C'ho pensato, c'ho pensato tanto. Come è possibile che non riesca a trovare un modo e soprattutto del tempo da dedicare alla mia "odiata" città? La risposta era lì. Proprio nel luogo in cui mi ponevo queste domande: nel mio posto di lavoro. E già, il mio lavoro. Perché è esso che assorbe la maggior parte del mio tempo e delle mie energie. Ed allora mi sono chiesto: come posso rubare un po' di me stesso al mio lavoro, come sottrargli un po' di tempo? Sarà banale, sarà borghese, ma ho deciso di aiutare questa iniziativa con una donazione di 250€. Così avrò lavorato un po' per la mia città, per il suo futuro, per il futuro delle mie piccole figlie. Così metterò a disposizione di chi ha tempo, idee e tempo per realizzarle, ciò che il mio lavoro mi restituisce: il salario.

Oggi sono felice perché ho sconfitto il mio lavoro che mi incatena che mi costringe. Domani sarò felice se la mia città sarà migliore.

                                                                                                                    Angelo Ausania

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