Una mattina del XVI sec davanti alla Dogana di Avellino
  di Elvira Anzalone
Sotto il cielo azzurro e più azzurro le statue della dogana parlavano il loro linguaggio immoto e chiaro,aspettavano con “ferma trepidazione”che sotto si aprisse il mercanteggiare dei venditori affaccendati nel loro contrattare e…ogni mattina era la stessa storia:
“Caspita!!” esclamava Gino “son le mie stoffe più pregiate! orsù non van modificate, è una trama così fine, cosa son queste perline!??”
E Matteo rispondeva “È la moda del tempo,va via come il vento!! Fidati di me son vestiti da re!!”
Più in là distanti dalle faccende maschili, chiacchieravano le dame dell’imminente matrimonio tra la nobildonna Maria de Cardona e Francesco d’Este:
-“Dicon che Maria sia donna pia!! Sposa Francesco duca onesto, è ricco e bello... per lui sta rifacendo il castello!!!!son iniziati i lavori per i lor nobil signori ed è tutto un gran da fare per non sfigurare!!! Beh!Speriam che Francesco sia fortunato il primo marito l’ha sotterrato!!
Le dame annuivano interessate e invidiose,non era certo colpa di Maria se il primo marito,suo cugino Altare de Cardona passò a miglior vita!! Le signore erano solo gelose, Francesco era il figlio di Alfonso, duca di Ferrara e Lucrezia Borgia, Maria de Cardona sposava dunque un Este di Ferrara , bel colpo! ma ella non era certo da meno, fu addirittura Carlo V a promuovere il matrimonio, lei era bella almeno quanto Francesco, dotata di un fascino imponente e con discrete doti di poetessa.
Intanto la mattina non aspettava, trascorreva con i suoi tempi scanditi attorno alla Dogana, consapevole protagonista di mille questioni, i leoni assisi ai lati, introducevano altre storie e altri volti; al primo piano oggi era riunione cittadina, si discuteva di soldi e di quel grano arrivato da Atripalda, su di tutti presenziava Franco, con la sua pacatezza e intelligenza dipanava anche le questioni più difficili…
“30 soldi son troppo, non possiamo accettare il potere dobbiam esercitare, la nostra dogana amministra, la partita và rivista!!! il grano va pagato, di certo non regalato! Ma non a questo tasso sarebbe un salasso!! Daremo in cambio del buon vino..dopo tutto è il migliore di Avellino!! Ricordate che dobbiam lavorare aiutare l’ Este a governare, dicon che Carlo V darà noi favori e privilegi, dobbiam meritar simil fregi, Avellino è capoluogo del vicino, con lui dobbiam costruire il nostro cammino, ci riunirem qui, ogni martedì, discuteremo sul da farsi, senza arrabbiarci, giorno dopo giorno costruiremo il nostro sogno,uniti nella cura di una nuova avventura”

Forse Franco.. allora riuscì nell’impresa.
Sotto Maria de Cardona e Francesco d’Este vi fu prosperità e serenità, Carlo V concesse i sospirati privilegi , ed Avellino divenne luogo importante di traffici e fiere,
al centro vi era la Dogana, che oggi come allora era lì, nella sua monumentale saggezza, presenziava e osservava lo scorrere di giorni e vite, riuniva e divideva gli animi ma, partecipava alla vita cittadina perché ne faceva parte,ne era l’anima stessa. Oggi come allora..
 

 

 

 

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