Gentili Avellinesi,
Mi chiamo Luca e sono il nipote di Benvenuto Spagnuolo.
Ho trovato davvero commuovente la pagina dedicata nel Sito sul ricordo di mio nonno recentemente scomparso.
Desidero ringraziarvi di cuore per questa iniziativa e allo stesso
tempo vorrei contribuire anche io perché la memoria di mio nonno
non sparisca col passare degli anni.
Salutando per sempre mio nonno dico addio anche al '900. Per me mio
nonno era tutto il '900: non crederò mai alla storia che lo
vuole nato nel Febbraio del 1917; mio nonno è nato il 1 Gennaio
del 1900.
La vita ci fa scoprire, tra le altre cose, che il mondo contingente sia
solo una grande menzogna. Non è la guerra che ha fatto in Africa
a far di mio nonno un uomo del XX secolo. E non è neanche
perché lo si dica nato nel 1917. La sua pelle, i suoi occhi
azzurri, i suoi pochi capelli in testa, tutto era '900 in lui. La sua
calligrafia! Li vedo tutti i grandi scrittori del '900 a scrivere nella
stessa maniera di mio nonno!
La sua voce risuona degli anni terribili vissuti in guerra. Mi diceva
sempre: “Ciò che non perdonerò mai al fascismo sono
gli anni di vita militare che ho vissuto.
È per colpa della guerra non mi sono laureato.” Queste
parole, dette dalla bocca di mio nonno, risuonano di trincea, hanno il
sapore della sabbia africana conficcata negli occhi, nel naso, e
bruciano come il sole del Sud.
Quella voce aveva tutto il disastro, la speranza e l'illusione di un secolo.
Per quanti libri abbia letto o leggerò in futuro su questo
grande secolo, niente avrà lo stesso sapore delle parole di mio
nonno.
Mi reputo fortunato per questo.
Se la vita non l'ha risparmiato, la Memoria lo salverà. Ci
salverà tutti se lo vogliamo. Io ho 23 anni e voglio avere
speranza. Se qualcosa ci insegnano le grandi storie, è che solo
la memoria, la scoperta e ri-scoperta di noi stessi, può darci
la mano e insegnarci a camminare.
Come le cose belle del mondo, la Memoria non dà giudizi. Chi giudica non ha memoria e non ha il senso del bello.
Questo mi ha insegnato la vita di mio nonno e non lo dimenticherò mai.
Io ho 23 anni e voglio avere speranza.
Concludo questa breve lettera con le parole di un grande poeta del
'900. Non ha avuto una vita facile, eppure non gli è mai mancata
la speranza. Il suo nome è Nazim Hikmet
Il mio secolo non mi fa paura,
il mio secolo pieno di miserie e di crudeltà
il mio secolo coraggioso e eroico.
Non dirò mai che sono vissuto troppo presto
o troppo tardi.
Sono fiero di essere qui, con voi.
Amo il mio secolo che muore e rinasce
un secolo i cui ultimi giorni saranno belli:
il mio secolo splenderà un giorno
come i tuoi occhi.
Grazie.
Luca Maria Spagnuolo