Aùpo

 

Probabilmente il nome derivava dall'esclamazione o grido d'allarme "al lupo,al lupo". Era così chiamato dagli avellinesi per i suoi caratteri somatici vagamente licantropici. Aveva delle sopracciglia folte,un viso allungato con barba rada e ispida. Ha calcato i marciapiedi della città fino a metà anni sessanta. La sua figura era inconfondibile,come le sue abitudini. Era un vecchio di età imprecisata,anche perché in quegli anni la data di inizio della senilità  coincideva già a cinquant’anni. Indossava un cappotto sdrucito che avvolgeva un corpo ricurvo in avanti e poggiato su un bastone forse vecchio quanto lui.

Può darsi che il pezzo di legno che lo sorreggeva fosse più giovane,ma era mal ridotto per le troppe volte che era stato lanciato contro le persone,sia adulti che adolescenti,che lo deridevano facendogli il verso del lupo,gridandogli "auuuupoooooo". Il povero vecchio trascorreva le notti sulle ampie scalinate degli antichi portoni ottocenteschi esistiti in città fino al sisma dell'ottanta. Nugoli di ragazzi lo infastidivano stanandolo dalle corti degli edifici urlandogli sempre quel maledetto verso. Allora come una belva ferita,abbandonava il suo giaciglio e maledicendo gli astanti,lanciava la sua unica arma di difesa, il vecchio bastone. Di giorno campava dell'elemosina della gente, forse quella stessa gente che di notte si divertiva ad irriderlo, quasi come se avesse pagato il biglietto dello spettacolo serale. Come tutti i meno abbienti  scomparve nel nulla e la città perse un piccola parte di sé, prima ancora che altri fattori più complessi come il consumismo ossessivo, la corsa all'arricchimento, il finto benessere, gli amministratori incapaci, ne facessero smarrire per sempre la sua identità.

 

 

                                                

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