Sciabilione
La sua figura era inconfondibile. Abbastanza alto,con occhiali scuri da non vedente, volto incavato, con un bastone in mano che agitava per aria quasi a sottolineare l'immagine che voleva diffondere: il predicatore. Era facile incontrarlo per le vie della città, in maniera particolare nei pressi della confluenza di C. V. Emanuele con piazza Libertà, dove, urlando, lanciava le sue invettive contro chiunque. Parlava, gridava, facendo roteare il suo bastone, quasi a sottolineare le sue verità, contro il potere, contro i passanti responsabili della qualità degli uomini inviati nei posti di responsabilità, contro tutti e tutto. Sciabilione è stato, forse, l'antesignano dei tuttologi odierni, che si affacciano dallo schermo televisivo, trinciando giudizi, inviando messaggi sibillini, appellati, in modo più chic, opinionisti. Infatti esprimeva in pubblico le sue opinioni sui fatti di politica, di cronaca e su quant'altro poteva attirare l'attenzione dei concittadini. Anch'egli utilizzava un mascheramento, un schermo di protezione per diffondere le verità, le mezze verità, le calunnie: faceva il cieco per non essere visto, si comportava da povero mentecatto per godere dell'impunità che di solito si accorda agli squilibrati quando si desidera ascoltarli per vivere attimi di ilarità. Probabilmente, essendosi ispirato al personaggio Ciampa nella commedia “Il berretto a sonagli”, che invitava a dichiararsi pazzi per spiattellare in faccia a tutti la verità, Sciabilione vomitava di tutto, proprio come fanno oggi gli editorialisti televisivi, che protetti dall'occhio della telecamera, senza alcun interlocutore,in assenza di qualsiasi forma di contraddittorio, lanciano invettive, minacce, avvertimenti chiari o sibillini ai diversi settori o gruppi di potere. Naturalmente qualche differenza esiste tra Sciabilione e i suoi discendenti: il finto cieco forse esprimeva solo uno sfogo per non implodere nella sua pazzia, vera o finta che fosse, mentre i "solisti " della carta stampata e del tubo catodico, nella piena consapevolezza di appartenere al "quarto potere", mediano, trattano, scodinzolano, adulano, ironizzano solo per continuare ad esistere come protagonisti nel mondo della comunicazione.