Sciosciabroro

 

 Il nome gli era stato attribuito per una serie di motivi. Forse il più pertinente era la forma del viso, che presentava gli zigomi sporgenti sormontanti due guance incavate in maniera tale  da dare l'impressione che stesse soffiando un liquido bollente,come quando si sorbisce una tazza di brodo. Però Sciosciabroro si distingueva per tante altre qualità. Innanzitutto per l'eleganza. Investiva buona parte dei suoi proventi nella ricerca dei tessuti più raffinati, con i quali si faceva confezionare, da costosi sarti, vestiti in linea con la moda del momento. Le camicie, quasi sempre di seta, le coordinava con cravatte sgargianti, ma non pacchiane. Con questa sua mania cercava di colmare alcuni vuoti della sua personalità. Era un convinto seguace della massima secondo la quale l'abito fa il monaco. Cercava sempre di celare il lavoro che svolgeva. Operazione vana in una città come Avellino, che aveva ed ha le perfette sembianze di un villaggio, dove è più facile vedere l'atterraggio di un UFO che non conoscere un fatto riguardante un proprio concittadino. Per questo motivo, ogni qual volta lo si incontrava, con sottile perfidia, gli si chiedevano notizie inerenti il suo lavoro. Sciosciabroro lavorava presso una falegnameria specializzata nella costruzione di bare. In particolare faceva gli intarsi lucidi sulle pareti dei feretri, e quindi era a contatto con vernici e solventi, che spesso lasciavano tracce sulle sue mani. Per tal motivo si presentava come artista del legno, scultore di opere sacre, pittore molto richiesto. Un'altra lacuna che lo faceva molto soffrire era il suo grado di ignoranza. Non che gli altri che lo avvicinavano fossero cime della scienza e dell'arte, ma il livello di cognizione di Sciosciabroro era inversamente proporzionale alla sua eleganza. Forse consapevole di ciò, cercava in tutti i modi di aumentare il suo esile grado culturale, tentando di apprendere l’accezione delle parole non molto comuni. Se qualcuno si trovava a concludere una supposizione abbastanza evidente,definendola ovvia,immediatamente Sciosciabroro ne chiedeva il relativo significato. E se per caso gli si spiegava che il termine equivaleva a "naturalmente chiara", immediatamente la faceva propria per utilizzarla in un contesto sbagliato. Infatti,quando si recava in un bar chiedeva un bicchiere d'acqua minerale ovvia,quando nelle terse sere d’estate era di moda ballare sulle terrazze, rivolgendosi alla ragazza con cui danzava in maniera romantica,diceva “Stasera il cielo è ovvio”. Per questo modo di proporsi, nonostante il mestiere che faceva, non era scansato dai suoi coetanei, che di solito, per scaramanzia, evitavano di intrattenersi con persone operanti nel settore dell'imprenditoria funebre. Quasi a dire che Sciosciabroro è stato un esempio di come si possono vincere i pregiudizi e i  riti scaramantici della gente. Senza che questa se ne accorga.

 

 

                                                        

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