENTO DEL CONGRESSO NAZIONALE DI SLOW FOOD ITALIA – ABANO TERME 14-16 MAGGIO 2010.
TI ABBRACCIO.
LUCIO NAPODANO Fiduciario Slow Food Avellino
 
«Il mondo è pieno di significati abbandonati».
Don De Lillo, Rumore bianco, Einaudi
 
In una società che non si pone problemi a sprecare il cibo o le cose è facile che si
sprechino con leggerezza anche i saperi, le tradizioni, gli elementi che definiscono
le identità per via della loro diversità. L’idea di vecchio è associata a quella di
inadeguato, e non ci si fa tanti scrupoli a dimenticare indiscriminatamente, come si
dimentica un prodotto usa-e-getta finito nella spazzatura, il cibo superfluo che si butta
via, un mobile un po’ usurato, un monumento e, tristemente, anche le persone anziane.
La memoria locale, quella delle comunità, è la prima a svanire: quella riferita alla storia di un luogo,
delle sue persone, e ai saperi tradizionali, comprese le lingue e i dialetti. Conservare
la memoria locale dovrebbe essere invece un compito prioritario per la comunità
stessa; un compito non soltanto decisamente compatibile con il normale lavoro quotidiano
– fatto di relazioni sociali e interazioni con il luogo – ma in grado di accrescere di
significato e importanza tutte le azioni che mirano a preservare, consolidare, fare evolvere
il benessere. La comunità dovrebbe predisporre gli strumenti per lo studio e la conservazione della memoria locale, e agire in ottica futura
sempre conscia del proprio passato e bagaglio culturale.
Dimenticare significa perdere in identità e creatività, perdere la capacità di riappropriarci delle nostre vite e dei luoghi
che abitiamo di fronte al diluvio omologante – e senza memoria – del consumismo.
La difesa della memoria locale è tra le nostre priorità perché è funzionale a molta parte
del nostro lavoro su cibo, attività produttive del territorio e pratica di una sana convivialità.
Si tratta di un’operazione coerente con il nostro messaggio, perché non si può conoscere
la grande storia senza conoscere quella del territorio in cui si vive: in poche parole non si fa
economia locale se non si ha memoria locale.

Privacy policy