Dichiararsi attraverso un ricordo. Sentirsi parte di qualcosa rivivendo immagini e fotogrammi impressi nella mente. I miei ricordi sono sfocati eppure indelebili. Me la ricordo quella eleganza austera ma ricca di fascino, mi torna alla mente la mia giovinezza e quel palazzo che sembrava il punto di ingresso in un'altra città che allora non conoscevo. Rivedo quei muri che hanno visto parlare e crescere generazioni di avellinesi. Non l'ho mai voluta considerare così come è adesso. Per me quella non è la Dogana, ma solo un'orribile controfigura. Ecco perchè il ricordo, ecco perché quel simbolo vive nella mia mente com'era prima e come è sempre stato. E il vostro-nostro impegno sarà il filo che unirà il come eravamo al come saremo. Riavere la Dogana non è un solo un obbligo ma soprattutto un atto di amore: per chi l'ha conosciuta prima e per chi avrà la fortuna di viverla in futuro. Al lavoro amici.
Claudio Papa