LA RICORRENZA DEI DEFUNTI , PER NOI RAGAZZINI ERA UNA FESTA...................

Era una festa e mi spiego subito con tutte le coordinate giuste . Anni 50 , Avellino stentava a riprendersi dalla batosta dell'ultimo conflitto , ricominciare e rimettersi in carreggiata era duro , ma il carattere ostinato e instancabile dei nostri genitori fu determinante , non si perdeva tempo per piangersi addosso , ci si dava da fare , bisognava andare avanti , in quegli anni il centro storico rappresentò il vero teatro della rinascita della città , il Carmine con il mercato , via Nappi ( o' stritt a' chiazza ) rappresentò il cuore pulsante del commercio e la rinascita del vecchio spirito degli avellinesi , più giù , si rimettevano in moto le altre attività , la dogana, a fontana re tre cannuoli e fin giù al castello e abbascia a' porta , un fermento indescrivibile , una reazione dettata dal vecchio istinto di sopravvivenza . Ecco il flash di quegli anni , io , agganciato alla mano di mia madre , seguivo il percorso con la solita attenzione curiosa di un bambino , eravamo diretti al cimitero , non prima però , di riunirci con mia zia alla via Matteotti e , più giù , abbascio a'porta , con l'altra zia , da lei era uno spasso per me , la sua famiglia numerosa rappresentava puro divertimento , risate , battute , pettegolezzi , insomma una " full immersion " ( scusate se non è corretto ) nella classica famiglia numerosa e tipica della nostra città . Bene , riunitesi le tre sorelle , s'affrontava l'ultimo tratto che ci separava dal cimitero , tutto ciò rigorosamente a piedi , ma non eravamo mica soli , una processione di persone , attrezzati con fiori e lumini acquistati lungo la strada , le carrozzelle erano per chi poteva permettersele non noi , naturalmente , dunque , bisognava affrontare la salita del cimitero , voi pensate che mia madre e le sorelle smettessero di chiacchierare ? Manc pa' capo , dovevano rifarsi dei giorni precedenti , nel frattempo eravamo arrivati al cancello d'ingresso e , a destra , l'abitazione del custode , a me questo fatto suscitava inquietudine e curiosità , per mia madre diventava tutto un'abitudine , mah , sarà , svegliarsi e addormentarsi con quello spettacolo non doveva essere divertente , comunque , eravamo nel pieno del viavai dei vialetti che dividevano cappelle gentilizie e semplici tombe , ah , la " livella " di Totò com'era emblematica , io , dalla mia visuale osservavo le foto stampate su ceramica dei poveretti , giovani , vecchi con baffi , belle ragazze e bambini che s'imprimevano nella mente , per un bambino , quell'universo era un caleidoscopio infinito , immagini che erano storie di vita vissuta ed ecco il motivo per il quale riesco a descriverle con la stessa nitidezza d'allora . Ah , dimenticavo le soste e le chiacchierate con le amiche e conoscenti delle tre sorelle , insomma s'arrivava fino a tarda sera per incamminarci per l'uscita , non prima d'aver fatto un salto alla tomba di un aviatore " abbattuto nel cielo di Galatina " , il motivo ? Mi piaceva rivedere quel piccolo aereo con la lucina sempre accesa e le ali spezzate sul marmo di quella tomba , eroe a tutto tondo anche per me , un bambino vola con la sua fantasia ecco perché non me lo sarei perso per tutto l'oro del mondo . Stanchi e soddisfatti ci incamminavamo per il ritorno , insieme a tanti altri avellinesi , rigorosamente a piedi , ecco perché , per noi bambini , questa ricorrenza era una festa d'immagini e di nuove sensazioni , anche se quella materia conteneva sofferenze e dolori non ancora sopiti .