Mi vergogno abbastanza perché tutte le volte che ho letto su facebook i messaggi sulla difesa della dogana di Avellino non sapevo neanche a cosa si riferissero.

Mi vergogno abbastanza perchè per capire bene qual è il palazzo della dogana ho consultato google immagine.

Mi vergogno abbastanza perchè per anni ho passato le mie serate al centro storico e l’unico problema nei pressi delle dogana era capire se vicino alle transenne potevo ricavare un posto per parcheggiare la macchina.

Mi vergogno abbastanza perché per me centro storico è bere una birra nel locale più affollato.

Mi vergogno abbastanza perché quando un amico di Verona mi ha chiesto se Avellino ha una storia romanica, sannita o bizantina volendo degli esempi di testimonianze storico- artistiche, ho sviato il discorso sulla catastrofe del terremoto e sulle speculazioni che ne sono seguite.

Mi vergogno abbastanza della mia ignoranza ingiustificabile, ma oggi mi chiedo se mi vergogno abbastanza di tutta quella gente che non si è mai vergognata di guadagnare sulla mia ignoranza, sul disamore per la mia città, zittendo le mie domande tanto prima o poi sarei andata via, continuando a guadagnare sulle anestesie: anestesia per non percepire più i problemi reali, le brutture inspiegabili, la storia della verità, anestesia per non cogliere più la bellezza esitante, nascosta, quella in punta dei piedi, che attende solo di essere liberata.

 

 

Mi complimento per questa iniziativa, possiate il 30 rompere quelle maledette transenne, prendervi cura amorevolmente dello spazio davanti il bel palazzo della dogana, emozionare, perché solo dal basso si può con uno slancio di onestà guardare in alto fin sopra i palazzi.

 

Dentro corpi anestetizzati ci sono sempre cuori che battono, insieme più fortemente.

 

Mi dispiace molto di non poter dare il mio contributo fattivo all’iniziativa ma mi sono trasferita a Modena e in quei giorni non posso essere ad Avellino.

Privacy policy