‘A verità!
Tutti i clienti del Bar
Cortina tenevino ‘na
voglia. Fare uno scherzo all’avvocato.
Non perché fosse
particolarmente antipatico ma perché si prestava, con quel fisico allampanato, co’ quei piedi a paletta che poteva camminà puro
‘ncoppa a l’acqua, sempre con quella
bicicletta che, addirittura, quando andava a Napoli, caricava sull’autobus per raggiungere
più velocemente il Tribunale da Piazza
Garibaldi.
Ci pensava ‘o
notaio (così chiamato perché faceva le pratiche per l’immatricolazione
di auto e moto), ci pensava don Augusto, austero e maturo commerciante, ci
pensava Stucchione, funzionario
dell’INPS, ma chi lo fece fu lui.
Con l’aiuto di un seghetto per
il ferro preso nella vicina officina dello Sceriffo aiutò la suddetta
bicicletta ad esalare l’ultimo respiro.
Tutti lo sapevano ma nessuno
mosse un dito per evitarlo.
Lasciarono che l’avvocato
inforcasse il biciclo ferito, e si prepararono ad assistere all’irreparabile
che puntualmente arrivò dopo poche pedalate.
La bicicletta stramazzò
spezzata in due trascinando nella caduta l’avvocato che si ritrovo
sull’asfalto, sotto i platani.
Allora, nel silenzio generale
rotto solo dagli strilli dell’avvocato, dalla soglia del bar con una tazzina di
caffè in mano Stucchione disse:
“ Gerà si proprio ‘no delinquente!”