Avellino “dentro un carboncino”

 

I rilievi della nostra “Collina della Terra” disegnati dall’ artista giapponese Matsuki

                                                                                                     

di Pasquale Matarazzo

 

Qualche amico mi riconosce il dono dell’ubiquità, cosa che, fino a poco tempo fa, non credevo di avere, ma la necessità del sapere ti porta, come un navigato reporter, sempre dentro la notizia, spesso, a conoscere cose inaspettate che ti aprono la mente soprattutto quando gli argomenti riguardano la propria città e il valore dell’identità perduta.

Di ritorno dal paese di Forino, dove mi ero recato per un escursione, mentre percorrevo il centro antico di Avellino mi sono imbattuto in un personaggio singolare, mi ha colpito la sua posa: appoggiato al muro, in fondo a via Duomo, con un carboncino, disegnava la prospettiva dell’edificio di culto e i palazzi prospicienti.

Avvicinatomi mi sono reso conto che i suoi caratteri somatici non erano europei, ma asiatici e incentivato da un saluto ho potuto ammirare l’opera d’arte e, in un ostentato inglese, indicargli altri scorci del centro storico, scoprendo, invece, che aveva già immortalato e colorato altri fogli che rappresentavano i luoghi più caratteristici della Collina della Terra.

Così ho potuto vedere un rilievo acquerellato della stessa, nel quale erano evidenti i caratteri ereditari più forti, la torre dell’orologio, la torre campanaria del Duomo e intorno la natura che sembrava muoversi.

Affascinato dalla bellezza dei disegni, dopo averlo salutato, di corsa, sono andato verso casa , a prendere una copia della pubblicazione dell’Assessorato alla Cultura del comune di Avellino “Aspettando Carlo II” nella speranza di potergliela omaggiare, sulla stessa ho trascritto la mia mail e l’indirizzo del mio blog:www.hirpus.ilcannocchiale.it.

Fortunatamente l’ho trovato, ancora lì, intento a dipingere e quando ho aperto la pubblicazione è rimasto estasiato e non sapeva come ringraziarmi, non conoscendo la lingua, ma quando ha letto l’indirizzo del blog mi ha fatto capire che lui è a Napoli dove lavora  il figlio e che dal computer, in una ricerca dei luoghi della Campania, era risalito al mio blog e avendo visto le foto di Avellino aveva pensato di fare un sopralluogo per dipingere qualcosa.

Dopo pochissimi giorni, sulla mia casella di posta, mi è pervenuta una mail, era il figlio dell’artista, Takuya che, oltre a ringraziarmi per il dono offerto al padre, mi ha rivelato la sua identità, si tratta di Yoshizo Matsuki, artista che vive e lavora a Tokyo dove insegna arte e dipinge quadri di grandi dimensioni raffiguranti bambini ed è membro della Japan Artists Association e della Shinseisaku Association.

Mi riferisce che anche lui è un assiduo frequentatore del capoluogo dell’Irpinia a causa di una collaborazione, occupandosi di grafica, design e architettura, con un architetto avellinese e che il padre quando ha bisogno di “staccare la spina” preferisce venire in Italia a schizzare e questo è il secondo Natale che ha passato ad Avellino che trova una città tranquilla se non fosse per l’incredibile quantità di automobili.

Questa semplice storia mi fa capire che ogni città ha delle risorse, a volta nascoste, spesso non conosciute dagli abitanti del luogo.

L’artista Giapponese ha capito subito quale è l’anima della città, da noi, da anni abbandonata e ne ha voluto cogliere i caratteri più evidenti.

Sovente sento dire, da alcuni amministratori, che Avellino non ha il mare, una scusa usata per coprire tutte le inefficienze, dando man forte a chi, a livello regionale, penalizza sempre più le zone interne.

Ogni territorio si caratterizza per le proprie peculiarità e per la capacità degli amministratori di farne una risorsa.

Nel campo storico, la città, riammagliando e riqualificando il centro antico, naturalmente riempiendolo dei giusti contenuti, può anche accogliere turismo e riversarne i benefici sul commercio e le attività artigianali.

A questo vanno affiancate le idee e valorizzati gli attrattori.

Nessuno sa, per esempio, che la città è un museo di arte contemporanea all’aperto grazie alle opere del ceramista Raro Pastorelli, alcune delle quali si possono ammirare sulla facciata della chiesa di San Ciro, la cui piazza omonima, oggetto di riqualificazione, su progetto degli architetti Giovanni Preziosi e Giacomo Rizzo, si aprirà alla città con una nuova prospettiva e sullo sfondo di via Masucci si potrà ammirare un opera d’arte, realizzata in Corten (materiale resistente alle intemperie) del compianto maestro, designer e critico d’arte Dino Gavina “ L’albero del Bene” che l’artista ha dedicato all’estro di Robert Mallet Stevens (un grande architetto francese del 900).

Su questi attrattori e le idee di progettisti, nei quali ho riscontrato questa nuovo messaggio culturale che è in linea con i miei principi, deve puntare la città, che veicolano le visite di turisti, spinti sia per studio, che per conoscenza, alla scoperta delle caratteristiche del luogo, nell’augurio che questi principi, che ho visto nell’intervento, possano essere i principi generatori di una città globalizzata sotto l’aspetto culturale.

Yoshizo Matsuki, ora è volato oltreoceano e ha portato con se un pezzo di Avellino, forse, un giorno, anche egli, che ha gradito le peculiarità del luogo, imprimendone i tratti più caratteristici sulla nuda tela, potrà arricchire, il patrimonio della città  senza il mare e rappresentare uno di quei tasselli forieri di quella globalizzazione culturale nella quale la città potrà trovare la sua vera vocazione.

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