La chiesa di S.Gennaro ed il vestito della Madonna della Salette

           La chiesa di  S.Gennaro , nota anche come “Chiesa della Madonna della Salette”    

Di  Armando Montefusco

Quasi certamente dopo la peste del 1656 , con il concorso degli abitanti del quartiere di Sant’Antonio Abate , venne eretta dalle fondamenta una chiesa dedicata a  S. Gennaro.Essa venne edificata , presso il fiume , poco distante dalla antica fontana di Grimoaldo, dove un piccolo slargo si formava alla confluenza della strada di S. Antuono e la "Cupa di S. Antuono" (oggi Rampa Macello).

Quasi certamente , in conseguenza della serie di terremoti che afflissero la nostra città a fine Seicento, la chiesa subì ingenti danni tanto da richiedere un ampio piano di ristrutturazione. Difatti il padre Francesco de Franchi,( a.1709), nel descrivere questa chiesa usa l'espressione " ben provveduta e modernata" (pag.601) . Elemento caratterizzante  di questa chiesa era il busto di S. Gennaro, che il de Franchi elenca fra i tesori della cattedrale.Purtroppo i restauri operati agli inizi del Settecento vennero vanificati da una nuova sciagura che si abbatté sulla città: il terremoto del 1732. Anche questa volta  gli abitanti del quartiere non fecero mancare la propria solidarietà concorrendo alle spese di ristrutturazione , promosse dal rettore della chiesa, il canonico Nicola Facchedini. Finalmente nel 1745 , la chiesa, provveduta anche di un adeguato cimitero, veniva inaugurata. Una lapide, posta a destra dell'ingresso principale , ricordava quell'evento.

<< Il canonico Nicola Facchedini, rettore della chiesa, col patrocinio del reverendissimo capitolo di Avellino, e con la partecipazione dei fedeli, ricostruì dalle fondamenta, il tempio dedicato a S. Gennaro, distrutto dall'ingiuria del tempo, restituendolo ad un culto più manifesto del Signore, dotandolo di rendite concesse per le sepolture, di sacre reliquie, ricostruendo la sacrestia, il pavimento , in più dotandolo di una pisside d'argento. A.D. 1745 >>.

Con questa nuova veste la nostra chiesa visse i momenti più significativi della sua storia. Una storia legata indissolubilmente alla vita del borgo , che nel Settecento viveva ancora uno stato di "splendore" , con i suoi traffici e le sue attività commerciali e artigianali.

In questo clima di rinnovamento ed ottimismo , era sorta anche una confraternita laicale sotto il titolo di "S. Gennaro", la quale nel 1747 chiedeva ed otteneva l'approvazione regia del suo statuto. Sull'esempio di confraternite più prestigiose, essa partecipava alle processioni con la propria < veste, con cingolo e mozzetta violacea >, il gonfalone e l'incenziere venivano affidati a coloro che << migliori idonei saranno ritenuti dal Priore >>.Ogni "giorno di dogana" il secondo economo provvedeva alla "cerca della cassetta" ed alla "questua delle nocelle" per celebrare degnamente la festa del Patrono. Venne creato anche un "Monte di S. Antonio Abate", con cui poter provvedere  al maritaggio delle giovani bisognose. 

Purtroppo il secolo successivo segnò la piena decadenza del borgo: il nuovo inurbamento che "spinse" la città verso Ovest e la costruzione del ponte della Ferriera  determinarono sempre di più nel suburbio uno stato di fatiscenza e di abbandono, tanto che Serafino Pionati , descrivendo nel primo Ottocento la città, così si esprime:<<....dalla piazza discendendosi lunghesso la strada consolare s'incontra alla dritta lo sbocco della strada di S. Antonio Abate , che mena all'ignobile contrada del nome istesso ed all'altra di S. Leonardo >>.

A rendere ancora più caotico e malsano l'ambiente del borgo, contribuì la costruzione del macello, presso la cosiddetta Cupa di S. Antonio Abate. Il 1. agosto 1808, su ordine dell'Intendenza, il Sindaco Vincenzo Pelosi deliberava di << togliere il macello nella strada consolare che attraversa questa città  dove si dice la Fontana della Piazza , per non più infelicitare con somma meraviglia di ognuno quel luogo, sì per il fetore che promanano l' animali che colà si rinchiudono, e che si ammazzano infestando l'aria con grave incommodo dell'astanti e viaggiatori, e situarlo in altro luogo ignobile, e dove non reca incommodo alla cittadinanza>> . Il "luogo ignobile" prescelto era << in un comprensorio di case nel luogo  denominato Cupa di S. Antonio Abate>>.

Probabilmente proprio in questo contesto la chiesa di S. Gennaro visse il periodo più intenso della sua funzione di socializzazione e di conforto. La piena consapevolezza da parte della gente del borgo di questo indispensabile ruolo non venne mai meno, anche quando furono necessari sacrifici economici per mantenere in vita la dignità della chiesa. A testimonianza di questa intensa partecipazione popolare, riportiamo il testo di una lapide fatta affiggere nel 1875 dopo una serie di lavori di ristrutturazione , realizzati grazie all'interessamento del vescovo Gallo:  

 << Francesco Gallo , vescovo di Avellino, con infaticabile dedizione si interessò a ricostruire, in forma più ampia e bella con elargizioni proprie e dei fedeli, questo tempio dedicato a S. Gennaro quasi completamente reso fatiscente dalle ingiurie del tempo A. D. 1875 >>.Purtroppo dopo soli tre anni, ottobre 1878, gli sforzi profusi dal vescovo Gallo, vennero vanificati da una catastrofica alluvione , che interessò l'intero suburbio cittadino. La violenza fu tale , che l'acqua invase la stessa chiesa che patì non pochi danni:  basti pensare che la statua della "Madonna della Salette" venne ritrovata presso il molino di S. Spirito. Questo drammatico particolare è una testimonianza importante che ci consente di inquadrare cronologicamente l’affermazione  del culto della "Madonna della Salette" nella nostra città. Esso - legato, storicamente, alla apparizione della Madonna, il 19 settembre del 1846, ai due pastorelli Maximin e Mélanie , sui monti del comune francese di Salette Fallovoux, dove più tardi sorse il santuario di "Notre-Dame de la Salette"-  ad opera di una associazione diocesana , approvata dalla S.Sede , fu diffuso nel mondo ed ebbe una rapida diffusione anche nella nostra città : la "Mamma della Salette" , come confidenzialmente i devoti amavano chiamarla, divenne ben presto l'invocazione più sentita dalle nostre nonne.

Il vestito della Madonna

 

L’antico vestito ottocentesco della Madonna della Salette, agli inizi degli anni Cinquanta del Novecento,  mostrava tutti segni implacabili  del tempo.

I più ferventi devoti, fra cui le famiglie ,  Matarazzo, Testa, Ieppariello, Picardi, Guaschino, Casella etc…, concepirono l’idea di dotarla di un nuovo e più dignitoso vestito.

Grazie anche alle rimesse di molti emigranti - fra cui i fratelli di “melindella a Caprarella” al secolo Carmela Testa che sposerà uno dei migliori meccanici avellinesi, don Peppino Matarazzo - finalmente si raggiunse la somma programmata e un nuovo abito venne commissionato alle suore della Purità di Atripalda .

Con il nuovo abito la “Mamma della Salette”  ha assistito alle liturgie, celebrate , in quel tempo, dagl’indimenticabile  don Michele Grella. e don Giovanni Festa

L’antico e prezioso vestito ottocentesco, con il consenso di tutta la comunità del borgo,  fu affidato alla signora Carmela Testa ,  la quale fece voto di restituirlo alla madonna in una condizione ancora più preziosa ed elegante .

Purtroppo il terremoto del 1980 sconvolse ogni progetto . L’antica chiesa di san Gennaro , inagibile per lunghi anni , dopo la ristrutturazione è stata affidata alle cure di fedeli che seguono il rito ortodosso. Una nuova chiesa parrocchiale , è stata costruita in Contrada Parco.

La signora Carmela Testa morta nel settembre 2003, lasciò al figlio Paolo l’onere di portare a termine l’impegno. 

Finalmente nel luglio del 2007, dopo una toccante rievocazione fatta dal Dott. Paolo Matarazzo, e alla presenza di don Emilio Carbone e dell’intera comunità parrocchiale , con la benedizione del vescovo Mons. Marino,  lo splendido vestito ottocentesco è stato indossato dalla “Mamma della Salette”, portata in processione per le vie della contrada. 

Precisiamo che il suddetto vestito, conservato dal parroco don Emilio,  viene indossato solo in occasione della festività della madonna.

 

 

 

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