Altre lettere qui

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La lettera sulla foto è di Paolo Barletta

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Cari Bartoli, Festa, Spagnuolo, Cammino, Carullo, Montefusco,
mia cugina Maria Luisa Iacuzio Cianelli mi ha ha raccontato di avervi prestato un po' di foto della nostra famiglia: lei è la figlia di Vincenzo, fratello di Filomena, mia madre, e di Linda.
Mia madre è ancora viva, anche se sta molto male, ha avuto da poco una broncopolmonite e ha problemi di cuore. So che a giorni forse verrà sul sito, tra le ragazze di Avellino. 'E nata nel 1913, a Pietramelara, dove nostro nonno Francesco in quel periodo prestava servizio come carabiniere. La famiglia di mio nonno materno è di Forino, ho ancora un piccolo castagneto lì.
Io abito a Roma, insegno Italiano e Storia, ma ad Avellino ho ancora parenti che mi sono molto cari e spesso ci torno.
Quest'estate ho fatto qualche ricerca all'Archivio storico di Avellino, anche per ricostruire la storia della famiglia di mio padre, I Barbieri: mi si sono confermati alcuni ricordi che avevo raccolto, senza molta attenzione in realtà, dalle Storie che ci arrivavano. Anche dagli zii, molti dei quali grandi raccontatori, molti gli insegnanti, come zia Elena, che ho trovato sul vostro sito, so che molti la ricordano; così zia Linda, la sorella di mia madre, che chiamarono a insegnare mentre ancora era al Liceo; o zia Rita Pescatore, la madre di Maria Luisa, la moglie di zio Vincenzo, il fratello di mia madre. Ma a raccontarmi sono stati tutti....
Mio nonno paterno era Carmine Barbieri (Avellino  30.9.1861- Av. 27-7-1938); sua madre, rimasta vedova a 35 anni, si era risposata e Carmine se n'era andato a Napoli a fare il militare, e lì aveva imparato il mestiere di orafo. Metterà una gioielleria allo Stretto, in via Nappi, che però prima della guerra finì col chiudere: Aveva sposato Fiorentina Napoletano (Avellino 2.11.1869- 6.10.1943), di una dinastia di caffettieri, il fratello Giovanni era il proprietario del  bar Roma a piazza della Libertà. Al nonno piaceva comporre acrostici e versi nelle occasioni di feste, ricorrenze di sua moglie e dei figli....Ho un libricino molto carino, scritto di suo pugno, perchè scriveva in una minuziosa  scrittura calligrafica.
Carmine e Fiorentina hanno avuto 8 figli: Marianna (detta Nina), Maria, Elena, Giuseppina (Geppina), Giuseppe, (Peppino), mio padre, Raffaele, Carlo, Guido. Sono morti tutti. Ultimamente sono stata ad A. perchè a zio Carlo, giornalista e anche lui narratore instancabile, hanno intitolato una strada molto graziosa.
Così se vi piacciono queste storie e se al vostro archivio servono altri tipi di foto .... io ne ho tante di famiglia e non, le vecchie ci ho messo tre anni a metterle in ordine: - mio padre, che aveva l'hobby delle foto, ha viaggiato molto per lavoro, - era ufficiale dell'Aereonatica e si occupava di impianti elettrici di bordo; lui ha portato ad Avellino la prima radio, una radio a galeno che aveva costruito lui: ancora ne ho i pezzi. Mio nonno invitò a casa tutti a per ascoltarla ...dicono che ci fosse la fila....... e un vecchio zio gli si avvicinò e sibilando, gli chiese  dove avessero nascosto quello che faceva uscire la voce da quella scatola....
Il sito è molto bello.... complimenti. Con affetto
                                                                                 Fiorentina Barbieri, ma generalmente mi chiamano Fiorella o Fiore
 

 

 

il sig. Genovino ha ampiamente illustrato nella sua lettera la storia che ha portato alla realizzazione della stele in piazza del popolo in memoria delle vittime dei bombardamenti del 43'. Ha però  dimenticato una cosa molto importante: l'ideatore e autore dell'opera, che è il compianto prof scultore DOMENICO STASI, già direttore della scuola d'arte di Avellino nonché autore in Avellino del trono e altare maggiore della chiesa del rosario in Cso V. Emanuele, oltre a tutta la via crucis in bozzetto che adorna le navate della stessa chiesa. Vorrei altresì evidenziare che alla inaugurazione della stele nel 1958 oltre alle persone citate dal sig. Genovino erano presenti l'allora vescovo di Avellino Pedicini nonché il ministro ai beni culturali e sottosegretario di stato on IERVOLINO, madre dell'attuale sindaco di Napoli Era una precisazione doverosa per un artista che ha dato tanto alla città di Avellino e che in cambio non ha ricevuto neanche una citazione o una lapide stradale a ricordo. Voglio altresì evidenziare che lo scultore STASI DOMENICO,  a seguito di quei tragici bombardamenti, perse una propria figlia ANNA  di soli quattro anni.

Grazie e buon lavoro.

Luigi MANFRA genero del  prof Stasi Domenico.

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Cari amici, non pensate che ho scambiato questo sito per una casella postale, ma devo dei ringraziamenti al Sig. Luigi Manfra per la sua precisazioni in merito al Monumento alle Vittime dei bombardamenti del Settembre 1943 ricordandomi che l’autore del bassorilievo  fu il Prof. Domenico Stasi. Oltre che ringraziarlo per la sua segnalazione, desidero rilevare che non si è trattato di una dimenticanza o di altro. Solo che fra il materiale che ho consultato non ho trovato alcun riferimento al Prof. Stasi quale autore del bassorilievo del Monumento. Mi ero già posto, a suo tempo, il quesito circa l’autore dell’opera ma non ho  trovato alcuna valida indicazione  (forse perché il Prof. Stasi venne scelto dal Comune di Avellino per realizzare l’opera d’arte?). Mi fa quindi piacere poter aggiungere un’importante tassello alla documentazione in mio possesso.  Comunque nella stesura del documento il mio intendimento era la  ricostruzione dei fatti e dell’impegno profuso da chi si prodigò per la realizzazione del Monumento, ricordando come si giunse alla sua realizzazione  e rievocando i fatti e gli attori principali degli stessi.... Vi ringrazio per l’ospitalità e per quanto in sito mi sta dando in termini di ricordi  sia dei luoghi sia delle persone che non rivedevo da decenni. Enzo Genovino

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Caro Prof. Festa ,

come anticipato nella mia ultima mail le invio delle foto riguardanti il corpo dei Vigili Urbani di Avellino ,che ho recuperato dall'album fotografico di mio Nonno ,il fu Maresciallo Domenico Testa , gelosamente ( per fortuna ) conservato da mio zio Pino che nutre la mia stessa passione per i ricordi di famiglia . A proposito dei ricordi vorrei rubarle un minuto per sottoporle un mia riflessione . Professò' ......ma questo utilizzo smodato ( o modaiolo??!!) dell' ipertecnologico , dell'usa e getta ,non è che ci sta rubando anche i ricordi ? E mi spiego meglio .Nell'era "antidiluviana" della pellicole ,dietro una fotografia c'era una emozione . Emozione per chi ne era l 'autore ,il fotografo , e per chi ne era ritratto , il fotografato. C'era la voglia che il quel semplice click , adesso e subito ,ci fosse l'eternità , il perpetuarsi di quel momento.... appunto , il ricordo.

Foto fatte si per il gusto di farle ,ma poi riposte negli album ,gelosamente conservate nei cassetti ,affinché il ricordo poi non riguardasse solo noi che eravamo ritratti ,ma si tramandasse ai nostri figli ,ai nostri nipoti ,insomma quelli che vengono definiti con quella brutta parola : i posteri. Chi di noi non ricorda il sottile piacere, quell'emozione nel ritrovare in un cassetto una vecchia foto dei nostri nonni ,dei nostri genitori ,dello zio così simpatico o di noi stessi con qualche ruga in meno ??

Appunto.... le foto erano fatte per poi essere conservate . E il supporto utilizzato , la carta fotografica , era fatta perchè ciò avvenisse . Ora come la mettiamo con le foto fatte con il telefonino o con le macchine digitali ? Quale perpetuazione del ricordo può avere una cosa che può essere cancellata con un semplice "annulla" o 

" elimina " ??

Sia chiaro , non sto demonizzando la tecnologia , e sarebbe un assurdo dato che la sto utilizzando in questo momento e senza la quale anche questa bellissima iniziativa non sarebbe esistita, ma sono contro l'utilizzo "non cosciente"della stessa. Professo' , io sicuramente non sarò stato in grado di esprimere ciò che pensavo ma , in parole povere , ho paura che l'utilizzo non corretto delle moderne tecnologie possa rubare i ricordi di intere generazioni. E voglio dirle che in una foto che ritraeva mio nonno da giovane ho rivisto l'immagine di mio figlio diciassettenne . E scusate le chiacchiere..........

Cari saluti

Stefano Testa

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Buongiorno a voi tutti,

sono Brunella del Sorbo, figlia di Bruno (di Carmine e Filomena). E' con immensa gioia che visito le pagine del vostro sito:luoghi, persone, fatti che mi fanno

rivivere le emozioni di essere AVELLINESE. Purtroppo, non posso negare il dispiacere, soprattutto leggendo le varie lettere, che provo nell'apprendere quanti

AVELLINESI come me hanno dovuto lasciare la propria terra in cerca di lavoro altrove(nel migliore dei casi al nord).Non per mancanza di volontà(io ho studiato

fino alla laurea) ma perché, purtroppo, noi AVELLINESI non siamo riusciti a custodire quell' equilibrio che da sempre aveva permesso a generazioni di vivere

serenamente nella nostra città. Ci siamo lasciati influenzare ed attanagliare da tentacoli che stanno distruggendo il nostro territorio:un esempio è lo scempio legato ai rifiuti(ma quando mai Avellino era stata ricoperta dal pattume; nei miei ricordi, ho 35 anni, c'è Napoli ridotta in questo modo ma mai Avellino).Io ormai vivo a Bologna da 7 anni, ho qui la mia famiglia e difficilmente riuscirò a tornare ad Avellino, ma un invito accorato che faccio a tutti voi è di riprendervi la città(dove sono finiti i

commercianti storici del Corso?), di non sacrificare tutto quello che i nostri antenati hanno costruito con immensi sacrifici, costruiamo e manteniamo attive e

libere le infrastrutture, educhiamo i nostri figli al senso civico, all'amore per la propria città.

Avrei una proposta: sarebbe bello poter vedere come le famiglie inserite nel sito si sono evolute, magari anche con una sola foto. Infatti io ho dei cugini che

neanche conosco proprio perché residenti in città diverse.

Grazie per le emozioni!

Brunella del Sorbo

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Ho letto la lettera di Antonio Chen e non lo ricordo affatto.Però ho bene in mente il padre.Per tutti noi che abitavamo in piazza negli anni '50,ma anche per buona parte degli avellinesi,era semplicemente 'o cinese . Sostava sotto la fila di alberi potati a parallelepipedo che era disposta sulla destra della piazza,(vedi la parte dx della cartolina allegata,edizione 1952),in prossimità 

del marciapiede di fronte alla prefettura.

Aveva con se' un tavolino su cui disponeva un semplice mazzo di carte da giuoco napoletane.Noi, bambini di allora, che uscivano dal Palazzotto ci recavano presso il bancariello del cinese per tentare la sorte smazzando le carte.La posta in palio era costituita da semplici caramelle.Quelle di allora erano appiccicose,si scartavano difficilmente e si attaccavano inesorabilmente ai denti. Tutti noi speravamo di pescare un re (dieci caramelle) o un cavallo (nove),ma ci trovavamo quasi sempre tra le mani un asso o un due.Allora il cinese accompagnava la nostra delusione commentando a modo suo il risultato: una calamella, due calamelle.Sempre grande è stato il sospetto che il cinese,come nel famoso film Totò,Peppino e i fuorilegge, avesse il mazzo di carte fatto di soli assi e due.

Elio Vietri

 

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Tanti auguri agli amici che hanno realizzato il sito www.avellinesi.it, hanno raggiunto, nemmeno in un anno, quota 50000 contatti.
Tutto merito dell'amore che Pino, Franco, Mario, Armando, Enrico e Fiorenzo, hanno per la città e per la ricerca della memoria perduta che vuole ricostruire un anima, quella solidale, semplice e ricca dei valori di un tempo.
Grazie a voi riusciamo ancora a ricostruire dei ricordi, delle emozioni e forse riusciremo a realizzare una città migliore, ce lo auguriamo, soprattutto, per i nostri figli.
Le parole in rilievo sull' ultima
immagine del sito sono il vestito perfetto di quello che era ed è la città e ci devono far pensare attentamente a quello che non potrebbe più essere.

Complimenti a Mario per la splendida foto, peccato che non è venuta la torre dell’orologio, ci voleva forse una magia, di quelle che solo Mario sa realizzare.


Grazie ragazzi                    

Pasquale Matarazzo

 

L’articolo è stato pubblicato sul mio blog: www.hirpus.ilcannocchiale.it dove potrete anche ascoltare la canzone del momento: quanta joia quanta connessa

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Mi chiamo Giovanni Grimaldi , Gianni o Giannino per gli amici, parenti e conoscenti, La mia carta di identità dice che sono nato il 11-04-1952 in un piccolo paese dellIrpinia  che si chiama San Potito Ultra. Le mie origini sono campane, ma fin dalletà di 11 anni mi son trasferito e quindi cresciuto a Torino. La mia storia, come quella di molti altri meridionali, è fatta demigrazione e sacrificio. Con tutta la famiglia siamo saliti al nord perché mio padre era in cerca di un lavoro stabile e il desiderio di vivere tutti insieme, sono cresciuto nella Torino delle divisioni sociali e delle grandi passioni politiche dove ho formato il mio carattere e anche per questi motivi ho amato e odiato contemporaneamente molto questa città straripante di contraddizioni: da un lato scrutavo la grande  borghesia aristocratica e dallaltro lenorme classe operaia. Mai, e sottolineo mai, ho dimenticato la mia terra e ho continuato negli anni a mantenere i contatti con i parenti ed i miei paesani, Per questo ho ritenuto opportuno scrivervi e ringraziarvi per questo bellissimo sito.

Mi diletto per hobby a scrivere, se ritenete opportuno posso spedirvi un paio di lettere dedicate alla mia terra.

Ancora grazie   Grimaldi  Giovanni

 

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Carissimi Amici,

da quando ho appreso l'esistenza di questo sito, quasi quotidianamente, mi ritrovo a sfogliarne le sue pagine. Sono alla continua ricerca di visi familiari o di luoghi ormai perduti che però, comunque continuano a vivere nella mia memoria...

Mi ha molto emozionato, ad esempio, poter rivedere le immagini della vecchia via S. Antonio Abate che ormai, credevo di non poter mai più rivedere.Invece, grazie a Voi, potrò ancora ripercorrerla idealmente, così come facevo da bambino, quando in discesa mi accingevo a raggiungere la casa dei nonni paterni (Filomena e Carmine Del Sorbo).

Vorrei farVi cosa gradita, allegando alla presente una cartolina illustrata del 1960, di Avellino. Una vista del corso V. Emanuele all'altezza della Villa Comunale.

Il caso volle che in quella cartolina, fui ritratto mentre ero a passeggio col mio padre.Mia madre, che per le vacanze estive era ad Avellino, la notò dal tabaccaio, la comprò e la inviò a mio padre che nel frattempo era rimasto a Genova a lavorare.

E' simpatico leggere... "(conservala)"...

Sarei immensamente felice se vorreste aggiungerle alle altre tessere del meraviglioso puzzle che state componendo...

Con grande stima

Roberto Del Sorbo

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Carissimi curatori di questo splendido sito!

Qualche mese fa un'amica d'infanzia di Avellino mi aveva segnalato il vostro sito, avevo immediamente visto tutto il possibile e mi ero ripromessa di scrivervi e di inviarvi qualche foto in possesso della mia famiglia, ma la pigrizia, il lavoro mi avevano fatto rimandare.

L'altro ieri la triste notizia della morte , a Udine, di Armo Agosto, glorioso portiere dell'Avellino degli anni '50 e carissimo amico dei miei genitori , mi ha spinto a scrivervi.

Nel 1949 il mio giovane papà Graziano, la mia giovane mammaLivia insieme ad una bimba di tre anni, che ero io, lasciarono un piccolo paese delle Dolomiti e, ricchi solo di speranze,di sogni, sbarcarono ad Avellino, rilevando un piccolo bar in via Matteotti, bar che si sarebbe chiamato poi Gelateria Veneta.

Forse ci saranno ancora degli avellinesi che lo ricorderanno!

L'impegno nel lavoro, le giovani bariste tutte venete, i buoni gelati ,il sorriso della mia bella e bionda mamma fecero in modo che gli affari andassero bene e la piccola Gelateria Veneta diventò l'incontro abituale di tanta gente, fra questi anche dei giocatori di calcio della squadra dell'epoca.

Fra i tanti ricordo alcuni nomi,  oltre al mitico Armo Agosto, Giovannini,Renosto,Federici, Forte, Zanellato.........

Anche il giovane Ciriaco De Mita, allora alle prime armi, veniva a prendere qualche cappuccino da noi........

Io intanto crescevo, e trascorrevo un'infanzia meravigliosa, nel 1953 una splendida bambina Maria Teresa, la Mari della foto della neve del '56, arrivò ad accrescere la nostra famiglia.

Abitavamo in via Partenio, in un vecchio palazzo che non c'è più, vicino al ristorante O' Soldatiello, ah! le sue pizze e le fritture all'italiana!

Sotto il nostro appartamento abitava la famiglia di Pietro D'Ambrosio, tassista, meglio conosciuto come Picariello,lui , sua moglie,Anna, divennero subito i "miei zii", non dimenticherò mai il loro calore, il loro affetto.

la Villa, il cinema Giordano, dove mi portava papà, lo Stretto, la mia scuola elementare, la mia maestra Beatrice Capuozzo, la mia amica del cuore Rita Spagnuolo, che abitava all'interno dell'Istituto Agrario, ai Cappuccini,Il santuario di Montevergine, i fusilli che andavamo a mangiare a Mercogliano,le primi gite al mare verso Salerno,l'edicola di fronte alla gelateria, dove andavo a leggere il Monello, gli amici dei miei genitori e tante altre cose si affollano nella mia mente........

Abbiamo trascorso ad Avellino solo dieci anni, ma per me e per i miei, che non ci sono più, sono stati anni indimenticabili.

Mi farebbe molto piacere sapere se qualcuno ricorda ancora la mia famiglia.

Grazie per l'emozione che mi avete regalato

 

Liliana Mosena

via brenari 29/E

33100 Udine                                                                           lilianamosena@libero.it

 

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come avrei voluto vivere negli anni 50!

come avrei voluto vivere negli anni 60!

come avrei voluto vivere negli anni 70!

come avrei voluto che il tempo

si fosse fermato negli anni 80!

dove' la semplicita' di una volta?

dove' la bellezza di una volta?

con affetto un avellinese doc da torino

salvatore esposito

 

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Salve! Voi proprio non vi rendete conto di quello che avete creato!
Tutta la famiglia è in subbuglio a riconoscere questo luogo o quell'altro, 
quella o l'altra persona, mia madre è praticamente impazzita e tira fuori 
foto su foto che vi devo mandare obbligatoriamente!!! :-))
Io personalmente vi ringrazio per aver pubblicato la foto di Enzo De Donato: 
ricordo con nostalgia e affetto la libreria Book Show, gestita con eleganza 
e gentilezza da lui e dalla sua mamma.
Inutile farvi i complimenti, meritatissimi, per l'idea, l'iniziativa, la 
realizzazione e la cura. Vi ringrazio e vi rinnovo la mia stima.
Ida Maura Parziale

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Mi sono imbattuto per caso nel Vs.sito che mi ha emozionato e commosso.E' stato struggente rivedere immagini e persone che porto nel cuore ancora adesso che sono un arido cinquantenne. Non sono un avellinese doc essendo della provincia di Benevento ma ho vissuto ad Avellino (in via Francesco Tedesco al n. 454) dal 1962 al 1977,quindi dai 6 ai 21 anni:gli anni più belli della vita di un uomo)

Ancora adesso dopo 30 anni vissuti in Piemonte il mio accento non è beneventano ma avellinese.

Ancora complimenti e i più cordiali saluti.

Angelo Capocefalo

 

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Ho ammirato con molta calma e stima il sito, principalmente le foto

della nostra vecchia Avellino. Pur non essendo un avellinese puro in

quanto nato e cresciuto ad Atripalda, rimpiango le vecchie strade della

nostra vecchia città. Potrei scrivere fino a domani mattina, ma forse

sarebbe eccessivo. Possiedo molte cartoline di Avellino vecchia, se ne

avete bisogno per delle foto rimango a vostra disposizione per il

lavoro che avete fatto e per aver rispolverato dei veri sentimenti

chiusi da tempo .Vivo ad Avellino da circa 5 anni o meglio ho

un'attività commerciale nel vecchio centro storico di Avellino difronte

alla fontana di Bellerofonte(tre cannuoli).

Mi chiamo Piero Di Gisi, ho 35 anni e sono lieto di darvi un mio contributo.

Cordiali saluti e buon  prosieguo per il vostro incantevole lavoro.- Grazie.

P.S. SI SONO  VENDUTI E MANGIATI LA NOSTRA CITTA' CERCHIAMO DI RIPRENDERLA.-

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Salve, sono Gabriella Bianchi e mi occupo del sito di Ottopagine (ottopagine.it).

Volevo avvisarvi che ho segnalato il vostro splendido sito nella home di ottopagine. I miei complimenti personali: lo trovo di una dolcezza straordinaria.

Cercherò di essere abbastanza attenta da segnalare ogni novità

Chiedo scusa per l'"irruzione" nella vostra mail.

Complimenti ancora

Gabriella

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Ottimo, veramente ottimo!!!!

Vi ringrazio per avermi fatto scoprire parte di quell'Avellino che io non conoscevo.

Appena ho la possibilità di recuperare qualche vecchia foto dei miei nonni ve la invierò con immenso piacere.

 

Cordiali saluti Carlo Famoso

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Grazie per il momento di intensa serenità che mi avete regalato con queste immagini.

Se posso contribuire….ve ne spedirò qualcuna.

 

Saluti

Sandro Bartolomeo

 

 

 

 

 

 

Con estrema casualità ho riaperto una finestra sui ricordi di un passato sempre vivo…Immagini impresse negli occhi di chi vive lontano dalla sua città ma che conserva, con affetto, la luce, i colori e i personaggi della sua infanzia e custodisce i ricordi di una famiglia da quasi due secoli avellinese…

Con gratitudine.

Lello Romeo

Milano

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Mio padre (classe 1912)mi ha insegnato l'amore per la ns. terra, che verso

di Lui non è stato molto benigna. Contadino, nei terreni che oggi sono Rione

Parco, soldato nella guerra d'Africa del 1936, catturato dai tedeschi in

Albania, internato nei campi di lavoro in Germania, dopo una vita di duri

sacrifici, fu stroncato da un pirata della strada nel 2002. Tra i ricordi

che mi ha lasciato vi sono queste vecchie foto di Avellino, scattate dalla

sua casa colonica.

Potrebbero arricchire il vs. sito che visito con tanta curiosità e nostalgia.

Pietro de Vito

Avellino

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Serata d'autunno carica di promesse...

di pensieri, riflessioni, emozioni rare.

Una corsa sul sito, un tuffo nel passato,

la riconquista di luoghi perduti e

sensazioni sopite, forse dimenticate.

Una corsa alla radice del tempo,

uno squarcio sull'anima, un solo pensiero:

tutto ciò che è stato non può finire,

è in noi, tra noi e per noi.

Le lacrime scivolano leggere, lo spirito si rasserena.

Rare emozioni in questa sera d'autunno carica di promesse.

Lina Montuori

 

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Gentile Prof. Festa,

con mia grande meraviglia e con tanta commozione, cliccando sulle pagine del sito da Lei curato, ho trovato la fotografia della festa dei 18 anni di mamma (quella “Mimma” indicata sul retro).

In quel tenero ritratto dei primi anni ’60, ho ritrovato i volti di persone amiche che oggi sono molto cambiate; per una strana combinazione della vita, solo qualche tempo fa, risistemando le vecchie foto di famiglia, ne ho avute fra le mani alcune proprio di quella festa. Capirà che rivederla sul sito dedicato alla nostra città mi ha destato tanti bei ricordi e soprattutto tanta nostalgia di un tempo e di una vita, che pur non avendo vissuto, ho sentito vicini a me attraverso i racconti dei nonni che non ci sono più.

Quindi, non Le scrivo per manifestare un disappunto, ma piuttosto per rivolgerle un caro e sentito ringraziamento, indirettamente anche a chi Le ha fornito quella bella foto – rivelando un profondo affetto nei confronti di mia madre (Mimma Rotondi).

Ancor più sentito è il mio ringraziamento perché sono stata Sua allieva negli anni ’80 al liceo Scientifico “Mancini”; forse si ricorda di me anche se non ho mai brillato nelle Sue materie.

Colgo questa occasione per augurarLe buon lavoro, l’ispirazione per creare questo sito è sintomo di grande sensibilità – dote che non Le è mai mancata, difatti è uno di pochi Prof. che ricordo con affetto e simpatia -, rivelata anche nel  Suo “nuovo” lavoro di scrittore a cui comincio ad appassionarmi dopo aver letto “Delitto al Corso”.

Cari, cari saluti.

                                                                                              Adele Sessa

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Ogni complimento sarebbe pleonastico! Non c’è che dire: è proprio una splendida idea, ragazzi!

 Lo so che ragazzi più non siete…,  ma lo spirito è quello giusto! I vostri nomi li ricordo tutti: qualcuno forse un po’ di più, come il “mitico” Franco Festa, professore di matematica quando al Liceo scientifico frequentavo la sezione E ed i miei prof erano Nino Agosta, Elio Vietri, Antonio Petruzzo, Edgardo Della Sala, Letizia Pelosi, ecc….

La scoperta del vostro sito è stata, oserei dire, … commovente; è come se mi si fosse spalancato davanti agli occhi,  inaspettatamente,  il libro dei ricordi…!  Credo  davvero che ognuno di noi debba sentirsi reclutato ed offrire spontaneamente il suo  personale contributo alla ricostruzione di fatti ed eventi che costituiscono la nostra storia. Di più, penso che se anche in altre città sorgessero iniziative analoghe, sarebbe possibile difendere un patrimonio culturale di inestimabile valore e che, purtroppo, spesso si disperde in rivoli…

Un forte abbraccio

Salvatore Italia

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Ho scoperto quasi per caso questo sito. E’ davvero una splendida iniziativa, ho tante foto da potervi inviare spero di trovare presto il tempo per farlo.

Complimenti a tutti.

 Emma Carulli

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Un carissimo saluto ai mitici amici

Pasquale Matarazzo

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Nel complimentarmi con i creatori ed ideatori del sito e dell'iniziativa, Vi invio questa foto presa dall'album dei ricordi di mio nonno, lavoratore della banca d'Italia ad Avellino. Sul retro della foto c'è scritto MERCOGLIANO 10 MAGGIO 1968; presumo che la foto si riferisca ad un pranzo di lavoro o per festeggiare qualcosa.

Sarei contento se fosse pubblicata, anche in memoria di mio nonno.

Ancora complimenti.

Cordiali saluti, Ing. Diego Mauriello.

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A corredo delle belle immagini del Monumento ai Caduti di Avellino, un tempo esistente

in Piazza Libertà, credo che sia opportuno integrare le foto con il testo allegato, così come

ricavato dai documenti d'archivio utilizzati per il mio volume "Memorie di Piazza Libertà",

al quale ha collaborato Rita Ercolino. Qualora la mia adesione alle Vs. iniziative siano ritenute utili

con immenso piacere dichiaro la mia completa disponibilià per altre collaborazioni, anche

in considerazione della mia consistente produzione storico-documentaria trattate sulle delle vicende del

passato di Avellino.

Cordiali saluti. Andrea Massaro

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Complimenti!!

consentire a tutti noi, a chi non è più ad Avellino o a chi c'è  ma è distratto dal quotidiano, di ritrovare se stessi, i propri ricordi, la propria infanzia o quella dei propri cari attraverso questa condivisione di immagini e di sensazioni, qualche volta amare, è un'idea bellissima, e come tutte le idee semplici risultano sempre le migliori.

Alcune persone entrano nella nostra vita ed imprimono le loro orme dentro di noi, dopo la nostra vita non sarà mai più la stessa di prima.

Voi ci avete permesso di riscoprire qualcuna di queste orme.

Grazie.

 

Mimmo Fioretti

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Carissimi e Generosissimi;

grazie a mia sorella,  sono riuscito ad " assaporare"  uno squarcio, anzi...... una considerevole panoramica della mia adorata città che, sinceramente, un pò per l'età, ma anche per riconosciuta "ignoranza e pigrizia", mi mancava moltissimo!!!

Il Vs. sito offre, con garbo e semplicità, uno spaccato struggente, ma nello stesso tempo estremamente "caldo"- "attuale" e "confortante" di una realtà, come quella irpina, che non solo nel passato, ma anche recentemente, propone, per l'intera collettività nazionale, un tangibile contributo di saggezza, professionalità, competenza e genuinità!

Non è stato solo un momento, ma, quando mi avete fatto "gustare" indimenticabili ed interminabili  momenti di di un "pezzo di vita" con il mio adorato, frizzante e giovane  Papà Giovanni, la mia vita è stata lentamente, ma anche con tanta malinconia, fortunatamente...... "rivissuta" e "riassaporata"!

Ho "riassaporato" , oltre che "scoperto", Avellino che, purtroppo, dopo l'interminabile sisma dell'80, non c'è più!!!!!

Non c'è più quella spensieratezza, schiettezza ed ingenuità che mi portava a fare "lo struscio" con Enzo Maria, Romoletto, Paolo e

Yuri !!!!

Non esiste più, purtroppo, ma  anche per fortuna, il Liceo Scientifico di Avellino che, per la severità e rigidità di tanti "benemeriti" professori, si è "tristemente" contraddistinto per tantissimo tempo!!

E che dire quando, insieme al fratello di un ns. indimenticabile Vigile Urbano, mi recavo allo stadio per ammirare le prodezze di Codraro, Palazzese, Pantani e del Mister Giammarinaro che prepotentemente lanciarono la Ns. Città in una realtà che, si sperava diversa e più viva, ma che nemmeno la serie B prima e poi la A  sono  riuscite, seppur minimamente, a "scalfire"!!!!

..... Purtroppo  anche la " frizzante " e "delicata" aria dei Platani, è solo uno struggente ricordo, ma che, ripeto, grazie al vs. riposante, ben curato e "super attuale" sito, sembra quasi- quasi, ancora una bella ed attuale realtà che nessuno, nemmeno il tempo e le tragedie varie, cancelleranno dalla mia mente di  "inguaribile irpino".

Grazie e..... non traditeCI     MAI................ MAI!!!!!!                           PINO da Roma

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Quando la domenica mattina si passeggiava per il Corso per incrociare lo sguardo della ragazza che ti piaceva e riceverne, magari, quale fugace ricompensa, un breve sorriso e un cenno di testa, che ti facevano dire ( o almeno sperare ) che lei era la fidanzatina tua, che musica e che poesia liberava la nostra Città.

 L’eleganza della gente, il gusto delle vetrine, i caffè splendidi e accoglienti, le carrozze e le automobili ( altro che isola pedonale!  ) completavano  l’affresco con i loro rumori, chissà perché, gioiosi e sopportabili.

 E poi a Messa e poi ancora alla partita. E a sera tutti a ballare a casa di Gianni o di Michele o in una casa qualunque; oppure a cinema, quando i film erano quelli di Fellini, di Antonioni, di Pasolini, sui quali si discuteva per tutta la settimana successiva.

 Altri tempi? Si, certamente. Ma senza eccessivi rimpianti,  con la giusta dose di nostalgia che l’anagrafe impone, guardiamo al nostro Corso e alla nostra Città con gli occhi di oggi e con il cuore di allora.

 In fondo la nostra Città è come la nostra donna, quella della vita insomma, che invecchia insieme a noi, ma che continuiamo ad amare nonostante l’età e l’inesorabile tramonto delle speranze più belle.

 

Bravi amici miei.

 

Uno di voi. Gigino Festa.

 

 

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Carissimo Architetto, ti debbo ringraziare per questo magnifico sito. Mi riprometto di inviarti vecchie foto con la speranza che le metterai in rete.

Cari saluti Peppino Serino Avellinese D.O.C.

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Solo da qualche mese abbiamo scoperto l’esistenza del sito da voi creato e spesso lo consultiamo perché vivendo lontani da Avellino da trent’anni, attraverso le immagini che inserite, ci date la possibilità di rivedere e rivivere luoghi a noi familiari che, pur ritornando periodicamente, non ritroviamo più, per i cambiamenti che la città ha subito e che hanno stravolto l’estetica che la rendeva tanto bella.

 E’ stato piacevole anche rivedere le vecchie foto di persone conosciute personalmente o di vista.

 Grazie, dunque, per le emozioni che riuscite a farci provare riportandoci indietro nel tempo. A tal proposito, alleghiamo a queste righe alcune fotografie che se ritenete opportuno, potete inserire nel sito.

Un saluto particolare al caro cugino Pino Bartoli e agli amici e compagni di scuola Enrico Cammino e Mario Spagnuolo.

Sergio Iannaccone e Rita Mastantuoni

 

 

I più grandi complimenti per il vostro sito, album di ricordi collettivi – da me personalmente mai vissuti, data la mia età – ma che a me sono state trasmessi da parte di chi è venuto prima… con la nostalgia profonda per la città com’era e la delusione per la città com’è, tanto, troppo più brutta…

 Continuate a inserire foto, non bastano mai.

ALBERTO TRISTANO

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Caro Mario,

Complimenti! Tu e i tuoi amici avete realizzato con cura e intelligenza una idea molto interessante e piacevole. Ma ciò che mi ha colpito di questa lavoro è che da ogni foto, da ogni didascalia trapela l'amore che voi avete per la vostra città, che sentite come una eredità trasmessa dalle vostre famiglie. E, contemporaneamente, è cercare i propri genitori, le proprie famiglie, le proprie radici attraverso le immagini di Avellino.

Io, come ovviamente puoi capire, non posso vivere allo stesso modo questo grande amore. E’ vero che una parte di me viene (e lo sento) da Avellino, ma non ci ho mai vissuto e non posso certo capire come certi angoli della città e certe strade siano cambiate. Questo “esercizio”, ovviamente lo faccio con Roma. Se sommo tutti i giorni in cui sono stata ad Avellino, credo di non arrivare a 30. Mi è molto piaciuto, comunque, vedere le foto della mia famiglia, gli zii giovanissimi e quasi irriconoscibili!

Mi ha colpito molto rivedere la casa in cui si è formata la nostra famiglia, dove sono nati i nostri genitori, dove sono stata quando era molto piccola e che, forse per questo, ricordo molto bene. La ricordo come una casa “strana”, molto diversa da quelle che ero abituata a vedere, per le stanze una dentro l’altra, la cucina con il fuoco a legna, e il “cesso”: uno stanzino con un “terribile” buco al centro! La camera da letto di nonna, in cui ci ospitava, era monumentale, tutta scura, con dei putti e tante tessere di madreperla incastonate nel legno. Papà mi spiegava che era considerata all’epoca del matrimonio dei nonni, una camera da letto molto preziosa. Figuriamoci il valore che avrebbe oggi!

Ti ringrazio per avermi regalato questo affresco “del tempo che fu”, e avermi fatto avvicinare ad un passato che pur mi appartiene per sempre.

Gabriella.

 

 

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Da Buenos Aires per noi questa e.mail:

 

Avellinesi.it:

 

He visitado varias veces el sitio Avellinesi.it y ahora que tengo tiempo, lo haré más a menudo. Las fotografías son muy buenas, pero me gustaría encontrar algunas de mi familia. También sería importante poder ver algún video de la región para mostrar a mis amigos (tal vez sea mucho pedir). El sitio es muy agradable y va progresando: mis felicitaciones!!!

 

                                                                                                      Amadeo Cammino              amadeocammino@yahoo.com.ar

 

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Cari amici, avete ricordato Radio A3,

Allora, come esclama Alberto Sordi davanti al piatto di maccheroni,"m'avete provocato, m'avete provocato",

dico la stessa cosa perché ho un pezzetto di memoria da recuperare a proposito di questa radio.

 Forse "loro" non ricordano nemmeno di aver ospitato nella roulotte a Valle, 4 ragazze  che facevano una trasmissione , che non avrà avuto nessun ascoltatore,

 dato che era di letteratura e veniva trasmessa alle 8 di sera e girava e voltava solo dischi francesi: Jacques Brel, Juliette Gréco, Charles Aznavour, Léo Ferré

e altra musica, che il fidanzato di una di noi cercava tra i suoi moltissimi 33 giri di tutt'altro stile.

La trasmissione, grazie alla tolleranza di quei ragazzi, andò avanti non ricordo per quante volte.

L'avevamo intitolata " Noi e il libro"-incontri di carta- e si apriva sulle note di  "Un americano a Parigi"di Gershwin ( abbiamo ancora alcune cassette registrate).

La mie amiche, soprattutto due, si applicavano  moltissimo, ci ingegnavamo tra "Tuttolibri", i testi di letteratura, e l'antologia del 900 di Sanguineti.

Io lavoravo di meno,  mi piaceva   leggere Gozzano  Palazzeschi e  Prévert, loro si impegnavano sulla critica letteraria,

 su Buzzati, Vittorini, Trilussa, Henry James e Oriana Fallaci! Che sognatrici eravamo!

La trasmissione finì, come finiscono tutte le cose, ma anche perché venne meno l'amica con il fidanzato melomane, ci furono tagliati i dischi e non potevamo continuare a propinare la musica francese che piaceva solo a me. (erano anche gli unici dischi di cui disponevamo)

Mi sono sempre chiesta come mai non ci avessero cacciato. Fu una bella, appassionante esperienza, voglio ringraziare quei "ragazzi"che ci permisero di farla.

Sempre liamarga@tin.it

 

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7-10-07

Caro prof.(Bartoli),

non immaginavo che il sito di cui tanto lei parla "avellinesi.it" fosse così straordinariamente caratteristico e descrittivo delle nostre radici etniche, culturali e sociali. Oggi epoca della globalizzazione e dell'alta tecnologia, sembra che nessuno si riconosca in un passato difficile, di dolore e di sofferenze alle quali i nostri antenati hanno saputo tener testa soprattutto nel secolo delle grandi guerre: il '900. Spero che questa puntura di passato restituisca le fondamenta a tutti coloro che le hanno perse, o volutamente distrutte.
Se le posso dare del tu (spero di si!) continua così prof!
GRAZIE Carmine Govetosa I^ A
 

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Le fotografie le ho viste tutte, i mille pezzi di muri di una volta, li ho cercati da ogni parte,ma oggi intravedo solo buche che non so se saranno mai coperte. Nella mia città si è perduto tutto, ogni cosa ormai sembra cupa, la voce della gente comune non ha ascolto, gli intellettuali dormono, le critiche sui giornali sono banali, cercano di fare solletico ai destinatari, e la speranza si perde sul binario del vago.Ma è possibile che io, uno qualunque, vedo e il resto ha gli occhi chiusi e che l'unica cosa che spero è di vedere che finisca questa tragedia chiamata silenzio.Che belle foto, che bella gente, che tristezza questa mia città di oggi.
clecar1@alice.it

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Ringrazio CHI  mi ha tenuto ancora in vita.

E allora ho capito che Voleva farmi partecipe di quelli che eravamo, ma noi siamo, non quello che tanti illusi pensano che non siamo.

Che magnifica parola  AVELLINESI

geppino imbimbo

 

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Cari amici,
Che emozione vedere la foto del mercato!
Ormai è un gesto quotidiano aprire il vostro sito, leggere di altri,
recuperare pezzi di memoria creduti perduti.
Ogni città italiana che si rispetti ha la piazza mercato o la piazza delle Erbe,
in Francia in piccoli e grandi paesi le piazze del mercato
erano tra le prime cose che ci piaceva visitare
tra i mazzetti di verdura, lavanda e caprini
fare la conoscenza di un mondo di cui gli abitanti si sentivano fieri,
perchè era la loro vita, le loro radici,
la terra che li aveva generati.
Perchè son nata in un altro paese?
liamarga@tin.it

 

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Intendo complimentarmi sinceramente per la realizzazione del vostro sito. In una città dove non si fa mai nulla o dove troppo spesso nascono iniziative prive di

 

senso, finalizzate alla tutela di interessi particolari e logiche di potere, un sito intelligente come il vostro non solo non passa inosservato, ma lascia ben sperare per

 

il futuro. Guardare al proprio passato è sempre la via migliore per costruire il proprio futuro. Per questo, credo, il vostro sito risulta così stimolante e vivo. Non

 

solo curiosità, ma anche cultura, la cultura popolare ma profondamente vera del “come eravamo”. Ancora complimenti e auguri sinceri.

 

Francesco Pionati     

 

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 krodes@freemail.it

Qualche settimana fa ero a casa, nella mia stanza quando all’improvviso sento mia mamma e mio padre ridere,urlare frasi del tipo “guarda questo” “te lo ricordi” “è lui” oppure “guarda com’era il corso” “che bella piazza libertà”……..Incuriosito vado da loro e li trovo praticamente ipnotizzati davanti al computer a guardare foto in bianco e nero. Chiedo “ma che foto sono?” e mio padre in preda ad un entusiasmo mai vistogli risponde “hanno fatto un sito, è bellissimo, ci stanno tutte le foto vecchie di Avellino e degli avellinesi, c’è tutta la mia generazione….in una foto ci sta pure tuo zio da piccolo alle scuole elementari……..” ed io “e come si chiama stò sito?” www.avellinesi.it Torno in camera e scettico mi dirigo sul sito. Incredible! Resto anch’io ipnotizzato a guardare centinaia di foto della mia città. E mi trovo ad osservare luoghi che frequento o ho frequentato quotidianamente com’erano 50 -60-70 anni fa. E sento un brivido attraversarmi. Il vedere i ragazzi di allora, oggi padri e nonni, mi fa vagare con la mente, vorrei poter anch’io ricordare e rivivere quegli anni, mi sforzo di farlo ma ovviamente non posso. Guardando le foto scopro vecchi eventi della città di cui non sapevo nulla e sono contento di poter costruire così la mia memoria storica e visiva. Leggendo le lettere sul sito mi accorgo anche di uno spirito diverso che percorreva la città e gli avellinesi. Spirito distrutto insieme ai palazzi,le strade, insieme a molti di quei luoghi delle foto, da quel maledetto terremoto dell’80. E mai più ritornato purtroppo. Oggi la città vive una fase di decadenza….ma questa è un’altra storia…….o forse no….forse è il proseguimento di quella delle foto…….una storia che però mi piacerebbe si potesse reindirizzare verso quei tempi. Mi piace pensare che questo sito possa stimolare la creazione di un nuovo flusso positivo che aleggi sulla città, un flusso che possa essere generato dai ragazzi di allora e da quelli di oggi che, come me, sono rimasti affascinati nell’ammirare le foto e che forse, grazie a queste, hanno un po’ più salde le  proprie radici. Un grazie di cuore a chi ha messo su il sito e continua ad aggiornarlo, aggiungendo quotidianamente nuovi scatti, arricchendolo (arricchendoci) di aneddoti e particolari sconosciuti o dimenticati.

 

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http://s3ldon.wordpress.com/2007/09/13/wwwavellinesiit/

 

Volevo complimentarmi con Voi, per la bellezza del sito, e per i suoi contenuti.

 Ci sono tantissimi ricordi di vita vissuta : io ho trovato la foto di mio padre seduto d’avanti al bar Lanzara e le foto dei miei vecchi compagni di scuola e a tal proposito, vi voglio mandare la foto della classe in gita scolastica, sono gli stessi compagni che si vedono nelle foto spedite dal Dr. Sabino Basso.

 

Grazie di cuore, Ettore Galasso 

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Qui una riflessione sulle notti di ieri e le notti bianche di oggi

Qui una replica

QUI LA CONTROREPLICA

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Volevo complimentarvi con voi per questo sito straordinario. Sono un ragazzo avellinese di vent'anni, e vedere il Corso, Piazza Libertà, il Palazzo della Dogana, in fotografie di sessanta, settanta anni fa, mi fa venire un tuffo al cuore. Vedere la nostra città cambiata, purtroppo in peggio dopo il terremoto mi fa una rabbia dentro che non potete immaginare! Comunque, grazie di cuore, purtroppo non ho materiale da offrirvi in proposito, ma non si sa mai. Continuate così. Ciao :)

Luigi MAFFEI

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Volevo complimentarmi con Voi per questa bellissima iniziativa volta a

far ricordare chi ha superato gli anta e a suscitare curiosità  in chi,

come me, non ha mai visto l' Avellino degli anni passati perché troppo

giovane. Sono un ragazzo di Monteforte Irpino, ex alunno del buon Prof.

Festa, addetto al gesso, al caffé e al cornetto a marmellata del bar

Tony da dividere a metà , e amico del dott. Montefusco, che vuole sempre

qualcuno di buona forchetta che sopperisca alle carenze alimentari del

figlio Sandro. Enorme è il piacere di vedere luoghi per me ignoti, che

se oggi esistessero ancora sarebbero davvero centri storici da

salvaguardare, e che invece, grazie a San Terremoto, come qualcun altro

vi ha scritto, non esistono più. Guardo le foto e penso al mio paese, a

questo prolungamento della città  che ormai non ha p¹ una propria

identità , che non ha più un centro storico e che mi fa incazzare  ogni

volta che lo attraverso, perchè col mio territorio, con le mie montagne,

le mie valli e con la mia acqua ho pagato ville, suv  e sorrisini

beffardi a quattro traffichini che si cibano di asfalto e mattoni. E

pace e bene se non esistono più chiese, fiumi e alberi, l' importante è

che cresca la panza dei commendatori. Fortuna che al mondo esiste

ancora chi, come voi, non ha bisogno di ville, suv e sorrisini beffardi

per sentirsi appagato; spero anch'io, un giorno, di essere come voi.

Vi saluto con affetto, Giuseppe Forino

 

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A tanti chilometri di distanza dalla mia città, è bello aprire questo sito e rivedere, con un pò di commozione, il "mio" corso, la  "mia " villa , il  "mio" liceo ........insomma rivivere nella mente i venti anni. Grazie a tutti voi da un avellinese che da tanto tempo  vive in Piemonte e che non ha mai dimenticato la sua città.
Gennaro Rumiano

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Mi associo al coro di elogi che già avete ricevuto.Avendo letto le missive,è nato in me l'irrefrenabile desiderio di rassegnarvi il mio pensiero sulle condizioni attuali della nostra città.Quasi tutti,con l'animo lacerato dalla nostalgia di come era Avellino,rimpiangono la città di una volta.Ma,come ha detto qualcuno,il culo è sempre più roseo! La nostra vecchia Avellino ha iniziato il suo declino molti decenni fa.A differenza di altre città di provincia del centro-nord e anche del sud (es. Benevento),da noi non è mai esistita una politica tesa alla conservazione del patrimonio storico-culturale della città.Le abitazioni del centro storico,col passare degli anni,senza alcuna manutenzione,sono diventate sempre più malridotte,fino a diventare dei veri tuguri.Così,senza grandi clamori,si è persa gran parte dell'antico patrimonio,fino ad avere,diperso a macchia di leopardo sul territorio urbano,qualche edificio di storico interesse.Poi venne il sacco edilizio che si distinse in due sezioni.Da una parte quello pubblico con la costruzione di alloggi popolari in quartieri ghetto (es. S.Tommaso),nei quali venne traslato il sottoproletariato di S.Antonio Abate,dei bassi del centro storico e della parte più malandata del capoluogo.Dall'altra quello privato con la cementificazione selvaggia dell'area agricola adiacente al centro.Da quest'ultima,gli amministratori di allora fecero nascere gli aborti urbanistici di via Guarino,via Vasto,via Tagliamento,via Piave,ecc..Entrambi,però,produsserro un effetto domino.Infatti,le vecchie abitazioni,abbandonate a se stesse,divennero terra di tutti e di nessuno e subito vennero occupate,molto spesso in maniera artefatta,per ottenere un nuovo alloggio popolare.Così,il centro storico della città raggiunse il punto più alto di degrado,fino a diventare in alcuni casi dei veri e propri dancing per ratti norvegesi (ci'abbalavano 'e zoccole).Poi,come per una catarsi annunciata,il terremoto dell'80 ha sistemato definitivamente la questione,travolgendo quello che ostinatamente alcuni chiamavano e chiamano ancora centro storico.Con la ricostruzione,con i finanziamenti pubblici,è accaduto il miracolo!           I vecchi proprietari son tornati ad abitarvi o a speculare sui nuovi immobili,erigendo dappertutto statue di Padre Pio,forse perchè non esiste S.Terremoto.E la storia continua.Oggi,qualche pezzo che è rimasto aspetta la prossima scossa o altro incidente per crollare,come il palazzo accanto all'edificio-mostro Pepere.Oggi,un ruscello,chiamato impropriamente fiume,maltrattato da molto tempo sia dai cittadini sia dall'incuria degli amministratori,è diventato una discarica e una cloaca a cielo aperto.Come per il passato,quando tutto è compromesso,gli ecologisti abbaiono alla luna.Ma questo è il meno.Quello che fa più male è vedere i responsabili di questo disastro vestire i panni di curatori fallimentari dei propri fallimenti.
Ciao.Elio Vietri

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Leggendo il Corriere dell'Irpinia, mi ha incuriosito visitare il vostro sito.

E navigando, navigando mi sono anche trovata, Festa dell'Unità 1974.

Avevamo messo su una bancarella di libri,

niente di nuovo, senonché non ci eravamo fermate ai testi "sacri", alla saggistica.

Nelle librerie della città frugammo non solo tra i testi di politica, circolavano pure quelli,

 ma  tra quelli di "letteratura", "romanzi" scritti da donne .

Così scoprimmo Alba de Cespedes, Anna Banti, e tante altre  italiane e straniere.

 Accanto al  giornale "Noi  Donne"circolava  letteratura.

 Le belle e care immagini, le parole, della  vostra  iniziativa le ho amate e apprezzate,

ma qui mi sarei  fermata e mi sarei "taciuta"come di solito faccio.

  Ma lo straniamento che produce il nuovo volto  di questa città,

 i luoghi spariti e con essa  pezzi di identità svenduta,

hanno risvegliato in me l'animale politico mai sopito,

il bisogno di dire e condividere, raccontare.

E' il secondo motivo per cui vi scrivo,

perciò  mando anche a voi uno scritto,

che "fotografa" il presente,

ma allude fortemente alla città

che non c'è più, non per dolersi e basta.

Cordiali saluti,

Lia Sellitto

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Gentili signori,

visito da tempo il vostro sito, i  miei  occhi  molte  volte

si soffermano su immagini familiari, e comunque, tutto

ciò che non riguarda la mia esperienza vissuta, coinvolge

la mia  memoria di  appassionato di storia e di tradizioni

locali.

E' un  documento  visivo, condotto  con eleganza e

continuamente  aggiornato,

nei racconti, e con le fotografie di persone e di cose.

Più che alla " Ricerca del tempo perduto " di cui parlava

Proust,mi rasserena che avete  concentrato  l'attenzione  sulla  "Raccolta di

momenti e immagini del tempo passato".

Ho  studi  in Economia  e  Commercio, svolgo  la

professione  di  consulente immobiliare  e aziendale  per

vivere bene, ma la mia  cultura è letteraria e storica.

La storia  non è il ricordo, ma il  presente di ciò che

è stato;la letteratura è invece, il laboratorio nel

quale le vicissitudini dell'uomo sono trasformate  in parole

scritte.

Credo nell' aspetto  sociale della vita, per cui questo mio

modo di vedere e di fare si riflette anche nella mia

professione.

Sono contento della vostra iniziativa e, con orgoglio, ne

favorirò la divulgazione  con ogni mezzo.

Cordialmente Vi saluto.

Vittorio CONCAS

 

 

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Desidero farvi i miei piu' sentiti

complimenti per il lavoro che avete svolto restituendo attraverso il web la

memoria "storica" ad una città che piu' memoria non ha. Da avellinese puro

mi sento profondamente ferito nell'orgoglio per tutti gli scempi che

quotidianamente si compiono e si propagano nella nostra città.Il capoluogo è

violentato dal profondo ma non sono qui a ricercare colpe o a puntare il

dito contro qualcuno: in coscienza sappiamo tutti a chi vanno imputate le

tante, troppe, infinite responsabilità. Altresì mi rendo conto di quanto

menefreghismo, lassismo ed incuranza ci sia da parte di tutti e naturalmente

soprattutto da parte di chi non ha conosciuto la memoria libera e spontanea

di questa città. Memoria oramai andata letteralmente e decisamente persa in

tutti se non in coloro che hanno ancora il coraggio e la voglia di credere e

pensare che le cose possano cambiare. Vi sono profondamente vicino in questa

opera di ricerca di identità da una parte e di ricostruzione civile e morale

dall'altra. In ogni momento potete contare sul mio contributo. Piccolo o

grande esso possa essere. Con affetto,

 Eugenio Corsi

 

www.eugeniocorsi.it

 

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Il sito è magnifico complimenti.

Noi sicuramente abbiamo un' anima, loro si chiudono nella loro "turris eburnea" e non ascoltano, non pensano.

La città pensata è un utopia ne ho avuto l'esempio quando su una mia idea insieme all'arch. matassa realizzammo il progetto che può vedere nell'home page del mio Blog, per idee fuori dal comune.

ebbene scelsero non un opera architettonica, ma un impianto di illuminazione della città (realizzato con power point)di un ing di Salerno.

Questo è il livello.

Un abbraccio e un saluto ai suoi amici

Pasquale Matarazzo

 www.hirpus.ilcannocchiale.it

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Davvero complimenti per quanto avete realizzato.

  Sono avellinese, nato e cresciuto in  Via Mancini, trasferito a Roma dal 1964 e ho sempre seguito la vita della mia città natale sia in prima persona sia attraverso giornali ecc.

 Ho visitato il sito e guardando attentamente le foto ho riconosciuto …,………..,…… l’ostetrica che mi ha fatto nascere, oltre ad altri vecchi amici quali Pippo De Jorio, Camillo Marino,  Ernesto Maglio, Costantino Pepe.

Penso che sarebbe bello se le foto di gruppo da voi pubblicate fossero corredate dai nomi delle persone che si riconoscono in quelle foto come penso che potreste ampliare il sito con una rubrica dedicata alla ricerca di vecchi amici, compagni di scuola e via discorrendo.

 Sarebbe altrettanto simpatico pubblicare (legge sulla privacy permettendo) a titolo di ringraziamento anche il nome di chi le ha messe a disposizione.

 Dispongo di foto di eventi da mettere a vostra disposizione: Laceno d’Oro con Camillo Marino, Giacomo d’Onofrio e personaggi cinematografici; foto di gruppo delle mie scuole elementari  (al Palazzotto dal 1949 a 1954) ed altro ancora. Mi occorrerà solo un po’ di tempo per riordinarle ma non è questo il problema.  Purtroppo non dispongo di uno scanner per spedirvele per cui nel corso di una delle mie visite in Avellino potremo incontrarci per farvele riprodurre.

 Se la proposta è di vostro gradimento consideratemi a disposizione.   

   Cordialmente,

    Vincenzo (Enzo per gli amici) GENOVINO

 

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Salve a tutti, mi chiamo Domenico ho 58 anni e sono di Avellino, ma vivo da 30 anni in provincia di Napoli.
Volevo innanzitutto complimentarVi con Voi per il bellissimo sito, guardare tutte queste foto mi ha fatto
ricordare i tempi della mia infanzia, i luoghi in cui sono
cresciuto, i posti che hanno accompagnato la storia della
mia vita. E' stato molto emozionante poter rivedere le
immagini di luoghi che ormai non ci sono più, che sono
stati trasformati dal progresso, ma che io porto sempre
nel mio cuore. Questa è sicuramente una bellissima
iniziativa culturale, che risveglia l'amore per la città
anche e soprattutto nelle persone che vivono fuori e che
come me soffrono un pò di nostalgia. Quindi complimenti
di nuovo e continuate a arricchire il sito di foto. Forse
anch'io dovrei avere delle foto ricordo, soprattutto della
scuola. Per favore fatemi sapere come posso inviarvele,
nel caso dovessi trovarle.  Anche se vivo a Napoli,
Avellino è sempre nel mio cuore, non solo come città,
ma anche come squadra di calcio..Forza Lupi. In attesa di una vostra risposta, Vi rinnovo i complimenti per il 
sito..sono queste  le iniziative che fanno bene alla
città di Avellino e ai suoi abitanti.  Distinti Saluti. Domenico

 

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Ciao a tutti,
 complimenti per la bella idea che consente a noi
(ultra)cinquantenni di ritrovarci fra le foto del nostro
tempo ed aiuta i giovani a comprendere ed amare questa
città che ha perso la sua identità. Un affettuoso
augurio a tutti ed un affettuoso abbraccio a Pino Bartoli amico
> degli anni della spensieratezza.
Avanti tutta !!! 
Giovanni Melchionne  

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PUR NON ESSENDO UN PUROSANGUE IRPINO MI DEVO COMPLIMENTARE
PER IL LAVORO SVOLTO 
UN BRAVO A TUTTI VOI PER AVER AVUTO  LA SENSIBILITA'  DI
LASCIARE PER LE FUTURE GENERAZIONI UN ARCHIVIO ELETTRONICO
DI GRANDE VALORE E DI GRANDE QUALITA' 
COMPLIMENTI
Dott. Sabino Basso
Amm. Unico / Basso Fedele e Figli srl

 

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Grazie di questa nuova pagina web ,ci mancava per i " navigatori "  avellinesi , anche per chi ha superato la soglia dei 40 anni . Ricordare Avellino di quei tempi fa sempre piacere . . Grazie , e auguri di nuovo ,

Capozzi Giuseppe

 

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Salve, sono Simona Sarno ed invio questa e mail prima per

complimentarmi per la Vs. iniziativa e poi per chiedere informazioni in

particolare su una foto.

Mi riferisco alla foto che sta nella sezione

compagni di scuola e precisamente la terza a destra della sezione liceo

scientifico anni 50.

La ragione è che in questa foto c'e' anche il mio

papà, Walter Sarno (il terzo da sinistra nella fola centrale).

Mi chiedevo chi l'avesse messa a disposizione, presumo un figlio di

qualche compagno di scuola di mio padre. Non mi dispiacerebbe

conoscerlo e fare due chiacchere.

Grazie, mi impegnerò a mandare altre

foto.

ciao

 

 

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In certi momenti, spesso lunghi periodi di settimane o mesi, le cose paiono accordarsi, congiurare addirittura, per provocare reazioni e comportamenti, che aspettano solo un innesco per manifestarsi, forse per raggiungere la temperatura critica, come nelle reazioni chimiche. Il concetto è più comprensibile ricorrendo a un’altra similitudine, più biologica: alcuni processi metabolici hanno bisogno per avviarsi o completarsi, di catalizzatori (enzimi) che ne riducono i tempi, rendendoli compatibili con quelli brevi della fisiologia degli organismi viventi.

Negli ultimi due anni ho subito situazioni in ospedale (il famoso “disagio medico”, di cui parlano i nostri sindacati di categoria, sarà questo?). Mi occupo di tiroide in particolare e lo faccio avendo percorso un tratto lungo il quale mi sono tirato dietro il mio approccio personale alla vita ed alle cose in generale; come tutti quelli che s’incamminano e procedono. Chi mi conosce da lungo o breve tempo, o mi conoscerà in futuro, potrà alla fine dirlo buono, passabile, insufficiente o pessimo. Nel preistorico 1972, dopo la maturità, mi distolsi quasi subito dall’interesse che avevo avuto per la politica militante negli anni cruciali intorno al 68. La grandissima (oggi mi sento di dirlo) preside Costanza Convenevole mi disse, molto tempo dopo, da adulto riconosciuto e di “successo”, che ero stato un capopopolo (minore) studioso, simpatico e educato di un’epoca che voleva cambiare il mondo e finì, invece, per avvoltolarsi nelle maglie di contraddizioni, incomprensioni ed impossibilità enormi. Allora, riconosco oggi, si dicevano ed ascoltavano vagonate di cazzate. Alcune delle cose di allora, però, hanno marchiato in modo indelebile me ed altri che conoscevo, ricordo con piacere ed anche incontro oggi per lavoro, loro o mio. Persone che scorgo in vecchie foto, come quelle sul sito www.avellinesi.it. Alcune di queste foto hanno giocato il ruolo degli enzimi di cui parlavo prima. La cosa più importante impressami a fuoco nel cervello da quei tempi, e che ancora è inalterata in me, è una visione del mondo (forse ci riesco ancora a scriverlo in tedesco, provo: una Weltanshauung) per cui la vita è da prendere, possibilmente, in modo piacevole, ma è sempre un fatto serio, come la giri e come la volti. La nostra e quella degli altri. Questo ha implicato per un criterio di giudizio del grado di positività, fino al massimo grado d’eroismo, delle persone che ha sempre fatto riferimento alla loro capacità di far prevalere su vita e bisogni propri quelli degli altri, o, almeno, di considerarli. Se la vita è un fatto serio ed irripetibile, ognuno può e deve viverla in modo consapevole, cercando di non sprecarla e, nel contempo di non accumulare rimpianti. Un’altra acquisizione di allora è che non esiste niente di immutabile per definizione. Non è vero che non serve affannarsi a  cambiare brutture e/o storture del vivere civile. Sempre a quegli anni risale la convinzione piena  che è un dovere tentare il governo delle cose per  cambiarle o spingerle nella direzione degli onesti, di quelli che, prove alla mano, dimostrano di non avere intenzione di far prevalere i propri egoismi, prepotenze e deliri di onnipotenza su tutto.

Un altro enzima operante in me in questi giorni è un editoriale del prof. Mansi, mio relativamente nuovo, ma caro vecchio amico. Il titolo è: Il Futuro non è più lo stesso, pubblicato sul Bollettino Elettronico dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare con osservazioni e divagazioni sue sul futuro dei giovani medici nucleari (www.aimn.it) per chi volesse leggerlo. Laureato, poi specializzato (vedete voi quanto tempo) sono entrato nel mondo della professione, e mi sono ritrovato di nuovo caporione, sempre per necessità, dal mio punto di vista, per un periodo breve. Ho scritto volantini e giornali, mi sono immaginato ed indicato percorsi di pace e di “guerra” nella vita professionale, ho preso iniziative, al tempo finite anche sui giornali nazionali. Sono stato (per poco tempo) prima presidente dei giovani medici, poi più giovane Consigliere di Ordine dei Medici d’Italia. Erano passati 10 anni dai banchi del Liceo, dalle lezioni di Freda o di Flores, o di Marinari e dai rimbrotti nei corridoi di Pulzone o…, ma, guarda caso, le persone che ho incontrato e mi hanno affiancato in questo secondo percorso erano ancora quelle, le stesse che ritrovo sulle fotografie di quegli anni lì. Io non amo gli amarcord fini a se stessi. Credo che il parlarsi ed il vedersi tra vecchi compagni e amici, nemici, magari anche avversari ha senso se la strada comune non si è completamente interrotta, se sono rimasti accesi contatti o possibilità, anche piccolissime, di muovere ancora passi comuni, in una qualsiasi direzione, ma nell’attuale. La ormai riguardevole età (sigh!) che abbiamo raggiunto quasi tutti noi ex-giovani-qualche cosa, comporta che incontri forzati possano solo avere effetti negativi, che guastano i ricordi felici ricoprendoli con immagini nuove, sconosciute, estranee perché non più assumibili, elaborabili e fatte proprie  dalla mente.

Vedere i volti di ex amici e compagni di vita, di qualche vecchia fiamma, di riconosciuti maestri e riferimenti sulle foto del 1972, ha avuto per me il senso di una risposta, mi ha dato l’indirizzo cui rivolgere un vecchio appello all’innovazione, al cambiamento, al tener duro, alla resistenza all’andazzo ed alle frasi tipo: “ma tanto così è, così va il mondo, che ci vuoi fare”, o “dai, devi pazientare,  succederà quello che vuoi prima o poi”,  inaspettatamente pronunziate anche da qualcuno che ritenevo mio fratello o della mia stessa razza. I ragazzi puliti di allora sono oggi a pieno titolo nel mondo, anche in posti di prestigio e di potere. Nei volti fotografati allora ho riconosciuto amministratori pubblici e privati, Direttori di Banca ed amministrativi, primari, giornalisti, ecc. di oggi. Io so che possono, se vogliono, fare da baluardo contro il pressappochismo e l’appiattimento. Che possono ridare speranza e capacità di manovra agli onesti. Possono (devono, secondo me) alzarsi, stare dritti in piedi e comportarsi secondo la loro concezione del Paese, della città, del mondo. Possono e devono gridarla forte la loro interpretazione della vita, per migliorare al possibile le cose e diventare una moltitudine di “angeli” e di riferimenti per la collettività. In modo disinteressato, come quando erano “pescetti da cannuccia”, a scuola, non ancora grossi tonni come adesso. E dovrebbero, secondo me, anche trovare il modo (un circolo, un bar, un cineforum, un salotto privato, un pulman in gita perenne per musei), per parlare tra loro, come in passato, per fare opinione, esprimere le loro valutazioni degli eventi e delle cose attuali. Per dire la loro e possibilmente farla contare qualcosa.

Raffaele Golia D’Augé