IN RICORDO DI BENVENUTO
Mi viene da guardare più intensamente mia madre, non le ho detto di Benvenuto, ma oggi lei è più stanca, non è pronta al caldo, non voleva alzarsi dal letto.
Ma io so che non è neanche pronta a lasciarmi.
Forse Benvenuto invece era stufo. Delle limitazioni che contraddicevano i suoi propositi di autosufficienza, di essere usato come testimone del '900, mentre lui avrebbe voluto esserci tutto intero, giocarsi la narrazione di cose vissute.
Si prestava, comunque, e cercava nei suoi ricordi, prevenendo le mie domande, confondeva teneramente mio padre con i miei zii, più vicini a lui per età.
Una delle storie è uscita estratta dalla collezione delle mie mitologie, con l'aggiunta dei particolari logistici di quelli che inverano. La presentazione della prima radio a casa del nonno, a palazzo Balestrieri - ci abitavano anche gli Spagnuolo -, quando mio padre - questo non sapevo e me lo ha raccontato Benvenuto - aveva attaccato l'antenna alla Torre dell'orologio: non l'avrei mai pensato così, il mio papà, non era più solo un ingegnoso inventore, di più: un equilibrista in bilico, un eroe, di più ....
E Benvenuto con lui, che ascolto e mentre dispensa eternità, si fa eterno anche lui.
E per voi, cari fratelli Spagnuolo - e per voi, cari Avellinesi.it - stasera non riesco a scrivere oltre: stasera tutto è meno eterno, se lui ci è venuto a mancare.
Fiore
CIAO BENVENUTO, SARA SEMPRE CON NOI
AVELLINESI.IT