Passato.

di Ilde Rampino

 

Passato,

le cui tracce segnano

i confini del nostro essere e li forgiano

come incudini dei nostri pensieri,

lasciando segni

che hanno un significato recondito

che non deve svanire

come nebbia al sole

per perpetuare,

testimoni silenti di un’epoca,

i segni di un messaggio,

rivolto a tutti,

per non dimenticare.

 

 

 

 

UN VECCHIO CASTELLO.

di Ilde Rampino

 

 

E’ un castello, sperduto in un bosco,

 ai margini di una valle lontana.

E’ deserto, privo di ogni cosa che ricorda la sua antica vita.

C’è solo qualche pietra, delle scritte

 che descrivono antiche gesta, odi, battaglie.

Non rimangono nient’altro che lettere morte,

 scolpite su una dura roccia:

i visitatori se ne vanno,non c’è più nessuno.

E il castello è lì, isolato ed antico.

Mi sembra di risentire una voce che chiede di riflettere,

di non ripensare agli odi o alle grandi gesta,

 ma ai sentimenti degli uomini che vi sono vissuti.

Un luogo di sofferenza e non di battaglie,

 un luogo di solitudine e non di fastosità,

di uomini che hanno pianto e non di eroi.

Guardo il castello: mi sembra che preghi

di non considerarlo come fanno gli altri,

di non dar retta alle pietre, ma alla sua solitudine.

E mi accorgo che il castello ha una propria vita,

ho compreso finalmente la sua vera realtà.

 

 

 

 

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