Caro Franco,
ti invio quattro foto di un pranzo effettuato nel 1967. Sono la testimonianza di una piccola storia verficatasi 41 anni or sono.Nella tarda
primavera di quell'anno comparve in Avellino un italo-americano a bordo di una sontuosa cadillac color rosa.Era impossibile non
notare quel macchinone che si muoveva lungo C.V. Emanuele,immerso in un mare di utilitarie.Come tutti gli emigranti di
ritorno,ostentava la ricchezza acquisita in maniera identica al personaggio Decio Cavallo-interpretato dall'attore napoletano Ugo
D'Alessio- nel film Totò truffa,quando incautamente pensò di acquistare la fontana di Trevi.Parlava una lingua ibrida,un mix di
inglese,di italiano e dialetto avellinese,come se nella bocca avesse un enorme chevim-gum.Ad esempio,per lui il plurale di mitra era
mitri.Dopo qualche tempo prese a frequentare il caffè Iannone,bar di allora sito di fronte al cinema Giordano.Così fece amicizia con il
titolare e alcuni clienti,raffigurati nelle foto.Molte sere di quell'estate furono vissute davanti al bar con gran divertimento di tutti noi,che
avevamo avuto la fortuna di avere un Decio Cavallo a portata di mano.Alla fine dell'estate,il nostro personaggio decise di rientrare
negli Stati Uniti.Ma qualche giorno prima della partenza decise di offrire un pranzo agli amici.Scelto il ristorante,andammo a pranzo
nel giorno convenuto, da Gigino a Monteforte,lungo la nazionale per Napoli,dalla parte opposta a quella odierna.Ovviamente fu un
pasto luculliano,condito di tanta allegria.Al termine di quella riunione,quando il buon Gigino presentò il conto a mister Tony
Pappalardo,questi si rifiutò di pagare adducendo pretestuosamente il motivo dell'eccessivo numero dei convitati.Infatti, pagò per sè e
ai restanti disse:"Arrangiatevi!".
Si creò una situazione imbarazzante,in quanto molti di noi non avevano i soldi necessari per saldare il dovuto.Forse aveva voluto
vendicarsi degli sfottò estivi,nella maniera più classica,cioè a freddo. In qualche modo, risolvemmo, però provammo sulla nostra
pelle, per la prima volta, il vecchio adagio "Questo va per quello".Ciao.Elio