Ci sono rientrata, dopo tanti anni, ed ho avuto un pugno allo stomaco, una emozione che mi ha fatto, per un attimo, tornare bambina. Ho ripensato a quelle domeniche di buio e di avventura mentre dal proiettore arrivavano immagini in bianco e nero. Ho provato a ricostruire i ricordi: la posizione delle scale, del bancone dei biglietti all’entrata, delle poltrone, ma di tutto questo, non c’era più traccia. All’interno della dogana, un tempo cinema Umberto, solo un grande vuoto. Alzando gli occhi al cielo ho visto i palazzi vicini, a terra ancora tracce di impalcature e del soffitto crollato. Il pavimento eroso dagli anni e dal fuoco, le mura grigie e incrostate. In un angolo nascosto quello che doveva essere, un tempo,  l’ingresso alle scale. Poi un documento impolverato conservato in cornice, chiacchiericci inutili in lontananza, click di foto e penne leggere che scribacchiano appunti. Tra qualche anno vorrei tornarci, superare quella soglia, casomai con mio figlio tra le braccia, e ritrovare emozioni nuove, forti e speranze di un futuro che si puo’, se si vuole, realizzare.

Titti Festa

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