Relata refero
Questa è una storia vera, accaduta subito dopo la guerra, che ha come punto focale dell’azione la Piazza della Dogana, e come protagonista una signora mia parente, oggi novantenne, che ha voluto affidare a me la sua dichiarazione d’amore per il nostro caro monumento. Ve la racconto:
«Avevo deciso di chiudere il mio fidanzamento con F., dopo vari anni di corteggiamento rubato alla sorveglianza dei genitori, tenendoci a quella decente distanza che i costumi di un tempo imponevano alle signorine di buona famiglia.
Durante la guerra avevo cominciato a frequentare l’Università, prendendo a viaggiare, a studiare con fervore, a conoscere altri ambienti… ;la storia con F. non mi interessava più, sentivo lui ormai come un estraneo, in me nessun palpito d’amore. Nessun altro uomo, fra noi, solo una naturale stanchezza, venuta col tempo e con i cambiamenti dell’età. In breve: lo lasciai. Il maschio, per giunta fascista fino al midollo, non digerendo l’affronto, e non potendo accusarmi di tradimenti, se ne uscì in questa assurdità con una mia sorella: “Di’ a S. che me la sposo lo stesso, anche se ha una relazione con L.”. L. era la mia migliore amica! Questa calunnia mi sconvolse: a quei tempi, io la parola lesbica non l’avevo mai neanche sentita pronunciare! E poi, chi era lui per concedermi di sposarmi, pur colpevole e depravata come mi riteneva? Così come stavo, quando ricevetti il messaggio in cucina, scesi e lo cercai, furibonda e sconvolta, per le vie della città. Era il primo pomeriggio, e si doveva festeggiare la Madonna di Costantinopoli. Lo trovai sotto al re di bronzo. Il sorriso con cui mi accolse gli si paralizzò sulle mascelle quando ricevette tre o quattro sonorissimi schiaffoni, che lo lasciarono basito… Ricordo che una commerciante, sulla porta del suo negozietto, commentò: “E che? So’ cominciate già ‘e botte ‘ra Maronna?”.
Hai visto? Anch’io, ai miei tempi, sapevo suscitare passioni!
Ecco il mio ricordo della Dogana, di un pomeriggio di settant’anni fa…».
Carla Perugini