Pensieri di un deficiente

 

Per quel che ne sapeva era sempre stata lì, la vecchia dogana. Esattamente dov'è ora.

Da prima che lui nascesse.

Da prima che nascesse suo padre, e suo nonno e il suo trisnon...

<< Come si dice Mimì? Dai sforzati... Pensa Mimì, pensa...>>

 

Mimì conosceva bene la storia della dogana perché alle elementari la maestra, bacchettandogli i palmi ogni tanto, gliene aveva a lungo parlato:

            <<la fontana di bel-le-ro-fon-te ovvero dei tre cannuuoOoli, il castello, il campanile             dell'orologggio e la vecchia dogana col reuccio...>>

guai a non saperli, erano  i 4 monumenti della loro ridente cittadina.

<< papà... ma che significa ridente? >>

<< che ride>>

<< e allora pure noi possiamo ridere? >>

<< eh... se proprio ti viene la voglia... >>

 

Certo, niente a che fare con il colosseo, pompei, la valle dei templi... Era nato in una città con 4 monumenti. Potevi rimanerci male per un po', ma alla fine te ne convincevi:

<<4 non è un cattivo numero. Non è molto, è vero … ma nemmeno poco. Quattro è... è come i 4 moschettieri, che ne so, ...i fantastici 4,... i 4 cavalieri dell'apocalisse! Quattro è quattro. Ed è tutto quello che abbiamo! >>

 

Questo era l'unico pensiero di Mimì e della sua espressione inebetita di bambinone mai cresciuto, incassata dentro la testona rotonda  e il corpo opulento di 50enne, “quattro è quattro, ed è tutto quello che abbiamo”.

 

Sin dalle elementari, i numeri erano l'unica cosa che lo rassicurava.

Mimì non ne aveva mai voluto sapere della storia, perché  c'erano troppi nomi da ricordare e troppe date, troppe guerre, troppi morti!

Si rifiutava d'imparare la geografia, con tutte quelle nazioni colorate che contenevano le città, le catene montuose che contenevano i massicci, i mari che contenevano le isole...

E odiava l'analisi logica e grammaticale.

<< si applica, ci tenta, arranca... ma non ce la fa. Amèn >>

Odiava gli aggettivi qualificativi e i verbi irregolari e i complementi a luogo e le parti variabili...  gl'incollavano la lingua al palato.

I numeri no! I numeri erano facili. Non ti dovevi ricordare niente. Se sapevi contare fino a 10 allora potevi contare tutto il mondo.

I numeri non dicevano bugie, e non giudicavano.

<<1 è 1, 2 è 2... quattro è quattro,

da sempre... come i 4 monumenti di Avellino>>  

Paolo Capozzo

 

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