'O TRIGGIO

Il cuore di Avellino. Era uno spazio urbano raccolto che si apriva improvvisamente dopo il restringimento di via Clausura, per chi veniva dal Carmine, o compariva improvvisamente sulla destra di chi, provenendo da Corso Umberto, era passato sotto gli stretti archi detti, appunto, del Triggio. Il largo era vivo, sempre. Si presentava come uno spaccato della società avellinese, con i vani terranei occupati dagli artigiani che qui avevano casa 'e potea, e dai cocchieri con le rimesse per le carrozze e le stalle dei cavalli e, negli appartamenti ai piani superiori, dalla borghesia e dai commercianti. Su tutto vegliava e scandiva il tempo la torre dell'orologio, almeno fino al terremoto dell' 80.