Un caro
saluto.
Ieri sono ripassato sulle belle pagine che raccontano
splendidamente l’antropologia e la storia della città.
Però una sensazione spiacevole perdura.
Sono passati alcuni anni e ancora mi rammarica che non
venga citato mio padre la cui presenza e anima sono
inscritte nelle pietre, nei muri, nelle vite, nella
benevolenza di questa città e dei suoi abitanti.
Addirittura in temi come quello della scuola o della
politica è completamente assente.
Eppure ha dato tanto e chiunque saprebbe riconoscerlo.
Sono forse io che a 60 anni mi sto avvelenando di
ipocondria? non credo.
Ogni volta che torno in città e qualcuno scopre a chi
sono figlio è come se un grande affetto spontaneo e non
falso, una specie di riconoscenza mi avvitassero
invisibili e magiche.
Grazie per l’attenzione .
Affettuosamente
Michele Vietri