Buonasera, mia madre classe 51, abitava in via Carducci, (Piazza Macello), spesso mi racconta di una sorgente dove lei e tutti i contadini dell'epoca si abbeveravano. La ricorda col nome di "Rimpitiello". Avete notizie al riguardo?!
Chiedo scusa per il ritardo ma solo da qualche ora ho riavuto la disponibilità del mio computer. Veniamo alla richiesta del nostro amico. Sicuramente il riferimento è a quello che era conosciuto come "Rimitiello" . Era, e forse lo è ancora, un ruscello attualmente individuato dal canale di scolo che scorre tra il Provveditorato agli studi e le facciate posteriori dei fabbricati che costeggiano via Carducci. È stato spostato ed è, quasi per l’intero percorso, interrato. La poca acqua che porta, e speriamo che resti poca, scorre sotto il parcheggio dove prima si trovava il macello e raggiunge il San Francesco dove stazionavano gli autobus per Napoli. L’andamento, per intenderci, con tutte le serpentine che faceva, tipico dei corsi d’acqua che scorrono nelle piane alluvionali, ricalcava grosso modo, partendo dalla sorgente che si trovava nei pressi della proprietà Capozzi, dietro il fabbricato dell’ASL, l’attuale via Carducci. Le sue acque, provenienti da Montevergine, invitavano ad una piacevole passeggiata nel verde, oltre al fatto che i terreni nelle sue immediate adiacenze, sempre umidi, erano per elezione destinati ad essere lavorati ad orto ed i contadini della zona lo facevano mirabilmente. I luoghi sono stati completamente trasformati in un informe agglomerato urbano. La documentazione fotografica ne è la prova. Il corso d’acqua si individua chiaramente nella vecchia cartolina. La strada in primo piano è l’attuale via Carducci, allora denominata Beata Francesca. Il corso d’acqua è quello scavalcato dal ponticello visibile al centro della cartolina. Per avere un riferimento tristemente riscontrabile si faccia riferimento alla casa colonica al centro della foto. Esiste ancora, disabitata e nascosta dal fabbricato dove c’è il supermercato della Conad.
PINO BARTOLI
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Un caro saluto.
Ieri sono ripassato sulle
belle pagine che raccontano splendidamente
l’antropologia e la storia della città.
Però una sensazione
spiacevole perdura.
Sono passati alcuni anni e
ancora mi rammarica che non venga citato mio padre
la cui presenza e anima sono inscritte nelle pietre,
nei muri, nelle vite, nella benevolenza di questa
città e dei suoi abitanti.
Addirittura in temi come
quello della scuola o della politica è completamente
assente.
Eppure ha dato tanto e
chiunque saprebbe riconoscerlo.
Sono forse io che a 60 anni
mi sto avvelenando di ipocondria? non credo.
Ogni volta che torno in
città e qualcuno scopre a chi sono figlio è come se
un grande affetto spontaneo e non falso, una specie
di riconoscenza mi avvitassero invisibili e magiche.
Grazie per l’attenzione .
Affettuosamente
Michele Vietri
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Buongiorno
Mi è capitato di vedere il sito e mi sono soffermata a guardare qualche foto
Questa in particolare mi ha fatto ricordare quando ero bambina e da Milano, nel mese di agosto, si veniva in vacanza ad Avellino con la mia famiglia (fino al 75) e ovviamente si andava a trovare tutti i parenti.
La via Francesco Tedesco era quella con la maggiore concentrazione di case degli zii, nonché la strada che portava alla stazione.
Il balcone sopra il portone (credo di ricordare la scritta F.lli Torchio o Tonconi) era dell’appartamento di mia zia Genoveffa Venezia sposata con Ciccillo (francesco) Cozzolino (sorella di mio papà Guido e figlia di Giovanni detto O’Paccione, a sua volta cugino del Vescovo Venezia)
Con il terremoto il palazzo è stato dichiarato inagibile e gli occupanti trasferiti e la mia zia andavo a trovarla alla ferrovia (perché alloggiava tra container e roulotte)
Alla ferrovia ci lavoravano i miei zii Sabino e Attilio Venezia come trasportatori di TIR.
Se vi fa piacere vi manderò delle foto di famiglia scattate nelle vie di Avellino prima degli anni ‘60.
Un cordiale saluto
Gabriella Venezia
Ricordi dal Tartarino: una bella
lettera di Antonio Chen
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Gentile Prof. Festa,
mi permetto di scriverle perché, quale assiduo frequentatore del sito www.avellinesi.it, ho potuto costatare che, nonostante il sottotitolo Memoria visiva del novecento, sono giustamente presenti anche memorie non visive e non necessariamente del novecento. Questa premessa per comunicarle che a giorni uscirà un mio romanzo (il primo e forse l'ultimo) dal titolo La fontana di Bellerofonte, 1820 che abbraccia circa nove mesi (dal giugno 1820 all'aprile dell'anno successivo) e che, sebbene sotto forma di romanzo, racconta, quasi giorno per giorno, gli avvenimenti dei moti carbonari in Avellino fino all'invasione austriaca. Oltre ai personaggi di fantasia, necessari alla trama narrativa, sono presenti molti protagonisti di quei fatti, dai più noti come Lorenzo de Concilj, Serafino Pionati, Giacinto Greco, gli Imbimbo ed altri, anche uomini del popolo realmente esistiti che portavano cognomi tuttora presenti in città, ma dell'esistenza dei quali quasi nessuno conosce qualcosa. Sono pescivendoli, calessieri, salumai, cantinieri, bottegai, ecc. sullo scenario fatto di luoghi ormai scomparsi, come il largo dei Sette Dolori, il Carminiello, il teatro ferdinandiano, la chiesa di San Francesco e altri, o di cui rimane solo qualche vestigia, come la Dogana a noi tanto cara, oppure qualcuno che ancora resiste, come S. Antonio Abate, la chiesa della Trinità o quella di San Francesco Saverio, oggi più nota come Santa Lucia.
Il libro sarà distribuito nelle librerie italiane a partire dal 9 gennaio prossimo, ma sarà presente in quelle della Campania già prima di Natale.
Celestino Genovese
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Buonasera,
sono Raffaele Romeo (Lello per gli amici di Avellino), un frequentatore attento del vs sito. Sono un avellinese trapiantato dal 92 prima al Nord (Milano) ed ora in Svezia.
Leggendo nella vs nuova sezione dedicata alle lapidi commemorative cittadine, ho trovato il riferimento a quella relativa alla battaglia di Dogali, da me già conosciuta.
Ebbene, in occasione del mio viaggio in Eritrea nel 2009, ho avuto modo di visitare e fotografare il sacrario dedicato ai nostri connazionali morti in quella battaglia di cui vi invito anche a leggere,qualora non ancora fatto, la storia. Il sacrario si trova nel deserto eritreo lungo la strada che collega Massaua ad Asmara. Luoghi dove, in varie stagioni della storia, hanno trovato la morte tanti nostri connazionale.
A tale proposito, vi invio alcune foto scattate in quella occasione con la preghiera di pubblicarle qualora fossero ritenute degne di nota. Una di queste lapidi è dedicate al Maggiore Tirone che, in considerazione del cognome, credo possa avere avuto i natali in Irpinia. Questo potrebbe giustificare la lapide degli studenti?Forse si.
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Cari amici,
un pò per vanità, un pò per dolce nostalgia invio due foto relative ai campionati studenteschi del 1962,gara degli 80 metri ostacoli. Il mio pensiero va con affetto al prof. Pizza, del Liceo Scientifico P.S.Mancini, che con impegno e dedizione assolveva ai suoi compiti di educatore.
Cordiali saluti
Rino Freda
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Cari amici,
Complimenti per la bella pagina dedicata al Prof. Biondi. Grazie anche per avermi menzionato per la ricerca effettuata.
Oggi se conserviamo in buono stato molti strumenti lo dobbiamo al lavoro di ricerca e restauro iniziato 20 anni fa e continuato per un certo tempo. (Pochi ne hanno capito e apprezzato il significato)
Se riuscissimo a completare l'opera con la catalogazione e il restauro degli altri strumenti e quindi esporli in un luogo pubblico, anche la figura del grande Enrico Biondi acquisterebbe maggiore importanza nel ricordo di quanti lo hanno conosciuto.
Speriamo bene.
Grazie
Gaetano Abate
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Oggetto: Il sito degli “avellinesi”.
Egregio prof. Franco Festa,
mi consenta di esprimere le mie congratulazioni a Lei ed al Suo staff per il bellissimo blog che avete istituito e che casualmente ho conosciuto. Innanzitutto mi presento: sono Martino Pirone, Irpino di nascita e Varesino di adozione. Sano nato a Monteforte I. nel 1939 e mi sono trasferito in provincia di Varese nel 1958, mantenendo però sempre i contatti col paese natio, con l’Irpinia e con il Meridione in generale.
Giorni addietro ho ricevuto una e-mail dal prof. Donato Violante il quale, oltre ad essere insegnate dell’Istituto Tecnico Commerciale “Amabile” e quindi Suo collega, è anche il Presidente dell’Associazione Irpinia Nostra, mi ha comunicato che il 29 settembre verrà festeggiato il centenario dell’Istituto “Amabile”. Il prof. Violante, anche ideatore della rivista “Irpinia ed Irpini”, alla quale cerco di apportare una mia modesta collaborazione, avendo appreso dal mio C.V. il titolo di ragioniere ha pensato che io avessi frequentato a suo tempo detto Istituto, invece l’ho conseguito successivamente a Varese. Al prof. Violante ho spiegato che ad Avellino, negli anni 1955 – 57, frequentai la Scuola Tecnica Commerciale “F. Solimena” (biennale = computista commerciale) che si trovava in Via S.ma Trinità, abolita con la riforma scolastica degli anni ’60.
Intanto che cercavo su internet qualche notizia su detta scuola ho trovato il sito di “avellinesi.it” dove, guardando le fotografie di scuole, di alunni e di professori, con immensa sorpresa, dopo circa 60 anni, ho visto e subito riconosciuto il prof. di “educazione fisica” Contino con la didascalia: “la molla all’atletica irpina”. Proseguendo la visione delle foto ho provato un’altra bella emozione nel vedere il mio professore di “ragioneria” Carmine Di Sapio con la didascalia: “Il prof. Carmine Di Sapio alla Ragioneria, anni 50 – 60”, dicitura che secondo me andrebbe corretta in : alla Scuola Tecnica Commerciale “F. Solimena”.
Egregio professore Le chiedo scusa se mi dilungo ancora, ma vorrei raccontarLe un’ultima, fortuita coincidenza: due giorni fa sono andato a Bergamo da una mia sorella per accompagnare un nostro parente con la moglie, venuti a trovarci dal Canada. Mia sorella ha tirato fuori una grossa scatola contenente una quantità enorme di vecchie fotografie, immagini di tanti ricordi! Nel vederle e commentarle ho trovato con mia grande meraviglia, perché non sapevo che mia sorella l’avesse conservata, la foto della I^ classe (anno sc. 1955-56) della Scuola Tecnica Commerciale “F. Solimena” di Avellino ( io sono accoccolato, il terzo da sinistra e indicato dalla freccia). Il primo a sinistra in piedi è il prof. Contini.
Le sarei oltremodo grato se vorrà pubblicare questa foto su “avellinesi”, anche se non sono nativo di Avellino, e sarei contento anche di avere notizie, tramite il suo giornale, di coloro che dovessero avere l’occasione di vederla e riconoscersi.
La ringrazio per la cortese attenzione e Le porgo distinti saluti.
Martino Pirone
Arcisate (VA), 24 settembre 2012
SPESSO VEDO LE IMMAGINI SULLA STORIA DELLA CITTA' ED ESSENDO AVELLINESE VADO INDIETRO CON LA MEMORIA ALLA RICERCA DI RICORDI DELLA VITA VISSUTA DA PICCOLO TRA IL CINEMA UMBERTO E PIAZZA LIBERTA'.
OGGI FRA I TANTI RICORDI DI UN PASSATO NON MOLTO LONTANO,RISALTA QUESTA FOTO CHE MI E' PARTICOLARMENTE GRADITO INVIARVI. RIGUARDA LA CERIMONIA DI CONSEGNA DELLA MEDAGLIA DI BRONZO AL MERITO CIVILE(INTERVENTO A QUINDICI) CONCESSA AL MIO REGGIMENTO,IL GLORIOSO 231° RGT AVELLINO CHE HO AVUTO L'ONORE E IL PIACERE DI COMANDARE PER 42 MESI. CORDIALI SALUTI-
GEN.PASQUALE FUSILLI
Carissimi amici di Avellinesi.it,
sono un appassionato visitatore di questo ottimo sito, che
nel mio piccolo ho contribuito ad arricchire un po’ con
ricordi e qualche foto. Non è la prima lettera che invio,
ma ora dopo tanto tempo dall’ ultima che ho spedito e che
è stata prontamente pubblicata, sento di dover aggiungere
qualcosa.Vorrei condividere con tutti voi le mie
personalissime emozioni riguardo la nostra amata città.
Leggendo le lettere sul sito, mi imbatto spesso in
commenti nostalgici riguardo l’Avellino prima del 1980 che
la ritraggono come un mondo lontano, forse bucolico,
purtroppo perso irrimediabilmente. Al tempo stesso, non
mancano giudizi impietosi e arrabbiati sulla città
attuale, che, nel confronto con quella cancellata dal
sisma prima e dall’uomo poi, ne esce tristemente
malconcia. Bene, riguardo a ciò, non mi sento di
aggiungere altro, né tanto meno potrei farlo, visto che
quella città “perduta” purtroppo l’ho vissuta ben poco,
considerando che nel 1980 avevo solo 9 anni. Tuttavia, a
dire il vero e scevro da ogni sentimentalismo, ricordo
delle zone della città che almeno verso la fine degli anni
70 erano tutt’ altro idilliache.
Ma non è questo di cui voglio parlare. Vorrei provare a
spiegare perché l’idea che ho io di Avellino sia
differente e sicuramente di gran lunga più generosa. La
città che ha fatto da sfondo alla mia adolescenza e
giovinezza e che ho imparato a conoscere, a vivere ed ad
amare fino a farla entrare nelle pieghe più intime del mio
essere è soprattutto quella degli anni 80. Credo che tutti
quelli della mia età e senz’altro quelli più
anziani ricorderanno com’era ridotta la città
nell’immediato post-terremoto. Per quanto tempo le
macerie, i cartelli di inagibilità, le transenne, i
silenzi polverosi, l’abbandono hanno fatto da triste e
dolorosa cornice alle nostre giornate, alle nostre
emozioni, alle nostre passeggiate, alla nostra vita di
ogni giorno. Questa è l’Avellino dei miei ricordi da
piccolo e da ragazzo, perciò, non posso che provare un
sussulto di gioia rassicurante, quando
oggi, attraversando a piedi il
ponte della Ferriera per andare a prendere il pullman che
mi porterà a lavoro a Napoli, sento i rintocchi della
Torre dell'Orologio battere le 7.30: per quanto tempo
quella stessa torre è apparsa tragicamente capitozzata ai
miei occhi? Come si fa a non respirare di nuovo la vita
che ricomincia a brulicare attraverso i palazzi finalmente
abitati e gli esercizi commerciali che finalmente
cominciano a riaprire in via Generale Cascino? Per quanti
anni abbiamo attraversato quella stessa strada senza
palazzi, senza vita, e che solo il 23 novembre si
illuminava della luce tremolante di lumini pietosamente
deposti sui muretti, che delimitavano lo spazio dove prima
insistevano i palazzi, a ricordare chi quella terribile
sera perse la vita? E la lista potrebbe continuare
per ogni strada e angolo di gran parte della città!Certo
alcuni bellissimi scorci della città sono andati perduti
per sempre e con essi l'umanità che li ravvivava, certo
qualcosa si poteva fare meglio.. Tutto verissimo!Ma,
permettetemi di dire che l'Avellino, che vivo
oggi e che fa da sfondo alla
vita dei miei tre piccoli bambini, ai miei occhi è
decisamente più accogliente, colorata, viva, vivibile, a
misura di bambino e, oserei dire con tutto il cuore, più
bella di tante altre città non solo italiane, e,
soprattutto, sicuramente migliore, di gran lunga migliore,
di quella dei miei ricordi.
Un abbraccio a tutti,
Martino Forino
forino@unina.it
Sono un ragazzo di 27 anni nato ad
Avellino, vorrei farvi i complimenti per il
sito che avete creato davvero bellissimo. A volte
incomincio e non mi stacco
più nel vedere la nostra storia e non nego che qualche
lacrimuccia mi scappa di
tanto in tanto. Purtroppo a causa del sisma ed essendo
nato nell'84 ho visto
soltanto la città moderna (il volto semibrutto di una
città che sembra abbia
perso tanto, fatta di palazzoni e piazze moderne dove
la storia viene rimossa o
dimenticata vissuta da giovani che non sanno nemmeno
dove si trovano e cosa
vogliono dalla vita) e grazie a voi riesco a vedere ed
a immaginare quanto era
bella la nostra Avellino. Complimenti davvero e in
attesa di nuove immagini vi
porgo i miei saluti.
Schettino Raffaele.
Buongiorno professore,
la chiamo così come l'ho conosciuta nel 1984 (circa) quando è stato mio insegnante di tecnologia delle costruzioni all'Istituto Tecnico per Geometri
"Oscar d'Agostino" di Avellino. Comincio subito col darle molta "responsabilità" (scherzo) della mia scelta di studi, essendo anch'io architetto.
Da FB ho scoperto per puro caso il sito www.avellinesi.it, di cui lei è coordinatore e, con questa mia mail voglio esprimere a lei e agli altri
ideatori, tutta la mia gratitudine per la creazione di un "luogo della memoria" che contribuisce a tenere salde le radici di chi in quella città ci ha vissuto
(io per 28 anni). Tutto questo viene esaltato dalla mia condizione di avellinese che, per ragioni di lavoro, se ne è dovuto allontanare nel 1994.
Nel 1995 mi sono laureato con una tesi su piazza Libertà, sulla chiesa di S.Francesco ed il suo ruolo primario nel disegno della piazza stessa. L'area
tematica è stata la fotogrammetria e, in particolare, la restituzione fotogrammetrica da foto d'epoca. L'obiettivo raggiunto con quella tesi è stata la restituzione dei veri prospetti (in scala) delle due facciate della chiesa prospicienti la piazza.
La proposta che vi faccio, sempre che non l'abbiate già fatto "a mia insaputa" :-), concerne la diffusione di quelle immagini che potete trovare, nel caso
foste interessati, nelle seguenti pubblicazioni:
1. Architetti Irpini, pubblicazione periodica tecnico-professionale a cura dell'Ordine degli Architetti della Provincia di Avellino, Anno IV, n. 14,
gennaio giugno 1995, pp. 92-97;
2. La Rappresentazione dell'Architettura, Bollettino informativo del Dipartimento di Configurazione e attuazione dell'architettura, Anno IX, n. 16-
17, dicembre 1995.
Congratulandomi ancora per l'iniziativa e sperando di potervi essere utile, la saluto cordialmente, così come la ricordo.
Emilio Saporito.
E' possibile sapere a quanto corrisponde in unita' di misura "un quarto di fiore" presumo sia farina, che e' una ricetta pubblicata nel vostro sito ricopiata da vecchie ricette della "zia Nunzia"? La ricetta è quella della pasta a vento
Giuseppe Saccà
La risposta di Fiore Candelmo:
E’, credo, corrispondente a 250 grammi. Il quarto dovrebbe essere riferito a 1 kg.
Anche se nelle ricette si fa riferimento spesso alle once, per il fatto che la unificazione delle unità di misura al sistema metrico decimale non era ancora diffusa, penso che questa ipotesi possa essere valida in quanto, in passato, la vendita al dettaglio era fatta proprio con queste dizioni. Essendo figlio di una salumiera, mio padre citava anche lui queste misure, le once erano in fase di dismissione.
++++++++++++++++++++++++++++++++++
Per caso mi sono imbattuto nel vostro sito e sono stato spinto prima dalla curiosità e poi dall'onda dei ricordi. Lentamente sfogliando l’archivio fotografico ho ritrovato l'immagine di una persona a me cara che ha segnato la mia la prima gioventù: Benito Maffei mio cugino acquisito avendo sposato mia cugina Cecilia Lombardi . Il rivedere luoghi, vie, istituti scolastici (elementari Solimena-Istituto tecnico Amabile) mi ha riportato indietro nel tempo lasciando calare un velo di malinconia, di nostalgia, di tenerezza; è stato il ritorno di un passato mai dimenticato ed il ritorno alla la memoria della mia infanzia e adolescenza .
Utilizzando un etimo portoghese/brasiliano che esprime al meglio il mio stato di animo sono stato pervaso da una dolcissima “saudade”.
Vi allego alla presente due foto del mio periodo di frequenza delle scuole elementari F.Solimena di Viale Italia 2 e qualora lo riteniate possibile vogliate pure pubblicarle in modo che altri si possano in esse riconoscere
Cordiali saluti Sabatino Marcello
Sabatino Marcello nato a Napoli ma vissuto in Avellino fino al 1962.
Ho abitato a lungo nello stabile di famiglia oggi completamente ricostruito in Viale Italia al n.22 ( proprio di fronte Istituto professionale Amatucci )e poi in Via Cavour.
++++++++++++++++++++++++++++++++++
Carissimi,
da quando ho scoperto il vostro sito, bellissimo, sono una vostra appassionata lettrice ed estimatrice.
Vi ho già scritto ed inviato foto della "Gelateria veneta" che appartenne alla mia famiglia dal 1949 al 1959.Fra le foto di quel periodo che nessuno di noi ha mai dimenticato ho trovato una foto che ritrae due nostre "ragazze" e un "ragazzo" che si chiamava Gerardo Cuciniello e che lavorò per un periodo nella nostra gelateria. Era un ragazzo gentile e servizievole, lo ricordo con tanto affetto, io ero una bambina terribile e capricciosa e lui era sempre così paziente con me, mi accompagnava a scuola e mi veniva a prendere, mi comprava qualche liquerizia dai banchetti davanti alla scuola elementare e sopportava i miei capricci.
Mi farebbe molto piacere sapere qualche sua notizia, forse fra i vostri lettori ci sarà di sicuro qualcuno che lo avrà conosciuto.
Grazie per il vostro lavoro che fa rivivere emozioni e ricordi tra coloro che ebbero la fortuna di vivere in quella meravigliosa città che era ed è Avellino!
Buon lavoro
Liliana Mosena
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Grazie tante,
è un lavoro bellissimo, mi ha insegnato tanto sulla mia
città. Tantissimo cose che, per chi come me, vive ad
Avellino è grave non sapere. Sfortunatamente credo sia
un qualcosa di unico nel suo genere, sarebbe bello
svilupparlo e farlo vedere a tutti. E’ un lavoro molto
importante di recupero delle radici avellinesi. Spero di
poter contribuire in qualche modo e farlo al più presto.
Ancora grazie per il fantastico lavoro di recupero che
c’è sul sito.
Carlo Sibilia
Carissimi concittadini, approfitto dell 'occasione per augurare a tutti una felice Pasqua, con tutta la simpatia per il lavoro che svolgete.
Rovistando nei vecchi album di famiglia , ho ritrovato questa vecchia foto che vi invio, chissà che l' allora ragazzino non si riconosca, mi farebbe piacere risentirlo.
Il ragazzo che con le dita fa il numero TRE, era un nostro compagno di giochi di allora anni '50 in Piazza Libertà, credo si chiamasse Alberto Guarino, il padre era l' usciere del Tribunale, in questa foto, lui è vicino alla bancarella di mio padre in piazza Libertà, credo che sia tra gli anni 1952 - 55 , non ricordo bene, Alberto aveva l' età di mio fratello che è più grande di me, erano molto amici ed insieme hanno fatto tante marachelle, ne hanno combinate tante che una volta sono finiti sul giornale per essere rimasti intrappolati nei cunicoli sotto il tribunale....
Sullo sfondo si vede l' insegna della pizzeria O' SOLDATIELLO , mitica pizzeria che adesso mi dicono non c' è più.
Se il ragazzo di allora mi vuole contattare, mi farebbe un gran piacere.
Auguroni a tutti coloro che si connettono sul sito.
Antonio Chen
Salve,
il sito avellinesi.it rappresenta per me un
appuntamento quotidiano irrinunciabile.
Trovo assolutamente interessanti tutte le pagine
perché contribuiscono ad arricchire
la mia memoria del passato, dai personaggi
ai luoghi della mia amatissima città.
Vorrei veder pubblicato, qualora lo riteniate
possibile, il racconto allegato,
scritto da Felice Mondo in memoria di Federico
Damaso, uno dei tre ragazzi morti nell’incidente
stradale della notte di Natale del 1992. Felice
e Federico erano amici per la pelle
essendo stati compagni di banco al Liceo
Colletta e, successivamente, per aver
diviso la stessa stanza in un
appartamento di Napoli ove entrambi
frequentavano la facoltà di ingegneria.
Cordialità
Maria Petruzziello
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Era
il 1963, avevo, beata me, 17 anni . Ero
in vacanza con i miei genitori a
Cattolica e mi innamorai, come solo a quell'età può
capitare, di un ragazzo
alto alto, biondo biondo che viveva ad Avellino,
studiava alla facoltà di
farmacia di Napoli, ed era figlio di un
veterinario. Questa infatuazione
(probabilmente solo da parte mia) si protrasse per
circa cinque anni con
rarissimi incontri estivi e lunghissime attese
di rare lettere. Oggi, che
sono una signora agée, un po'
ingrassata, parecchio invecchiata, ma
ancora
tanto vitale e curiosa della vita, navigando
distrattamente, sono incappata in
questo bel sito e nella mail di un certo Signor
Aristide Poschi....un colpo al
cuore! Che sia lui il mio primo amore? Mi
farebbe davvero un immenso piacere
se si ricordasse di me. Dimenticavo : sono una
"sciura" milanese. Grazie per
l'ospitalità . Marisa Cappelletti
mari-cap@libero.it
Gentilissimo
Pino Bartoli,
sono il
figlio del dott. Gaetano Guidi e desideravo
ringraziarla sinceramente e con il cuore per
quanto ha
pubblicato.
Penso sia stato un pensiero carissimo e mi
permetto di
farle anche i miei personali complimenti per
come sia
riuscito, con poche righe, a descrivere i tratti
distintivi
del profilo di mio padre. Volevo poi
complimentarmi per il sito, interessante e
piacevole da
navigare
anche per chi non ha vissuto i bei tempi
"andati".
Grazie
Carlo Guidi
Buongiorno
da un assiduo visitatore del vs gettonatissimo
sito.
Una bella lettera su luoghi e persone di Enzo Genovino
Carissimi amici
Avellinesi, posso chiamarvi tutti amici, come
era ai
nostri
tempi
Sono Elio Restaino
nato a Bellizzi Irpino e abito da
trentotto anni a
Firenze,
sono contentissimo di aver visto
il vostro
sito che mi ricorda la mia infanzia e tantissimi
amici che da
troppo
tempo non vedo più.
Vi
ringrazio di cuore per la bellissima emozione
che ho provato insieme
a mia
moglie nel rivedere i
posti a noi
tanto cari, la terra dove siamo nati e
vissuti fino a
quando
esigenze lavorative ci hanno
portato
lontano dai nostri affetti e dalla nostra cara
città.
Un
carissimo saluto a voi tutti e vi dico bravi
bravi bravi!
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Signori,Semplicemente..bravi
Fausto Festa
Un caro e affettuoso augurio a tutto lo staff. Grazie per quello che fate. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Ciao a tutti,
sono un avellinese trasferitosi nel 1968 a Livorno e ,per caso, ho scoperto
il vostro sito . Quando l'ho visto per la prima volta mi ha emozionato
moltissimo(sarà la non più giovane età?).Mi sono rivenuti alla mente tanti
bellissimi ricordi e per questo vi sono grato. Probabilmente , a meno che non
sia un caso di omonimia ,Pino Bartoli l'ho conosciuto da ragazzino. Infatti
abitavo in via Cascino 42 e Pino che ho conosciuto era un bambino molto bravo a
scuola che viveva in un una casa dietro la mia.
Spero che pubblichiate le mie foto e se ne troverò altre ve le invierò.
Un caro saluto da un nostalgico avellinese
Aristide Poschi
LETTERA A LILIANA (della gelateria Veneta)
Gentile Liliana,
ho letto la tua mail sul sito "avellinesi..." e mi fa piacere riscontrare i tuoi ricordi con i miei. Io ho 70 anni ed abitavo al numero 4 di Via Mazzas, di fianco al Municipio, da dove, accompagnando mio nonno materno, Gabriele Meoli, venivo a prendere il gelato a palla(che per Avellino era una novità); lo facevamo di nascosto perché nonno Gabriele non poteva mangiare cose dolci. Ricordo tua madre, una bella signora bionda, che insieme ad altre signorine serviva i magnifici gelati. La "Gelateria veneta" mi sembra si trovasse dove ora c'é un'edicola, in via Matteotti, accanto alla gioielleria Apicella. Mio padre Aldo aveva il negozio di mobili accanto alla Prefettura e di fronte al Bar Lanzara. Mia moglie Gabriella é la figlia del proprietario del Cinema Giordano, dove tu dici che andavi spesso. Anche il Cinema Giordano ora non c'é più. Parlando con i miei amici ricordiamo spesso la TUA gelateria che aveva per noi una certa aura di esotismo, essendo "forestiera". A proposito di "veneta": mio figlio Aldo é ingegnere all'INPDAP di Venezia e gira per lavoro per tutto il triveneto; chissà se ad Udine ci fosse ancora una Gelateria Veneta....?
Cordiali saluti Tonino Borriello
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Carissimi, eccomi qui, come promesso, non appena avrei trovato altre novità per arricchire il sito dedicato alla nostra città! Si tratta di alcune cartoline degli anni '60.
Presto vi invierò maggiori novità ed anche qualche gradita sorpresa! Un abbraccio grande e grazie mille per questo sito ogni volta sempre più straordinario! Gianluca'78
Scusate l'intrusione,
ma considero ormai il vostro sito : un caro amico.
Sono un 46enne che ha vissuto ad Avellino dal 1963 al 1978. Gli anni della giovinezza che non potranno essere mai dimenticati nella storia di un uomo.Vivevo in Via Francesco Tedesco n. 454 (puntarola) - ho frequentato la scuola elementare e media di Borgo Ferrovia. Era questo il mio raggio d'azione.
"Mà vaca abbascia a ferrovia!!!! (mamma vado a borgo ferrovia)" era la solita frase che dicevo a casa.
Avrei voglia di nominare tutte le persone care che ho conosciuto in quegli anni, in rispetto della "privacy" le voglio qui di seguito elencare solo per cognome, sperando che almeno uno di loro si possa mettere in contatto con me.
Viviano - Pellecchia - Losco - Iandolo - Cucciniello - Bonaventura - Simone - Terraglia - Stanco - Di Siena - Tarantino - Sole - Cozza - ecc. ecc.
Ricordo la mia maestra elementare : Basile Silvia - e qualche prof. delle medie - Pelosi - Corbo - Santoro - ecc. ecc.
Saluto a tutti sperando che il vostro sito mi sarà anche utile per riprendere contati con gli amici che non dimenticherò mai e che ho voluto tanto ma tanto bene.
Lascio i miei recapiti e generalità e faccio riserva di inviarVi qualche foto. Ciao a tutti!!!!!
Capocefalo Antonio nato in provincia di Benevento nel 1962.
indirizzo e-mail : capocefalo.antonio@gdf.it
cell. : 3479692320
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
GRANDE, GRANDISSIMO, BELLISSIMO il sito dedicato alla nostra cara città!
Ho 29 anni e rivedere luoghi e foto di Avellino di un tempo è
un'emozione indescrivibile! Non c'è giorno nel quale non mi collega al
sito per vedere quali novità sono state inserite. Abito ad Avellino
centro, esattamente a Via Carducci. Vi invio alcune foto di cartoline
che ho trovato cercando un pò qui e un pò là su Internet.
Raffigurano Piazza Libertà negli anni '60 con una particolare attenzione alle
fontane create in quegli anni (a mio avviso la piazza era più bella
quarant'anni fa e non oggi che, lavori a parte, è in totale abbandono).
Se vi farà piacere potrete inserirle all'interno della rubrica
CARTOLINE SPARSE. Da questo momento in poi ogni qualvolta riuscirò a
trovare materiale sulla città, ve lo invierò in modo da poter
contribuire anch'io ad accrescere questo sito straordinario! Le future
generazioni devono capire tutto quello che c'è stato prima. Continuate
così che andate forte!!!! A presto e grazie per le emozioni che ci regalerete.
Gianluca
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Anna
Maria da Trieste
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Salve. Vi faccio i complimenti per i risultati raggiunti in termini di contatti e vorrei suggerirvi un'iniziativa: perchè non chiedete al Comune di utilizzare la restaurata "Casina del Principe" per una "mostra" (con dispositivi elettronici) per la proiezione delle diapositive che avete raccolto? Si potrebbe fare più di un evento all'anno, a seconda del tema: servirebbe al rilancio culturale del centro storico, vero cuore della città, ma soprattutto sarebbe un bellissimo regalo per le persone anziane che non usano la rete...... Pensate, ad esempio, ai vecchietti del Rubilli: li si potrebbe portare con delle navette a visionare le proiezioni di filmati, foto, ecc. della nostra cara Avellino di un tempo. Pensateci (forse lo avrete già fatto).... Gerardo Lombardi.
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Ho trovato ,navigando in rete, il vostro sito.
Sono figlio di avellinesi .Mio padre si chiamava Luigi Vitelli ed abitava in via Rampa
Macello vicino la chiesa di Sant'Anna . Mio padre era funzionario del
Ministero degli Interni .Mio nonno di cui porto il nome Guido,era il
Direttore della Banca d' Italia fino al 1950.Mio padre ha fatto parte
della prima giunta comunale dopo la guerra .
Da parte di madre ricordo il mio bisnonno Cav Sabino Galasso costruttore ( se non ricordo male
aveva costruito il palazzo del Banco di Napoli in Piazza Libertà e il
palazzo che sorgeva all'angolo di Via Verdi e Via Mancini.
Quando ero ragazzo venivo spesso con papà ad Avellino e la passeggiata lungo il
Corso era occasione di incontri con i suoi vecchi amici.
Ricordo il nome di due onorevoli Costantino Preziosi e Fiorentino Sullo.Il Caffè
Lanzara era il punto di ritrovo .
Vi chiedo se possibile di poter avere sul vostro sito le foto della Via Rampa Macello.
La casa di famiglia
era situata all'inizio della Rampa ed aveva uno spazio antistante.
Alcuni anni fa sono tornato(vivo a Varese) ma ho trovato tutto
distrutto dal terremoto del 1981.
Ricordo anche il nome di due sacerdoti Don Guido Baratta e Don Isacco Iandolo.
Di rito era un pasto al Ristoranta "O soldatiello", se non ricordo male era situato vicino la
prefettura.
Papà ogni anno il 15 agosto partecipava alla processione e
mi diceva che la Madonna portava i gioielli che la Mia Nonna Emma aveva
donato per sciogliere il voto che aveva fatto per veder tornare papà
dalla prigionia in Germania.
Sono ricordi che spuntano così in libertà
Parlare di Avellino mi riporta indietro nella memoria.
Vi saluto
Guido Vitelli
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Come era bella la nostra
Avellino!
Sono una trentacinquenne avellinese e guardando queste
splendide foto, rimpiango di
non avere vissuto negli anni 50 e 60! Strade pulite,
"giovanotti e
signorine" sempre eleganti nonostante gli scarsi
mezzi economici, quel senso
di pudore e di educazione che traspare dai volti di quelle
foto in bianco e nero. Che
tristezza vedere oggi quegli stessi luoghi, sì
recentemente restaurati, ma travolti
da queste generazioni dell'opulenza che di valori ne
hanno ben pochi.
Questo sito dona anche noi "un pò più giovani", la
possibilità di
percepire quelle piacevoli atmosfere, ed allo
stesso tempo, purtroppo, l'amara
constatazione che queste non torneranno più.
Grazie! Emma.
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Buonasera a voi miei eroi, sì vi chiamo retoricamente eroi , perché è meritevole la vostra opera di sensibilizzazione verso le nuove generazioni, onde consentire loro di conoscere i più reconditi angoli della nostra città, assassinati da molteplici opere di ignavia amministrativa e di logiche clientelari, che hanno di fatto stravolto una essenza urbanistica regolare e a misura d’uomo, propria di un piccolo centro di provincia, che mirava prevalentemente alla qualità della vita piuttosto che alla realizzazione di inutili,costose e assolutamente illogiche opere di urbanizzazione consone ad una megalopoli.
La mia frequentazione del vostro illuminato sito è diuturna, e , costantemente mi stupisco nel vedere i luoghi o le persone che ho conosciuto personalmente nella mia infanzia ovvero ho solo immaginato nel racconto degli anziani.
Farvi i complimenti è davvero ultroneo, in quanto la vostra opera esprime un merito costante in re ipsa, ma voglio solo farvi arrivare un saluto e un augurio, affinché il vostro certosino lavoro sappia risvegliare le coscienze assopite dal menefreghismo imperante, e spinga tanti piccoli uomini di buona volontà ad adoperarsi perché la nostra realtà sia sempre migliore e dimensionata alle reali esigenze di Avellino.
Certo è difficile, in quanto avellinesi forse ne sono rimasti pochi, dato il progressivo fenomeno di “transumanza” dalle invivibili realtà limitrofe, ma spes ultima dea!
Ad maiora miei cari amici
Avv. Scipione de Micco
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Carissimi amici, vi considero amici perchè ormai siete diventati miei abituali
frequentatori "virtuali" atteso che,ogni giorno, dedico almeno un quarto
d'ora ad ispezionare il vostro sito e guardare le foto che quotidianamente provvedete
a pubblicare.
La meritevolissima iniziativa intrapresa con la creazione del sito internet non può
che farvi onore; l'impegno profuso nel raccogliere foto, testimonianze, racconti e
quanto altro è indiscutibilmente ripagato anche dalle numerosissime visite
giornaliere di avellinesi che, per vari motivi, non abitano piu' ad Avellino ma che
ad Avellino hanno lasciato i loro ricordi più belli perchè legati ai momenti della
propria gioventù. E' appena il caso della Prof.ssa Anna Maria Lepore (alla quale sono
legato da vincolo parentale- è una mia cara zia da un po' di tempo residente a
Trieste-) che, come tanti avellinesi trasferitisi in altre città, non riesce a
sottrarsi alle emozioni che inevitabilmente si creano quando si osservano le foto di
un passato ormai passato!!!
Non posso che formulare a tutti Voi i miei piu' sentiti complimenti per aver
concepito la creazione di questo immenso serbatoio di immagini che ogni giorno si
alimenta sempre piu' e che risulta essere indispensabile anche a difesa della memoria e delle tracce di
una Avellino che,in qualche grave circostanza,risulta essere
stata,urbanisticamente, "oltraggiata":Ma almeno rimangono i ricordi !!!!!!
Quanto prima provvederò ad inviare e a sottoporre al Vostro vaglio qualche
interessante foto " d'epoca" per una eventuale pubblicazione.
Nelle more, formulo i miei piu' cordiali saluti rinnovando i piu' sentiti
complimenti.
A presto
Dr. Mario Chiarello
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Caro Franco Festa, sono Anna Maria Lepore, un’insegnante avellinese da vent’anni a Trieste, e nel complimentarmi con te mi permetto di darti del tu, in nome dell’antica “colleganza” al Liceo Mancini, della comune militanza nel vecchio PCI avellinese, e del bel ricordo che ho di tua moglie Rosalba Delli Gatti, mia alunna all’Imbriani negli anni ( mi pare ) tra il’65 e il ’68, cui risalgono due delle foto – sezione scuola – del bellissimo sito che hai contribuito a creare. Invece l’altra foto in cui sono – giovanissima supplente – accanto ai professori Capone e De Iorio durante una gita scolastica del Colletta, va retrodatata agli ultimi anni ’50. Ancora più antiche - del giugno ’52 – sono le due foto che vi mando: si tratta della III C dell’anno della mia maturità, con i professori Di Popolo, Marinari, Rubino, sulla terrazza del vecchio Colletta.
Non so dirvi quanto ringrazi voi tutti per l’emozione che mi avete donato con la vostra eccellente iniziativa: ho rivisto – tra l’altro – mio fratello e mia cognata ventenni sullo sfondo di Rio Cupo, e mio fratello non c’è più da tre anni.
Oggi sono in pensione dopo quarant’anni d’insegnamento, dei quali gli ultimi cinque in un Liceo di Trieste. Trieste è una città molto bella, stretta fra il Carso e il mare, con un elegante centro storico, tranquilla, ordinata (ancora un po’ asburgica), civile, anche se meno vivace delle nostre città meridionali, e molto “godereccia” anche perché gremita di Caffè (alcuni splendidi) e di ristoranti d’ogni livello. Qui la vita è più facile e meglio tutelata che al Sud, ed io, con i miei figli, ci sto volentieri, anche se ad Avellino vivono sia la mia famiglia d’origine che tutti i miei migliori amici.
E tuttavia ora “torno a casa” almeno una volta al giorno grazie al vostro sito, per ritrovare volti e atmosfere che credevo perduti.
Ve ne sono infinitamente grata e vi auguro ogni bene.
Anna Maria Lepore
Trieste,luglio 2008
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Le lettere di augurio per il primo anniversario del sito
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Salve a tutti voi. E' incredibile quello che avete fatto. Personalmente avete risvegliato in me dei sentimenti che non provavo più da tempo. Ci hanno duramente colpito (non solo il terremoto)... Ma dalla vostra iniziativa si capisce che AVELLINO non è morta. Quello che avete fatto ha un valore immenso! Forse nemmeno ve ne siete resi conto. Sono convinto che molti non vi scrivono perché, come è capitato a me, sono ancora sotto choc. Le immagini pubblicate, infatti, sono a volte di una fortissima intensità emotiva.... A me è capitato, vedendo persone e "personaggi", luoghi e angoli della città che non ci sono più, di provare un misto di tristezza ma anche gioia: Insieme! Una nostalgia struggente e contemporaneamente una forte speranza: di vedere risorgere il centro storico, (o per lo meno quello che ci hanno risparmiato le scellerate scelte amministrative) come cuore della città. E' intorno alla "terra" che deve ritornare a "girare" la vita sociale degli AVELLINESI, con il Palazzo della Dogana ristrutturato, le Chiese che non ancora sono chiuse, ecc. Grazie, grazie mille per quello che ci avete donato.
Gerardo. lmbger@alice.it
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Avete reso felice mia madre ed il resto della sua famiglia. Vi spiego perché mia madre è una delle sorella
di Raffaele Criscitiello (il poliziotto ucciso a Monza dalla ferocia nazista), in tanti anni è la prima volta
che sente parlare in questo modo del fratello in questo modo esteso a tutta l'Italia, oggi per puro caso ho scoperto
il vostro sito e questa bellissima cosa che ho fatto subito fatto vedere a mia madre che è stata
felicissima, chiaramente non aveva le foto in vostro possesso e neanche del testo.
Tra l'altro mia mamma chiaramente vive a Pozzuoli purtroppo da piccola (purtroppo perché ha sentito la
lontananza dalla famiglia per questione di guerra che fu affidata ad una parente stretta qui a Pozzuoli, ma
costantemente contattava la famiglia).
Ringrazio tutti perché di queste tracce non si devono perdere i ricordi, in questo momento
si tende a dimenticare tutto molto ma molto facilmente
Saluti cordialmente da
Aldo Adinolfi
Via San Francesco ai Gerolomini, 2
80078 Pozzuoli (NA)
Tell. 0815261414
cell 3387667252
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Carissimi,
complimenti per il sito, che visito quasi ogni giorno. Tra le foto ho ritrovato quelle giovanili del capo della polizia Antonio Manganelli.
Poiché la mia associazione, sindacato dei consumatori ADOC, ha lanciato la proposta di conferirgli la cittadinanza onoraria di Avellino
vi invio in allegato il Regolamento ed il modulo da sottoscrivere per quanti intendessero condividere la proposta.
Confido che la vostra 'tribuna' possa essere un ottimo strumento di amplificazione.
Complimenti ancora e 'ad maiora'
Grazie di tutto.
Attilio Mediatore
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Mamma mia, e che sorpresa ! Ciao a tutti, sono Ida Pulcinella e chiaramente sono avellinese anche se vivo a Parigi e se ho lasciato Avellino da ormai 20 anni. Moi cugino Nicola, invece abita a Roma. Ha sempre vissuto là anche se é nato ad Avellino. Ieri mi telefona, mi da l’indirizzo del sito e mi dice che c’é una sorpresa per me. Io manco sapevo dell’esistenza di sto sito ! Comunque ci vado e……. Foto : Nicola et Ida in villa sul cavalluccio. Non ho mai saputo dell’esistenza di quella foto, eppure sono proprio io e quel cavalluccio poi ? E’ incredibile ! Quasi quasi mi faccio un giro su sto sito ! E cosi’ comincio a curiosare nelle altre foto e all’improvviso mi accorgo che sto curiosando nella mia vita. Quante persone ho riconosciuto ! e con quante ho passato tanto tempo della mia gioventù ! Il mio Liceo ‘’lo scientifico’’, il corso dove abbiamo strusciato per anni e anni, i luoghi dove ho abitato e quelli dove abitavano le mie amiche ! Bravi, bella idea, mi é proprio piaciuto il vostro sito, penso che contribuiro’ ad alimentarlo ! E poi il messaggio simbolico non é male : INTERNET, lo strumento del futuro al servizio del passato. Ciao PS : se ci sono degli avellinesi a Parigi, beh mettiamoci in contatto ! Responsable des Indemnisations Construction N.G. Marché des Entreprises Tél. 01.58.38.49.52 Fax.01.58.38.39.06 e-mail : ipulcinella@generali.fr
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Gentilissimi amici di AVELLINESI.IT
Prima di tutto congratulazioni per l'
opera da Voi intrapresa, encomiabile da tutti i punti di vista. Inoltre
vi scrivo per mandare alcune foto di mio padre, Matteo Lombardi, vecchio
commerciante, gallerista ed appassionato d' arte di Avellino da poco
scomparso. Mi permetto di inviare in una seconda email anche dei
ritagli di giornali con articoli di Mostre d' Arte da lui organizzate.
Essendo lui un avellinese purosangue sarebbe stato contento di far
parte della Vostra opera.
Saluti Mauro LOMBARDI
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Gent.ma Redazione,
sono Nicola Pulcinella e ho già inviato delle foto qualche giorno fa e
volevo ringraziarvi per averle pubblicate.
Come succede spesso nel rimettere in ordine alcuni cassetti, anche con
la speranza di trovare ancora materiale
utile, ho pescato altre due foto; in una ci siamo io e mia cugina Ida
sui "cavallucci" che stavano nella villa Comunale, credo
che l'anno sia circa il 1961 (avrei piacere che fosse pubblicata questa
foto per fare una sorpresa a mia cugina che da qualche anno
vive e lavora a Parigi), nell'altra si vede mio nonno Nicola ed un suo amico fotografati sul corso di Avellino,
qui non posso specificare l'anno.
Vi confesso che è un vero piacere mandarvi queste foto anche perché
riesco, attraverso voi, a fare delle belle sorprese alla mia famiglia.
Anzi a proposito nelle poche righe che ho scritto l'altra volta ho
parlato di mio padre Mario e di mio zio Vincenzo, ma anche da
parte di madre ho ascendenti Avellinesi infatti mio nonno materno è un
De Silva, cognome abbastanza diffuso ad Avellino, e
prometto che se riuscirò a trovare foto inerenti quest'altro ramo della
mia famiglia non mancherò di inviarvele.
Con i migliori saluti.
L'avellinese Nicola Pulcinella
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Gentilissima Redazione,
Negli scorsi giorni, tramite alcuni miei parenti che vivono ad Avellino, ho avuto modo di conoscere
il sito avellinesi.it e con molta gioia ho scoperto un mondo che, almeno per nascita, penso mi appartenga un po.
Mi chiamo Nicola Pulcinella e sono nato ad Avellino il 13/01/1957 ed ho vissuto in questa nostra simpatica
cittadina fino al 1960 poi, per motivi di lavoro di mio padre, mi sono trasferito a Roma.
Non ho mai dimenticato però la nostra città dove continuavo a venire tutti gli anni, per circa un mese, in vacanza dai miei nonni.
Devo confessare che, scorrendo le varie pagine del sito, ho trovato tra le foto alcune che riguardano direttamente la mia famiglia
infatti mi sono imbattuto con alcune immagine di mio padre Mario adolescente e di mio zio Vincenzo anche lui in età giovanile.
Mi sono deciso a scrivere perché volevo ringraziarvi dell'iniziativa che avete intrapreso e che ci da l'opportunità,
a noi che non viviamo più ad Avellino, di ricordarci come era la città e chi erano le persone che ci vivevano; con
l'occasione vi invio due fotoche mi riguardano, con preghiera di volerle pubblicate, perchè anch'io avrei piacere di
dimostrare il mio senso di appartenenza a questa comunità. Vi ringrazio del tempo che mi avete dedicato leggendo questa e-mail e,
se avrete voglia, potete rispondermi inviandomi un messaggio a:
nicola.pulcinella@lnf.infn.it.
Grazie e tanti cari auguri per il vostro(nostro) sito.
L'Avellinese Nicola Pulcinella
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G.mi
amici
Il vostro e, oramai, nostro sito è seguito in tutto
il mondo. Non c’è avellinese che aldilà dell’oceano
non apre il suo portatile per vedere cosa
c’è di nuovo, cosa non gli faccia mancare la propria
terra.Così per un mio amico, appena sceso
dall’aereo, il primo pensiero è stato
http://www.avellinesi.it,
quasi fosse una compressa salva vita, un bagno nella
memoria nel riconoscersi in un luogo.
Come giustamente ha detto il caro Donato Violante
direttore del mensile IRPINIA IRPINI, commentando il
mio articolo, il cuore pulsante di ogni aggregato
urbano è
tradizionalmente la piazza centrale. Se ai giovani
avellinesi, o anche a non avellinesi che frequentano
il capoluogo, chiedeste”Qual è la piazza centrale di
Avellino?”, risponderebbero senza esitazione “Piazza
Libertà”. Niente di più errato! “Il tempo è
tiranno”, il suo fluire ineluttabile cancella la
memoria, soprattutto
quando nel corso dei secoli, questa non è stata
opportunamente “oleata”, se non da fatti concreti,
almeno da ipotesi di progetti riqualificativi, volti
a ripristinare
lo stato dei luoghi. Con il mio articolo
ho cercato di far riflettere, mentre passeggiavo per
il “vero”
centro di Avellino, che gravita attorno alla Collina
della Terra, la Selectianum longobarda e Rampa
Tofara Bizantina.
Lì insisteva Avellino, anzi, lì sorse dalle “ceneri”
di Abellinum, aggregando partedei fuggitivi attorno
alla chiesa Madre, divenuta poi il Duomo.
Un abbraccio a tutti Pasquale Matarazzo
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Cari amici Avellinesi,
grazie al vostro sito e alla
pubblicazione della mia lettera, ho ricevuto
diversi contatti.
Ringrazio l' arch.Bartoli, Elio
Vietri, Pietro Mitrione, Tonino
Borriello.
Con il vostro sito sono
stato contattato da un amico d'infanzia che abitava
nella stessa palazzina dove abitava la mia famiglia
tale Arturo Roca.
Grazie ancora di cuore.
Saluti a tutti voi.
Con stima.
Antonio Chen " Gerardo"
|
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E' bello, bello, bello il
sito..... Complimenti. Ci ricorda una citta' che non c'e'
piu' e , la cosa grave, non si sa se ci sara' mai
piu'.....
Non credo sia nostalgia, forse un poco si, ma sembra
oggettivo che quei luoghi che abbiamo non solo visto e
frequentato ma vissuti non saranno mai piu' come erano
allora.
E le persone, anch'esse non sono piu' le stesse..... Che
peccato.Sono Sabino Pagano, mi ha avvertito un amico che
c'era sul sito una mia foto di quando ero a Radio
Irpinia..... che bei tempi.....
Ho avuto la fortuna di conoscere gente unica ( Tonino Di
Nunno, Peppino Impagliazzo, Nicola Cecere, Giancarlo
D'Avanzo, Gabriele Ferrante, Gigi Marzullo, Pierpaolo
Marino, Gigi Zappella, il mio amico Rino Villani, Vittorio
Cultrone ed altri 100 che dimentico. ).Se mi capitasse di
avere qualcosa di utile per il sito, mi permettero' di
inviarvelo perche' lo pubblichiate se lo riterrete
opportuno e meritevole di tanto.
Grazie di tutto quello che fate, continuate cosi'.Saluti.
Sabino Pagano.
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Bravi! Complimenti per il vostro "lavoro" di ricerca e di raccolta di dati. E' anche vero che viene subito voglia di contribuire con apporti personali, visto che tutti noi abbiamo chissà quante foto di quegli anni e ci piacerebbe poterle condividere con altri avellinesi. Mi sono ritrovata in alcune foto degli anni 60, quelle del Liceo Colletta che ho frequentato prima io e poi i miei due fratelli. Oltre che un ragazzo che mi metteva i bigliettini d'amore nella tasca del cappotto, nel corridoio e che è poi diventato mio marito, padre di due figli.
Dopo l'università siamo venuti a vivere a Milano, dove siamo tuttora. Quest'anno sono quarant'anni di Milano! Ma anche noi ci sentiamo legati ad Avellino, a tanti ricordi che voi siete riusciti a risvegliare, ma che abbiamo in un nostro archivio di foto, per lo più in bianco e nero.
Ora sono molto impegnata in un difficile e doloroso trasloco - Milano per Milano, ma dopo 28 anni! - . Ma mi riprometto di collaborare appena ne avrò il tempo.
Intanto mi presento come figlia di un Avellinese d'adozione (nasce napoletano) ormai scomparso ben 30 anni fa, ma ancora vivo nel ricordo di tanti avellinesi: Don Mario Ardovino, che per 35 anni ha vivacizzato la Farmacia Tulimiero, con una positiva parola di conforto e di simpatia per tutti. Chi di voi lo ricorda? Io sono Enza, la primogenita ed ho due fratelli, Italo che vive e lavora ad Avellino ed Angelo che invece da una decina d'anni vive a Roma... Ma per ora basta così. Vi saluto.
Enza Ardovino
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Voglio sinceramente complimentarvi con voi per la creazione di questo meraviglioso sito,dedicato all' AVELLINO che non c è più.Oggi risiedo ad Atripalda con la mia famiglia,ma ho vissuto i miei primi 25anni nel centro storico di Avellino precisamente in Via San Francesco Saverio e grazie a voi rivivo la mia infanzia e adolescenza con gioia e molto malinconia purtroppo.
Complimenti a tutti e grazie di cuore.
Distinti saluti da MAROTTA GAETANO
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Ciao e tutti,
complimenti per l'idea del sito è bello e mi piace.
Sono Angelo Ardolino un avellinese con
Avellino nel cuore e nell'anima. Abitavo sino agli
anni 70 in via Mancini ora sono 30 anni che giro
l'Italia per lavoro. Attualmente risiedo in Benevento
ma tutte le domeniche (o quasi) passeggio per il corso
che ha visto la mia infanzia e dove tuttora abitano i
miei genitori. Oltre al mio lavoro ho l'hobby della
pittura e vi mando un mio quadro dedicato alla "mia"
Avellino, il cinema Umberto dove vi ho anche lavorato
da ragazzo.
Vi abbraccio, fatemi sapere se vi piace e...teniamoci in contatto, ho altre sorprese. Ciao
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La lettera sulla foto è di Paolo Barletta
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Cari Bartoli,
Festa, Spagnuolo, Cammino, Carullo,
Montefusco,
mia cugina
Maria Luisa Iacuzio Cianelli mi ha ha
raccontato di avervi prestato un po'
di foto della nostra famiglia: lei è
la figlia di Vincenzo, fratello di
Filomena, mia madre, e di Linda.
Mia madre è
ancora viva, anche se sta molto male, ha
avuto da poco una broncopolmonite e ha
problemi di cuore. So che a giorni forse
verrà sul sito, tra le ragazze di
Avellino. 'E nata nel 1913, a
Pietramelara, dove nostro nonno Francesco
in quel periodo prestava servizio
come carabiniere. La famiglia di mio
nonno materno è di Forino, ho
ancora un piccolo castagneto lì.
Io abito a
Roma, insegno Italiano e Storia, ma ad
Avellino ho ancora parenti che mi sono
molto cari e spesso ci torno.
Quest'estate
ho fatto qualche ricerca all'Archivio
storico di Avellino, anche per ricostruire
la storia della famiglia di mio padre, I
Barbieri: mi si sono confermati alcuni
ricordi che avevo raccolto, senza molta
attenzione in realtà, dalle Storie che ci
arrivavano. Anche dagli zii, molti dei
quali grandi raccontatori,
molti gli insegnanti, come zia Elena, che
ho trovato sul vostro sito, so
che molti la ricordano; così zia
Linda, la sorella di mia madre, che
chiamarono a insegnare mentre ancora era
al Liceo; o zia Rita Pescatore, la
madre di Maria Luisa, la moglie di zio
Vincenzo, il fratello di mia madre. Ma a
raccontarmi sono stati tutti....
Mio nonno
paterno era Carmine Barbieri (Avellino
30.9.1861- Av. 27-7-1938); sua madre, rimasta
vedova a 35 anni, si era risposata
e Carmine se n'era
andato a Napoli a fare
il militare, e lì aveva imparato
il mestiere di orafo. Metterà una
gioielleria allo Stretto, in via
Nappi, che però prima della guerra
finì col chiudere: Aveva sposato
Fiorentina Napoletano (Avellino
2.11.1869- 6.10.1943),
di una dinastia di caffettieri,
il fratello Giovanni era il
proprietario del bar Roma a
piazza della Libertà. Al
nonno piaceva comporre acrostici e
versi nelle occasioni di feste,
ricorrenze di sua moglie e dei
figli....Ho un libricino molto
carino, scritto di suo pugno,
perchè scriveva in una
minuziosa scrittura
calligrafica.
Carmine
e Fiorentina hanno avuto 8
figli: Marianna (detta Nina), Maria,
Elena, Giuseppina (Geppina), Giuseppe,
(Peppino), mio padre, Raffaele, Carlo,
Guido. Sono morti tutti. Ultimamente
sono stata ad A. perchè a zio Carlo,
giornalista e anche lui narratore
instancabile, hanno intitolato
una strada molto graziosa.
Così se
vi piacciono queste storie e se al
vostro archivio servono altri tipi di
foto .... io ne ho tante di famiglia e
non, le vecchie ci ho messo tre anni a
metterle in ordine: - mio
padre, che aveva l'hobby delle foto, ha
viaggiato molto per lavoro, - era
ufficiale dell'Aereonatica e si occupava
di impianti elettrici di bordo; lui ha
portato ad Avellino la prima radio, una
radio a galeno che aveva costruito
lui: ancora ne ho i pezzi. Mio
nonno invitò a casa tutti a per
ascoltarla ...dicono che ci fosse la
fila....... e un vecchio zio gli si
avvicinò e sibilando, gli chiese
dove avessero nascosto quello che faceva
uscire la voce da quella scatola....
Il sito è
molto bello.... complimenti. Con affetto
Fiorentina
Barbieri, ma generalmente mi chiamano
Fiorella o Fiore
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il sig. Genovino ha ampiamente
illustrato nella sua lettera la storia che ha
portato alla realizzazione della
stele in piazza
del popolo in memoria delle
vittime dei bombardamenti del 43'. Ha però
dimenticato una cosa molto importante:
l'ideatore e autore dell'opera, che è il
compianto prof scultore DOMENICO STASI, già
direttore della scuola d'arte di Avellino nonché
autore in Avellino del trono e altare maggiore
della chiesa del rosario in Cso V. Emanuele,
oltre a tutta la via crucis in bozzetto che
adorna le navate della stessa chiesa. Vorrei
altresì evidenziare che alla inaugurazione della
stele nel 1958 oltre alle persone citate dal
sig. Genovino erano presenti l'allora vescovo di
Avellino Pedicini nonché il ministro ai beni
culturali e sottosegretario di stato on
IERVOLINO, madre dell'attuale sindaco di Napoli
Era una precisazione doverosa per un artista che
ha dato tanto alla città di Avellino e che in
cambio non ha ricevuto neanche una citazione o
una lapide stradale a ricordo. Voglio altresì
evidenziare che lo scultore STASI
DOMENICO, a seguito di quei tragici
bombardamenti, perse una propria figlia
ANNA di soli quattro anni.
Grazie e buon lavoro. Luigi MANFRA genero del prof Stasi Domenico. ♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥ |
Cari amici, non pensate che ho scambiato questo sito per una casella postale, ma devo dei ringraziamenti al Sig. Luigi Manfra per la sua precisazioni in merito al Monumento alle Vittime dei bombardamenti del Settembre 1943 ricordandomi che l’autore del bassorilievo fu il Prof. Domenico Stasi. Oltre che ringraziarlo per la sua segnalazione, desidero rilevare che non si è trattato di una dimenticanza o di altro. Solo che fra il materiale che ho consultato non ho trovato alcun riferimento al Prof. Stasi quale autore del bassorilievo del Monumento. Mi ero già posto, a suo tempo, il quesito circa l’autore dell’opera ma non ho trovato alcuna valida indicazione (forse perché il Prof. Stasi venne scelto dal Comune di Avellino per realizzare l’opera d’arte?). Mi fa quindi piacere poter aggiungere un’importante tassello alla documentazione in mio possesso. Comunque nella stesura del documento il mio intendimento era la ricostruzione dei fatti e dell’impegno profuso da chi si prodigò per la realizzazione del Monumento, ricordando come si giunse alla sua realizzazione e rievocando i fatti e gli attori principali degli stessi.... Vi ringrazio per l’ospitalità e per quanto in sito mi sta dando in termini di ricordi sia dei luoghi sia delle persone che non rivedevo da decenni. Enzo Genovino
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Caro Prof. Festa ,
come anticipato nella mia ultima mail le invio delle foto riguardanti il corpo dei Vigili Urbani di Avellino ,che ho recuperato dall'album fotografico di mio Nonno ,il fu Maresciallo Domenico Testa , gelosamente ( per fortuna ) conservato da mio zio Pino che nutre la mia stessa passione per i ricordi di famiglia . A proposito dei ricordi vorrei rubarle un minuto per sottoporle un mia riflessione . Professò' ......ma questo utilizzo smodato ( o modaiolo??!!) dell' ipertecnologico , dell'usa e getta ,non è che ci sta rubando anche i ricordi ? E mi spiego meglio .Nell'era "antidiluviana" della pellicole ,dietro una fotografia c'era una emozione . Emozione per chi ne era l 'autore ,il fotografo , e per chi ne era ritratto , il fotografato. C'era la voglia che il quel semplice click , adesso e subito ,ci fosse l'eternità , il perpetuarsi di quel momento.... appunto , il ricordo.
Foto fatte si per il gusto di farle ,ma poi riposte negli album ,gelosamente conservate nei cassetti ,affinché il ricordo poi non riguardasse solo noi che eravamo ritratti ,ma si tramandasse ai nostri figli ,ai nostri nipoti ,insomma quelli che vengono definiti con quella brutta parola : i posteri. Chi di noi non ricorda il sottile piacere, quell'emozione nel ritrovare in un cassetto una vecchia foto dei nostri nonni ,dei nostri genitori ,dello zio così simpatico o di noi stessi con qualche ruga in meno ??
Appunto.... le foto erano fatte per poi essere conservate . E il supporto utilizzato , la carta fotografica , era fatta perchè ciò avvenisse . Ora come la mettiamo con le foto fatte con il telefonino o con le macchine digitali ? Quale perpetuazione del ricordo può avere una cosa che può essere cancellata con un semplice "annulla" o
" elimina " ??
Sia chiaro , non sto demonizzando la tecnologia , e sarebbe un assurdo dato che la sto utilizzando in questo momento e senza la quale anche questa bellissima iniziativa non sarebbe esistita, ma sono contro l'utilizzo "non cosciente"della stessa. Professo' , io sicuramente non sarò stato in grado di esprimere ciò che pensavo ma , in parole povere , ho paura che l'utilizzo non corretto delle moderne tecnologie possa rubare i ricordi di intere generazioni. E voglio dirle che in una foto che ritraeva mio nonno da giovane ho rivisto l'immagine di mio figlio diciassettenne . E scusate le chiacchiere..........
Cari saluti
Stefano Testa
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Buongiorno a voi tutti,
sono Brunella del Sorbo, figlia di Bruno (di Carmine e Filomena). E' con immensa gioia che visito le pagine del vostro sito:luoghi, persone, fatti che mi fanno
rivivere le emozioni di essere AVELLINESE. Purtroppo, non posso negare il dispiacere, soprattutto leggendo le varie lettere, che provo nell'apprendere quanti
AVELLINESI come me hanno dovuto lasciare la propria terra in cerca di lavoro altrove(nel migliore dei casi al nord).Non per mancanza di volontà(io ho studiato
fino alla laurea) ma perché, purtroppo, noi AVELLINESI non siamo riusciti a custodire quell' equilibrio che da sempre aveva permesso a generazioni di vivere
serenamente nella nostra città. Ci siamo lasciati influenzare ed attanagliare da tentacoli che stanno distruggendo il nostro territorio:un esempio è lo scempio legato ai rifiuti(ma quando mai Avellino era stata ricoperta dal pattume; nei miei ricordi, ho 35 anni, c'è Napoli ridotta in questo modo ma mai Avellino).Io ormai vivo a Bologna da 7 anni, ho qui la mia famiglia e difficilmente riuscirò a tornare ad Avellino, ma un invito accorato che faccio a tutti voi è di riprendervi la città(dove sono finiti i
commercianti storici del Corso?), di non sacrificare tutto quello che i nostri antenati hanno costruito con immensi sacrifici, costruiamo e manteniamo attive e
libere le infrastrutture, educhiamo i nostri figli al senso civico, all'amore per la propria città.
Avrei una proposta: sarebbe bello poter vedere come le famiglie inserite nel sito si sono evolute, magari anche con una sola foto. Infatti io ho dei cugini che
neanche conosco proprio perché residenti in città diverse.
Grazie per le emozioni!
Brunella del Sorbo
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Ho letto la lettera di Antonio Chen e non lo ricordo affatto.Però ho bene in mente il padre.Per tutti noi che abitavamo in piazza negli anni '50,ma anche per buona parte degli avellinesi,era semplicemente 'o cinese . Sostava sotto la fila di alberi potati a parallelepipedo che era disposta sulla destra della piazza,(vedi la parte dx della cartolina allegata,edizione 1952),in prossimità
del marciapiede di fronte alla prefettura.
Aveva con se' un tavolino su cui disponeva un semplice mazzo di carte da giuoco napoletane.Noi, bambini di allora, che uscivano dal Palazzotto ci recavano presso il bancariello del cinese per tentare la sorte smazzando le carte.La posta in palio era costituita da semplici caramelle.Quelle di allora erano appiccicose,si scartavano difficilmente e si attaccavano inesorabilmente ai denti. Tutti noi speravamo di pescare un re (dieci caramelle) o un cavallo (nove),ma ci trovavamo quasi sempre tra le mani un asso o un due.Allora il cinese accompagnava la nostra delusione commentando a modo suo il risultato: una calamella, due calamelle.Sempre grande è stato il sospetto che il cinese,come nel famoso film Totò,Peppino e i fuorilegge, avesse il mazzo di carte fatto di soli assi e due.
Elio Vietri
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Tanti auguri agli amici che hanno
realizzato il sito www.avellinesi.it, hanno raggiunto, nemmeno in un
anno, quota 50000 contatti.
Tutto merito dell'amore che Pino, Franco, Mario,
Armando, Enrico e Fiorenzo, hanno per la città e per
la ricerca della memoria perduta che vuole
ricostruire un anima, quella solidale, semplice e
ricca dei valori di un tempo.
Grazie a voi riusciamo ancora a ricostruire dei
ricordi, delle emozioni e forse riusciremo a
realizzare una città migliore, ce lo auguriamo,
soprattutto, per i nostri figli.
Le parole in rilievo sull' ultima immagine del sito sono il vestito perfetto
di quello che era ed è la città e ci devono far
pensare attentamente a quello che non potrebbe più
essere.
Complimenti a Mario per la splendida foto, peccato che non è venuta la torre dell’orologio, ci voleva forse una magia, di quelle che solo Mario sa realizzare.
Grazie
ragazzi
Pasquale Matarazzo
L’articolo è stato pubblicato sul mio blog: www.hirpus.ilcannocchiale.it dove potrete anche ascoltare la canzone del momento: quanta joia quanta connessa
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Mi chiamo Giovanni Grimaldi , Gianni o Giannino per gli amici, parenti e conoscenti, La mia carta di identità dice che sono nato il 11-04-1952 in un piccolo paese dell’Irpinia che si chiama San Potito Ultra. Le mie origini sono campane, ma fin dall’età di 11 anni mi son trasferito e quindi cresciuto a Torino. La mia storia, come quella di molti altri meridionali, è fatta d’emigrazione e sacrificio. Con tutta la famiglia siamo saliti al nord perché mio padre era in cerca di un lavoro stabile e il desiderio di vivere tutti insieme, sono cresciuto nella Torino delle divisioni sociali e delle grandi passioni politiche dove ho formato il mio carattere e anche per questi motivi ho amato e odiato contemporaneamente molto questa città straripante di contraddizioni: da un lato scrutavo la grande borghesia aristocratica e dall’altro l’enorme classe operaia. Mai, e sottolineo mai, ho dimenticato la mia terra e ho continuato negli anni a mantenere i contatti con i parenti ed i miei paesani, Per questo ho ritenuto opportuno scrivervi e ringraziarvi per questo bellissimo sito.
Mi diletto per hobby a scrivere, se ritenete opportuno posso spedirvi un paio di lettere dedicate alla mia terra.
Ancora grazie Grimaldi Giovanni
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Carissimi Amici,
da quando ho appreso l'esistenza di questo sito, quasi quotidianamente, mi ritrovo a sfogliarne le sue pagine. Sono alla continua ricerca di visi familiari o di luoghi ormai perduti che però, comunque continuano a vivere nella mia memoria...
Mi ha molto emozionato, ad esempio, poter rivedere le immagini della vecchia via S. Antonio Abate che ormai, credevo di non poter mai più rivedere.Invece, grazie a Voi, potrò ancora ripercorrerla idealmente, così come facevo da bambino, quando in discesa mi accingevo a raggiungere la casa dei nonni paterni (Filomena e Carmine Del Sorbo).
Vorrei farVi cosa gradita, allegando alla presente una cartolina illustrata del 1960, di Avellino. Una vista del corso V. Emanuele all'altezza della Villa Comunale.
Il caso volle che in quella cartolina, fui ritratto mentre ero a passeggio col mio padre.Mia madre, che per le vacanze estive era ad Avellino, la notò dal tabaccaio, la comprò e la inviò a mio padre che nel frattempo era rimasto a Genova a lavorare.
E' simpatico leggere... "(conservala)"...
Sarei immensamente felice se vorreste aggiungerle alle altre tessere del meraviglioso puzzle che state componendo...
Con grande stima
Roberto Del Sorbo
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Carissimi curatori di questo splendido sito!
Qualche mese fa un'amica d'infanzia di Avellino mi aveva segnalato il vostro sito, avevo immediamente visto tutto il possibile e mi ero ripromessa di scrivervi e di inviarvi qualche foto in possesso della mia famiglia, ma la pigrizia, il lavoro mi avevano fatto rimandare.
L'altro ieri la triste notizia della morte , a Udine, di Armo Agosto, glorioso portiere dell'Avellino degli anni '50 e carissimo amico dei miei genitori , mi ha spinto a scrivervi.
Nel 1949 il mio giovane papà Graziano, la mia giovane mammaLivia insieme ad una bimba di tre anni, che ero io, lasciarono un piccolo paese delle Dolomiti e, ricchi solo di speranze,di sogni, sbarcarono ad Avellino, rilevando un piccolo bar in via Matteotti, bar che si sarebbe chiamato poi Gelateria Veneta.
Forse ci saranno ancora degli avellinesi che lo ricorderanno!
L'impegno nel lavoro, le giovani bariste tutte venete, i buoni gelati ,il sorriso della mia bella e bionda mamma fecero in modo che gli affari andassero bene e la piccola Gelateria Veneta diventò l'incontro abituale di tanta gente, fra questi anche dei giocatori di calcio della squadra dell'epoca.
Fra i tanti ricordo alcuni nomi, oltre al mitico Armo Agosto, Giovannini,Renosto,Federici, Forte, Zanellato.........
Anche il giovane Ciriaco De Mita, allora alle prime armi, veniva a prendere qualche cappuccino da noi........
Io intanto crescevo, e trascorrevo un'infanzia meravigliosa, nel 1953 una splendida bambina Maria Teresa, la Mari della foto della neve del '56, arrivò ad accrescere la nostra famiglia.
Abitavamo in via Partenio, in un vecchio palazzo che non c'è più, vicino al ristorante O' Soldatiello, ah! le sue pizze e le fritture all'italiana!
Sotto il nostro appartamento abitava la famiglia di Pietro D'Ambrosio, tassista, meglio conosciuto come Picariello,lui , sua moglie,Anna, divennero subito i "miei zii", non dimenticherò mai il loro calore, il loro affetto.
la Villa, il cinema Giordano, dove mi portava papà, lo Stretto, la mia scuola elementare, la mia maestra Beatrice Capuozzo, la mia amica del cuore Rita Spagnuolo, che abitava all'interno dell'Istituto Agrario, ai Cappuccini,Il santuario di Montevergine, i fusilli che andavamo a mangiare a Mercogliano,le primi gite al mare verso Salerno,l'edicola di fronte alla gelateria, dove andavo a leggere il Monello, gli amici dei miei genitori e tante altre cose si affollano nella mia mente........
Abbiamo trascorso ad Avellino solo dieci anni, ma per me e per i miei, che non ci sono più, sono stati anni indimenticabili.
Mi farebbe molto piacere sapere se qualcuno ricorda ancora la mia famiglia.
Grazie per l'emozione che mi avete regalato
Liliana Mosena
via brenari 29/E
33100 Udine lilianamosena@libero.it
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come avrei voluto vivere negli anni 50!
come avrei voluto vivere negli anni 60!
come avrei voluto vivere negli anni 70!
come avrei voluto che il tempo
si fosse fermato negli anni 80!
dove' la semplicita' di una volta?
dove' la bellezza di una volta?
con affetto un avellinese doc da torino
salvatore esposito
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Salve! Voi proprio non vi rendete conto di quello che avete creato!
Tutta la famiglia è in subbuglio a riconoscere questo luogo o quell'altro,
quella o l'altra persona, mia madre è praticamente impazzita e tira fuori
foto su foto che vi devo mandare obbligatoriamente!!! :-))
Io personalmente vi ringrazio per aver pubblicato la foto di Enzo De Donato:
ricordo con nostalgia e affetto la libreria Book Show, gestita con eleganza
e gentilezza da lui e dalla sua mamma.
Inutile farvi i complimenti, meritatissimi, per l'idea, l'iniziativa, la
realizzazione e la cura. Vi ringrazio e vi rinnovo la mia stima.
Ida Maura Parziale
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Mi sono imbattuto per caso nel Vs.sito che mi ha emozionato e commosso.E' stato struggente rivedere immagini e persone che porto nel cuore ancora adesso che sono un arido cinquantenne. Non sono un avellinese doc essendo della provincia di Benevento ma ho vissuto ad Avellino (in via Francesco Tedesco al n. 454) dal 1962 al 1977,quindi dai 6 ai 21 anni:gli anni più belli della vita di un uomo)
Ancora adesso dopo 30 anni vissuti in Piemonte il mio accento non è beneventano ma avellinese.
Ancora complimenti e i più cordiali saluti.
Angelo Capocefalo
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Ho ammirato con molta calma e stima il sito, principalmente le foto
della nostra vecchia Avellino. Pur non essendo un avellinese puro in
quanto nato e cresciuto ad Atripalda, rimpiango le vecchie strade della
nostra vecchia città. Potrei scrivere fino a domani mattina, ma forse
sarebbe eccessivo. Possiedo molte cartoline di Avellino vecchia, se ne
avete bisogno per delle foto rimango a vostra disposizione per il
lavoro che avete fatto e per aver rispolverato dei veri sentimenti
chiusi da tempo .Vivo ad Avellino da circa 5 anni o meglio ho
un'attività commerciale nel vecchio centro storico di Avellino difronte
alla fontana di Bellerofonte(tre cannuoli).
Mi chiamo Piero Di Gisi, ho 35 anni e sono lieto di darvi un mio contributo.
Cordiali saluti e buon prosieguo per il vostro incantevole lavoro.- Grazie.
P.S. SI SONO VENDUTI E MANGIATI LA NOSTRA CITTA' CERCHIAMO DI RIPRENDERLA.-
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Salve, sono Gabriella Bianchi e mi occupo del sito di Ottopagine (ottopagine.it).
Volevo avvisarvi che ho segnalato il vostro splendido sito nella home di ottopagine. I miei complimenti personali: lo trovo di una dolcezza straordinaria.
Cercherò di essere abbastanza attenta da segnalare ogni novità
Chiedo scusa per l'"irruzione" nella vostra mail.
Complimenti ancora
Gabriella
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Ottimo, veramente ottimo!!!!
Vi ringrazio per avermi fatto scoprire parte di quell'Avellino che io non conoscevo.
Appena ho la possibilità di recuperare qualche vecchia foto dei miei nonni ve la invierò con immenso piacere.
Cordiali saluti Carlo Famoso
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Grazie per il momento di intensa serenità che mi avete regalato con queste immagini.
Se posso contribuire….ve ne spedirò qualcuna.
Saluti
Con estrema casualità ho riaperto una finestra sui ricordi di un passato sempre vivo…Immagini impresse negli occhi di chi vive lontano dalla sua città ma che conserva, con affetto, la luce, i colori e i personaggi della sua infanzia e custodisce i ricordi di una famiglia da quasi due secoli avellinese…
Con gratitudine.
Lello Romeo
Milano
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Mio padre (classe 1912)mi ha insegnato l'amore per la ns. terra, che verso
di Lui non è stato molto benigna. Contadino, nei terreni che oggi sono Rione
Parco, soldato nella guerra d'Africa del 1936, catturato dai tedeschi in
Albania, internato nei campi di lavoro in Germania, dopo una vita di duri
sacrifici, fu stroncato da un pirata della strada nel 2002. Tra i ricordi
che mi ha lasciato vi sono queste vecchie foto di Avellino, scattate dalla
sua casa colonica.
Potrebbero arricchire il vs. sito che visito con tanta curiosità e nostalgia.
Pietro de Vito
Avellino
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Serata d'autunno carica di promesse...
di pensieri, riflessioni, emozioni rare.
Una corsa sul sito, un tuffo nel passato,
la riconquista di luoghi perduti e
sensazioni sopite, forse dimenticate.
Una corsa alla radice del tempo,
uno squarcio sull'anima, un solo pensiero:
tutto ciò che è stato non può finire,
è in noi, tra noi e per noi.
Le lacrime scivolano leggere, lo spirito si rasserena.
Rare emozioni in questa sera d'autunno carica di promesse.
Lina Montuori
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Gentile Prof. Festa,
con mia grande meraviglia e con tanta commozione, cliccando sulle pagine del sito da Lei curato, ho trovato la fotografia della festa dei 18 anni di mamma (quella “Mimma” indicata sul retro).
In quel tenero ritratto dei primi anni ’60, ho ritrovato i volti di persone amiche che oggi sono molto cambiate; per una strana combinazione della vita, solo qualche tempo fa, risistemando le vecchie foto di famiglia, ne ho avute fra le mani alcune proprio di quella festa. Capirà che rivederla sul sito dedicato alla nostra città mi ha destato tanti bei ricordi e soprattutto tanta nostalgia di un tempo e di una vita, che pur non avendo vissuto, ho sentito vicini a me attraverso i racconti dei nonni che non ci sono più.
Quindi, non Le scrivo per manifestare un disappunto, ma piuttosto per rivolgerle un caro e sentito ringraziamento, indirettamente anche a chi Le ha fornito quella bella foto – rivelando un profondo affetto nei confronti di mia madre (Mimma Rotondi).
Ancor più sentito è il mio ringraziamento perché sono stata Sua allieva negli anni ’80 al liceo Scientifico “Mancini”; forse si ricorda di me anche se non ho mai brillato nelle Sue materie.
Colgo questa occasione per augurarLe buon lavoro, l’ispirazione per creare questo sito è sintomo di grande sensibilità – dote che non Le è mai mancata, difatti è uno di pochi Prof. che ricordo con affetto e simpatia -, rivelata anche nel Suo “nuovo” lavoro di scrittore a cui comincio ad appassionarmi dopo aver letto “Delitto al Corso”.
Cari, cari saluti.
Adele Sessa
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Ogni complimento sarebbe pleonastico! Non c’è che dire: è proprio una splendida idea, ragazzi!
Lo so che ragazzi più non siete…, ma lo spirito è quello giusto! I vostri nomi li ricordo tutti: qualcuno forse un po’ di più, come il “mitico” Franco Festa, professore di matematica quando al Liceo scientifico frequentavo la sezione E ed i miei prof erano Nino Agosta, Elio Vietri, Antonio Petruzzo, Edgardo Della Sala, Letizia Pelosi, ecc….
La scoperta del vostro sito è stata, oserei dire, … commovente; è come se mi si fosse spalancato davanti agli occhi, inaspettatamente, il libro dei ricordi…! Credo davvero che ognuno di noi debba sentirsi reclutato ed offrire spontaneamente il suo personale contributo alla ricostruzione di fatti ed eventi che costituiscono la nostra storia. Di più, penso che se anche in altre città sorgessero iniziative analoghe, sarebbe possibile difendere un patrimonio culturale di inestimabile valore e che, purtroppo, spesso si disperde in rivoli…
Un forte abbraccio
Salvatore Italia
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Ho scoperto quasi per caso questo sito. E’ davvero una splendida iniziativa, ho tante foto da potervi inviare spero di trovare presto il tempo per farlo.
Complimenti a tutti.
Emma Carulli
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Un carissimo saluto ai mitici amici
Pasquale Matarazzo
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Nel complimentarmi con i creatori ed ideatori del sito e dell'iniziativa, Vi invio questa foto presa dall'album dei ricordi di mio nonno, lavoratore della banca d'Italia ad Avellino. Sul retro della foto c'è scritto MERCOGLIANO 10 MAGGIO 1968; presumo che la foto si riferisca ad un pranzo di lavoro o per festeggiare qualcosa.
Sarei contento se fosse pubblicata, anche in memoria di mio nonno.
Ancora complimenti.
Cordiali saluti, Ing. Diego Mauriello.
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A corredo delle belle immagini del Monumento ai Caduti di Avellino, un tempo esistente
in Piazza Libertà, credo che sia opportuno integrare le foto con il testo allegato, così come
ricavato dai documenti d'archivio utilizzati per il mio volume "Memorie di Piazza Libertà",
al quale ha collaborato Rita Ercolino. Qualora la mia adesione alle Vs. iniziative siano ritenute utili
con immenso piacere dichiaro la mia completa disponibilià per altre collaborazioni, anche
in considerazione della mia consistente produzione storico-documentaria trattate sulle delle vicende del
passato di Avellino.
Cordiali saluti. Andrea Massaro
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Complimenti!!
consentire a tutti noi, a chi non è più ad Avellino o a chi c'è ma è distratto dal quotidiano, di ritrovare se stessi, i propri ricordi, la propria infanzia o quella dei propri cari attraverso questa condivisione di immagini e di sensazioni, qualche volta amare, è un'idea bellissima, e come tutte le idee semplici risultano sempre le migliori.
Alcune persone entrano nella nostra vita ed imprimono le loro orme dentro di noi, dopo la nostra vita non sarà mai più la stessa di prima.
Voi ci avete permesso di riscoprire qualcuna di queste orme.
Grazie.
Mimmo Fioretti
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Carissimi e Generosissimi;
grazie a mia sorella, sono riuscito ad " assaporare" uno squarcio, anzi...... una considerevole panoramica della mia adorata città che, sinceramente, un pò per l'età, ma anche per riconosciuta "ignoranza e pigrizia", mi mancava moltissimo!!!
Il Vs. sito offre, con garbo e semplicità, uno spaccato struggente, ma nello stesso tempo estremamente "caldo"- "attuale" e "confortante" di una realtà, come quella irpina, che non solo nel passato, ma anche recentemente, propone, per l'intera collettività nazionale, un tangibile contributo di saggezza, professionalità, competenza e genuinità!
Non è stato solo un momento, ma, quando mi avete fatto "gustare" indimenticabili ed interminabili momenti di di un "pezzo di vita" con il mio adorato, frizzante e giovane Papà Giovanni, la mia vita è stata lentamente, ma anche con tanta malinconia, fortunatamente...... "rivissuta" e "riassaporata"!
Ho "riassaporato" , oltre che "scoperto", Avellino che, purtroppo, dopo l'interminabile sisma dell'80, non c'è più!!!!!
Non c'è più quella spensieratezza, schiettezza ed ingenuità che mi portava a fare "lo struscio" con Enzo Maria, Romoletto, Paolo e
Yuri !!!!
Non esiste più, purtroppo, ma anche per fortuna, il Liceo Scientifico di Avellino che, per la severità e rigidità di tanti "benemeriti" professori, si è "tristemente" contraddistinto per tantissimo tempo!!
E che dire quando, insieme al fratello di un ns. indimenticabile Vigile Urbano, mi recavo allo stadio per ammirare le prodezze di Codraro, Palazzese, Pantani e del Mister Giammarinaro che prepotentemente lanciarono la Ns. Città in una realtà che, si sperava diversa e più viva, ma che nemmeno la serie B prima e poi la A sono riuscite, seppur minimamente, a "scalfire"!!!!
..... Purtroppo anche la " frizzante " e "delicata" aria dei Platani, è solo uno struggente ricordo, ma che, ripeto, grazie al vs. riposante, ben curato e "super attuale" sito, sembra quasi- quasi, ancora una bella ed attuale realtà che nessuno, nemmeno il tempo e le tragedie varie, cancelleranno dalla mia mente di "inguaribile irpino".
Grazie e..... non traditeCI MAI................ MAI!!!!!! PINO da Roma
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Quando la domenica mattina si passeggiava per il Corso per incrociare lo sguardo della ragazza che ti piaceva e riceverne, magari, quale fugace ricompensa, un breve sorriso e un cenno di testa, che ti facevano dire ( o almeno sperare ) che lei era la fidanzatina tua, che musica e che poesia liberava la nostra Città.
L’eleganza della gente, il gusto delle vetrine, i caffè splendidi e accoglienti, le carrozze e le automobili ( altro che isola pedonale! ) completavano l’affresco con i loro rumori, chissà perché, gioiosi e sopportabili.
E poi a Messa e poi ancora alla partita. E a sera tutti a ballare a casa di Gianni o di Michele o in una casa qualunque; oppure a cinema, quando i film erano quelli di Fellini, di Antonioni, di Pasolini, sui quali si discuteva per tutta la settimana successiva.
Altri tempi? Si, certamente. Ma senza eccessivi rimpianti, con la giusta dose di nostalgia che l’anagrafe impone, guardiamo al nostro Corso e alla nostra Città con gli occhi di oggi e con il cuore di allora.
In fondo la nostra Città è come la nostra donna, quella della vita insomma, che invecchia insieme a noi, ma che continuiamo ad amare nonostante l’età e l’inesorabile tramonto delle speranze più belle.
Bravi amici miei.
Uno di voi. Gigino Festa.
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Carissimo Architetto, ti debbo ringraziare per questo magnifico sito. Mi riprometto di inviarti vecchie foto con la speranza che le metterai in rete.
Cari saluti Peppino Serino Avellinese D.O.C.
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Solo da qualche mese abbiamo scoperto l’esistenza del sito da voi creato e spesso lo consultiamo perché vivendo lontani da Avellino da trent’anni, attraverso le immagini che inserite, ci date la possibilità di rivedere e rivivere luoghi a noi familiari che, pur ritornando periodicamente, non ritroviamo più, per i cambiamenti che la città ha subito e che hanno stravolto l’estetica che la rendeva tanto bella.
E’ stato piacevole anche rivedere le vecchie foto di persone conosciute personalmente o di vista.
Grazie, dunque, per le emozioni che riuscite a farci provare riportandoci indietro nel tempo. A tal proposito, alleghiamo a queste righe alcune fotografie che se ritenete opportuno, potete inserire nel sito.
Un saluto particolare al caro cugino Pino Bartoli e agli amici e compagni di scuola Enrico Cammino e Mario Spagnuolo.
Sergio Iannaccone e Rita Mastantuoni
I più grandi complimenti per il vostro sito, album di ricordi collettivi – da me personalmente mai vissuti, data la mia età – ma che a me sono state trasmessi da parte di chi è venuto prima… con la nostalgia profonda per la città com’era e la delusione per la città com’è, tanto, troppo più brutta…
Continuate a inserire foto, non bastano mai.
ALBERTO TRISTANO
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Caro Mario,
Complimenti! Tu e i tuoi amici avete realizzato con cura e intelligenza una idea molto interessante e piacevole. Ma ciò che mi ha colpito di questa lavoro è che da ogni foto, da ogni didascalia trapela l'amore che voi avete per la vostra città, che sentite come una eredità trasmessa dalle vostre famiglie. E, contemporaneamente, è cercare i propri genitori, le proprie famiglie, le proprie radici attraverso le immagini di Avellino.
Io, come ovviamente puoi capire, non posso vivere allo stesso modo questo grande amore. E’ vero che una parte di me viene (e lo sento) da Avellino, ma non ci ho mai vissuto e non posso certo capire come certi angoli della città e certe strade siano cambiate. Questo “esercizio”, ovviamente lo faccio con Roma. Se sommo tutti i giorni in cui sono stata ad Avellino, credo di non arrivare a 30. Mi è molto piaciuto, comunque, vedere le foto della mia famiglia, gli zii giovanissimi e quasi irriconoscibili!
Mi ha colpito molto rivedere la casa in cui si è formata la nostra famiglia, dove sono nati i nostri genitori, dove sono stata quando era molto piccola e che, forse per questo, ricordo molto bene. La ricordo come una casa “strana”, molto diversa da quelle che ero abituata a vedere, per le stanze una dentro l’altra, la cucina con il fuoco a legna, e il “cesso”: uno stanzino con un “terribile” buco al centro! La camera da letto di nonna, in cui ci ospitava, era monumentale, tutta scura, con dei putti e tante tessere di madreperla incastonate nel legno. Papà mi spiegava che era considerata all’epoca del matrimonio dei nonni, una camera da letto molto preziosa. Figuriamoci il valore che avrebbe oggi!
Ti ringrazio per avermi regalato questo affresco “del tempo che fu”, e avermi fatto avvicinare ad un passato che pur mi appartiene per sempre.
Gabriella.
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Da Buenos Aires per noi questa e.mail:
Avellinesi.it:
He visitado varias veces el sitio Avellinesi.it y ahora que tengo tiempo, lo haré más a menudo. Las fotografías son muy buenas, pero me gustaría encontrar algunas de mi familia. También sería importante poder ver algún video de la región para mostrar a mis amigos (tal vez sea mucho pedir). El sitio es muy agradable y va progresando: mis felicitaciones!!!
Amadeo Cammino amadeocammino@yahoo.com.ar
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Cari amici, avete ricordato Radio A3,
Allora, come esclama Alberto Sordi davanti al piatto di maccheroni,"m'avete provocato, m'avete provocato",
dico la stessa cosa perché ho un pezzetto di memoria da recuperare a proposito di questa radio.
Forse "loro" non ricordano nemmeno di aver ospitato nella roulotte a Valle, 4 ragazze che facevano una trasmissione , che non avrà avuto nessun ascoltatore,
dato che era di letteratura e veniva trasmessa alle 8 di sera e girava e voltava solo dischi francesi: Jacques Brel, Juliette Gréco, Charles Aznavour, Léo Ferré
e altra musica, che il fidanzato di una di noi cercava tra i suoi moltissimi 33 giri di tutt'altro stile.
La trasmissione, grazie alla tolleranza di quei ragazzi, andò avanti non ricordo per quante volte.
L'avevamo intitolata " Noi e il libro"-incontri di carta- e si apriva sulle note di "Un americano a Parigi"di Gershwin ( abbiamo ancora alcune cassette registrate).
La mie amiche, soprattutto due, si applicavano moltissimo, ci ingegnavamo tra "Tuttolibri", i testi di letteratura, e l'antologia del 900 di Sanguineti.
Io lavoravo di meno, mi piaceva leggere Gozzano Palazzeschi e Prévert, loro si impegnavano sulla critica letteraria,
su Buzzati, Vittorini, Trilussa, Henry James e Oriana Fallaci! Che sognatrici eravamo!
La trasmissione finì, come finiscono tutte le cose, ma anche perché venne meno l'amica con il fidanzato melomane, ci furono tagliati i dischi e non potevamo continuare a propinare la musica francese che piaceva solo a me. (erano anche gli unici dischi di cui disponevamo)
Mi sono sempre chiesta come mai non ci avessero cacciato. Fu una bella, appassionante esperienza, voglio ringraziare quei "ragazzi"che ci permisero di farla.
Sempre liamarga@tin.it
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7-10-07
Caro prof.(Bartoli),
non immaginavo che il sito di cui
tanto lei parla "avellinesi.it" fosse così
straordinariamente caratteristico e descrittivo
delle nostre radici etniche, culturali e sociali.
Oggi epoca della globalizzazione e dell'alta
tecnologia, sembra che nessuno si riconosca in un
passato difficile, di dolore e di sofferenze alle
quali i nostri antenati hanno saputo tener testa
soprattutto nel secolo delle grandi guerre: il '900.
Spero che questa puntura di passato restituisca le
fondamenta a tutti coloro che le hanno perse, o
volutamente distrutte.
Se le posso dare del tu (spero di si!) continua così
prof!
GRAZIE Carmine Govetosa I^ A
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Le
fotografie le ho viste tutte, i mille pezzi di
muri di una volta, li ho cercati da ogni parte,ma
oggi intravedo solo buche che non so se saranno
mai coperte. Nella mia città si è perduto tutto,
ogni cosa ormai sembra cupa, la voce della gente
comune non ha ascolto, gli intellettuali dormono,
le critiche sui giornali sono banali, cercano di
fare solletico ai destinatari, e la speranza si
perde sul binario del vago.Ma è possibile che io,
uno qualunque, vedo e il resto ha gli occhi chiusi
e che l'unica cosa che spero è di vedere che
finisca questa tragedia chiamata silenzio.Che
belle foto, che bella gente, che tristezza questa
mia città di oggi.
clecar1@alice.it
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Ringrazio CHI mi ha tenuto ancora in vita.
E allora ho capito che Voleva farmi partecipe di quelli che eravamo, ma noi siamo, non quello che tanti illusi pensano che non siamo.
Che magnifica parola AVELLINESI
geppino imbimbo
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Cari amici,
Che emozione vedere la foto del mercato!
Ormai è un gesto quotidiano aprire il vostro sito,
leggere di altri,
recuperare pezzi di memoria creduti perduti.
Ogni città italiana che si rispetti ha la piazza
mercato o la piazza delle Erbe,
in Francia in piccoli e grandi paesi le piazze del
mercato
erano tra le prime cose che ci piaceva visitare
tra i mazzetti di verdura, lavanda e caprini
fare la conoscenza di un mondo di cui gli abitanti
si sentivano fieri,
perchè era la loro vita, le loro radici,
la terra che li aveva generati.
Perchè son nata in un altro paese?
liamarga@tin.it
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Intendo complimentarmi sinceramente per la realizzazione del vostro sito. In una città dove non si fa mai nulla o dove troppo spesso nascono iniziative prive di senso, finalizzate alla tutela di interessi particolari e logiche di potere, un sito intelligente come il vostro non solo non passa inosservato, ma lascia ben sperare per il futuro. Guardare al proprio passato è sempre la via migliore per costruire il proprio futuro. Per questo, credo, il vostro sito risulta così stimolante e vivo. Non solo curiosità, ma anche cultura, la cultura popolare ma profondamente vera del “come eravamo”. Ancora complimenti e auguri sinceri.
Francesco Pionati
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krodes@freemail.it
Qualche settimana fa ero a casa, nella mia stanza quando all’improvviso sento mia mamma e mio padre ridere,urlare frasi del tipo “guarda questo” “te lo ricordi” “è lui” oppure “guarda com’era il corso” “che bella piazza libertà”……..Incuriosito vado da loro e li trovo praticamente ipnotizzati davanti al computer a guardare foto in bianco e nero. Chiedo “ma che foto sono?” e mio padre in preda ad un entusiasmo mai vistogli risponde “hanno fatto un sito, è bellissimo, ci stanno tutte le foto vecchie di Avellino e degli avellinesi, c’è tutta la mia generazione….in una foto ci sta pure tuo zio da piccolo alle scuole elementari……..” ed io “e come si chiama stò sito?” www.avellinesi.it Torno in camera e scettico mi dirigo sul sito. Incredible! Resto anch’io ipnotizzato a guardare centinaia di foto della mia città. E mi trovo ad osservare luoghi che frequento o ho frequentato quotidianamente com’erano 50 -60-70 anni fa. E sento un brivido attraversarmi. Il vedere i ragazzi di allora, oggi padri e nonni, mi fa vagare con la mente, vorrei poter anch’io ricordare e rivivere quegli anni, mi sforzo di farlo ma ovviamente non posso. Guardando le foto scopro vecchi eventi della città di cui non sapevo nulla e sono contento di poter costruire così la mia memoria storica e visiva. Leggendo le lettere sul sito mi accorgo anche di uno spirito diverso che percorreva la città e gli avellinesi. Spirito distrutto insieme ai palazzi,le strade, insieme a molti di quei luoghi delle foto, da quel maledetto terremoto dell’80. E mai più ritornato purtroppo. Oggi la città vive una fase di decadenza….ma questa è un’altra storia…….o forse no….forse è il proseguimento di quella delle foto…….una storia che però mi piacerebbe si potesse reindirizzare verso quei tempi. Mi piace pensare che questo sito possa stimolare la creazione di un nuovo flusso positivo che aleggi sulla città, un flusso che possa essere generato dai ragazzi di allora e da quelli di oggi che, come me, sono rimasti affascinati nell’ammirare le foto e che forse, grazie a queste, hanno un po’ più salde le proprie radici. Un grazie di cuore a chi ha messo su il sito e continua ad aggiornarlo, aggiungendo quotidianamente nuovi scatti, arricchendolo (arricchendoci) di aneddoti e particolari sconosciuti o dimenticati.
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http://s3ldon.wordpress.com/2007/09/13/wwwavellinesiit/
Volevo complimentarmi con Voi, per la bellezza del sito, e per i suoi contenuti.
Ci sono tantissimi ricordi di vita vissuta : io ho trovato la foto di mio padre seduto d’avanti al bar Lanzara e le foto dei miei vecchi compagni di scuola e a tal proposito, vi voglio mandare la foto della classe in gita scolastica, sono gli stessi compagni che si vedono nelle foto spedite dal Dr. Sabino Basso.
Grazie di cuore, Ettore Galasso
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Qui una riflessione sulle notti di ieri e le notti bianche di oggi
Qui una replica
QUI LA CONTROREPLICA
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Volevo complimentarvi con voi per questo sito straordinario. Sono un ragazzo avellinese di vent'anni, e vedere il Corso, Piazza Libertà, il Palazzo della Dogana, in fotografie di sessanta, settanta anni fa, mi fa venire un tuffo al cuore. Vedere la nostra città cambiata, purtroppo in peggio dopo il terremoto mi fa una rabbia dentro che non potete immaginare! Comunque, grazie di cuore, purtroppo non ho materiale da offrirvi in proposito, ma non si sa mai. Continuate così. Ciao :)
Luigi MAFFEI
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Volevo complimentarmi con Voi per questa bellissima iniziativa volta a
far ricordare chi ha superato gli anta e a suscitare curiosità in chi,
come me, non ha mai visto l' Avellino degli anni passati perché troppo
giovane. Sono un ragazzo di Monteforte Irpino, ex alunno del buon Prof.
Festa, addetto al gesso, al caffé e al cornetto a marmellata del bar
Tony da dividere a metà , e amico del dott. Montefusco, che vuole sempre
qualcuno di buona forchetta che sopperisca alle carenze alimentari del
figlio Sandro. Enorme è il piacere di vedere luoghi per me ignoti, che
se oggi esistessero ancora sarebbero davvero centri storici da
salvaguardare, e che invece, grazie a San Terremoto, come qualcun altro
vi ha scritto, non esistono più. Guardo le foto e penso al mio paese, a
questo prolungamento della città che ormai non ha più¹ una propria
identità , che non ha più un centro storico e che mi fa incazzare ogni
volta che lo attraverso, perchè col mio territorio, con le mie montagne,
le mie valli e con la mia acqua ho pagato ville, suv e sorrisini
beffardi a quattro traffichini che si cibano di asfalto e mattoni. E
pace e bene se non esistono più chiese, fiumi e alberi, l' importante è
che cresca la panza dei commendatori. Fortuna che al mondo esiste
ancora chi, come voi, non ha bisogno di ville, suv e sorrisini beffardi
per sentirsi appagato; spero anch'io, un giorno, di essere come voi.
Vi saluto con affetto, Giuseppe Forino
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A tanti chilometri di
distanza dalla mia città, è bello aprire questo
sito e rivedere, con un pò di commozione, il "mio"
corso, la "mia " villa , il "mio"
liceo ........insomma rivivere nella mente i venti
anni. Grazie
a tutti voi da un avellinese che da tanto tempo
vive in Piemonte e che non ha mai
dimenticato la sua città.
Gennaro Rumiano
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Mi associo al
coro di elogi che già
avete ricevuto.Avendo letto le missive,è
nato in me l'irrefrenabile desiderio di
rassegnarvi il mio pensiero sulle condizioni
attuali della nostra città.Quasi tutti,con
l'animo lacerato dalla nostalgia di come
era Avellino,rimpiangono la città di
una volta.Ma,come ha detto qualcuno,il culo è
sempre più roseo! La nostra vecchia Avellino
ha iniziato il suo declino molti decenni fa.A
differenza di altre città di provincia del
centro-nord e anche del sud (es.
Benevento),da noi non è mai esistita una
politica tesa alla conservazione del
patrimonio storico-culturale della città.Le
abitazioni del centro storico,col passare
degli anni,senza alcuna manutenzione,sono
diventate sempre più malridotte,fino a
diventare dei veri tuguri.Così,senza grandi
clamori,si è persa gran parte dell'antico
patrimonio,fino ad avere,diperso a macchia di
leopardo sul territorio urbano,qualche
edificio di storico interesse.Poi venne il
sacco edilizio che si distinse in due
sezioni.Da una parte quello pubblico con la
costruzione di alloggi popolari in quartieri
ghetto (es. S.Tommaso),nei quali venne
traslato il sottoproletariato di S.Antonio
Abate,dei bassi del centro storico e della
parte più malandata del capoluogo.Dall'altra
quello privato con la cementificazione
selvaggia dell'area agricola adiacente al
centro.Da quest'ultima,gli amministratori di
allora fecero nascere gli aborti urbanistici
di via Guarino,via Vasto,via Tagliamento,via
Piave,ecc..Entrambi,però,produsserro un
effetto domino.Infatti,le vecchie
abitazioni,abbandonate a se stesse,divennero
terra di tutti e di nessuno e subito vennero
occupate,molto spesso in maniera artefatta,per
ottenere un nuovo alloggio popolare.Così,il
centro storico della città raggiunse il punto
più alto di degrado,fino a diventare in alcuni
casi dei veri e propri dancing per ratti
norvegesi (ci'abbalavano 'e zoccole).Poi,come
per una catarsi annunciata,il terremoto
dell'80 ha sistemato definitivamente la
questione,travolgendo quello che ostinatamente
alcuni chiamavano e chiamano ancora centro
storico.Con la ricostruzione,con i
finanziamenti pubblici,è accaduto il
miracolo!
I vecchi proprietari son tornati ad abitarvi o
a speculare sui nuovi immobili,erigendo
dappertutto statue di Padre Pio,forse perchè
non esiste S.Terremoto.E la storia
continua.Oggi,qualche pezzo che è rimasto
aspetta la prossima scossa o altro incidente
per crollare,come il palazzo accanto
all'edificio-mostro Pepere.Oggi,un
ruscello,chiamato impropriamente
fiume,maltrattato da molto tempo sia dai
cittadini sia dall'incuria degli
amministratori,è diventato una discarica e una
cloaca a cielo aperto.Come per il
passato,quando tutto è compromesso,gli
ecologisti abbaiono alla luna.Ma questo è
il meno.Quello che fa più male è vedere i
responsabili di questo disastro
vestire i panni di curatori fallimentari dei
propri fallimenti.
Ciao.Elio Vietri
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Leggendo il Corriere dell'Irpinia, mi ha incuriosito visitare il vostro sito.
E navigando, navigando mi sono anche trovata, Festa dell'Unità 1974.
Avevamo messo su una bancarella di libri,
niente di nuovo, senonché non ci eravamo fermate ai testi "sacri", alla saggistica.
Nelle librerie della città frugammo non solo tra i testi di politica, circolavano pure quelli,
ma tra quelli di "letteratura", "romanzi" scritti da donne .
Così scoprimmo Alba de Cespedes, Anna Banti, e tante altre italiane e straniere.
Accanto al giornale "Noi Donne"circolava letteratura.
Le belle e care immagini, le parole, della vostra iniziativa le ho amate e apprezzate,
ma qui mi sarei fermata e mi sarei "taciuta"come di solito faccio.
Ma lo straniamento che produce il nuovo volto di questa città,
i luoghi spariti e con essa pezzi di identità svenduta,
hanno risvegliato in me l'animale politico mai sopito,
il bisogno di dire e condividere, raccontare.
E' il secondo motivo per cui vi scrivo,
perciò mando anche a voi uno scritto,
che "fotografa" il presente,
ma allude fortemente alla città
che non c'è più, non per dolersi e basta.
Cordiali saluti,
Lia Sellitto
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Gentili signori,
visito da tempo il vostro sito, i miei occhi molte volte
si soffermano su immagini familiari, e comunque, tutto
ciò che non riguarda la mia esperienza vissuta, coinvolge
la mia memoria di appassionato di storia e di tradizioni
locali.
E' un documento visivo, condotto con eleganza e
continuamente aggiornato,
nei racconti, e con le fotografie di persone e di cose.
Più che alla " Ricerca del tempo perduto " di cui parlava
Proust,mi rasserena che avete concentrato l'attenzione sulla "Raccolta di
momenti e immagini del tempo passato".
Ho studi in Economia e Commercio, svolgo la
professione di consulente immobiliare e aziendale per
vivere bene, ma la mia cultura è letteraria e storica.
La storia non è il ricordo, ma il presente di ciò che
è stato;la letteratura è invece, il laboratorio nel
quale le vicissitudini dell'uomo sono trasformate in parole
scritte.
Credo nell' aspetto sociale della vita, per cui questo mio
modo di vedere e di fare si riflette anche nella mia
professione.
Sono contento della vostra iniziativa e, con orgoglio, ne
favorirò la divulgazione con ogni mezzo.
Cordialmente Vi saluto.
Vittorio CONCAS
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Desidero farvi i miei piu' sentiti
complimenti per il lavoro che avete svolto restituendo attraverso il web la
memoria "storica" ad una città che piu' memoria non ha. Da avellinese puro
mi sento profondamente ferito nell'orgoglio per tutti gli scempi che
quotidianamente si compiono e si propagano nella nostra città.Il capoluogo è
violentato dal profondo ma non sono qui a ricercare colpe o a puntare il
dito contro qualcuno: in coscienza sappiamo tutti a chi vanno imputate le
tante, troppe, infinite responsabilità. Altresì mi rendo conto di quanto
menefreghismo, lassismo ed incuranza ci sia da parte di tutti e naturalmente
soprattutto da parte di chi non ha conosciuto la memoria libera e spontanea
di questa città. Memoria oramai andata letteralmente e decisamente persa in
tutti se non in coloro che hanno ancora il coraggio e la voglia di credere e
pensare che le cose possano cambiare. Vi sono profondamente vicino in questa
opera di ricerca di identità da una parte e di ricostruzione civile e morale
dall'altra. In ogni momento potete contare sul mio contributo. Piccolo o
grande esso possa essere. Con affetto,
Eugenio Corsi
www.eugeniocorsi.it
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Il sito è magnifico complimenti.
Noi sicuramente abbiamo un' anima, loro si chiudono nella loro "turris eburnea" e non ascoltano, non pensano.
La città pensata è un utopia ne ho avuto l'esempio quando su una mia idea insieme all'arch. matassa realizzammo il progetto che può vedere nell'home page del mio Blog, per idee fuori dal comune.
ebbene scelsero non un opera architettonica, ma un impianto di illuminazione della città (realizzato con power point)di un ing di Salerno.
Questo è il livello.
Un abbraccio e un saluto ai suoi amici
Pasquale Matarazzo
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Davvero complimenti per quanto avete realizzato.
Sono avellinese, nato e cresciuto in Via Mancini, trasferito a Roma dal 1964 e ho sempre seguito la vita della mia città natale sia in prima persona sia attraverso giornali ecc.
Ho visitato il sito e guardando attentamente le foto ho riconosciuto …,………..,…… l’ostetrica che mi ha fatto nascere, oltre ad altri vecchi amici quali Pippo De Jorio, Camillo Marino, Ernesto Maglio, Costantino Pepe.
Penso che sarebbe bello se le foto di gruppo da voi pubblicate fossero corredate dai nomi delle persone che si riconoscono in quelle foto come penso che potreste ampliare il sito con una rubrica dedicata alla ricerca di vecchi amici, compagni di scuola e via discorrendo.
Sarebbe altrettanto simpatico pubblicare (legge sulla privacy permettendo) a titolo di ringraziamento anche il nome di chi le ha messe a disposizione.
Dispongo di foto di eventi da mettere a vostra disposizione: Laceno d’Oro con Camillo Marino, Giacomo d’Onofrio e personaggi cinematografici; foto di gruppo delle mie scuole elementari (al Palazzotto dal 1949 a 1954) ed altro ancora. Mi occorrerà solo un po’ di tempo per riordinarle ma non è questo il problema. Purtroppo non dispongo di uno scanner per spedirvele per cui nel corso di una delle mie visite in Avellino potremo incontrarci per farvele riprodurre.
Se la proposta è di vostro gradimento consideratemi a disposizione.
Cordialmente,
Vincenzo (Enzo per gli amici) GENOVINO
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Salve a tutti, mi chiamo Domenico ho 58 anni e sono di Avellino, ma vivo da 30 anni in provincia di Napoli.
Volevo innanzitutto complimentarVi con Voi per il bellissimo sito, guardare tutte queste foto mi ha fatto
ricordare i tempi della mia infanzia, i luoghi in cui sono
cresciuto, i posti che hanno accompagnato la storia della
mia vita. E' stato molto emozionante poter rivedere le
immagini di luoghi che ormai non ci sono più, che sono
stati trasformati dal progresso, ma che io porto sempre
nel mio cuore. Questa è sicuramente una bellissima
iniziativa culturale, che risveglia l'amore per la città
anche e soprattutto nelle persone che vivono fuori e che
come me soffrono un pò di nostalgia. Quindi complimenti
di nuovo e continuate a arricchire il sito di foto. Forse
anch'io dovrei avere delle foto ricordo, soprattutto della
scuola. Per favore fatemi sapere come posso inviarvele,
nel caso dovessi trovarle. Anche se vivo a Napoli,
Avellino è sempre nel mio cuore, non solo come città,
ma anche come squadra di calcio..Forza Lupi. In attesa di una vostra risposta, Vi rinnovo i complimenti per il
sito..sono queste le iniziative che fanno bene alla
città di Avellino e ai suoi abitanti. Distinti Saluti. Domenico
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Ciao a tutti,
complimenti per la bella idea che consente a noi
(ultra)cinquantenni di ritrovarci fra le foto del nostro
tempo ed aiuta i giovani a comprendere ed amare questa
città che ha perso la sua identità. Un affettuoso
augurio a tutti ed un affettuoso abbraccio a Pino Bartoli amico
> degli anni della spensieratezza.
Avanti tutta !!!
Giovanni Melchionne
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PUR NON ESSENDO UN PUROSANGUE IRPINO MI DEVO COMPLIMENTARE
PER IL LAVORO SVOLTO
UN BRAVO A TUTTI VOI PER AVER AVUTO LA SENSIBILITA' DI
LASCIARE PER LE FUTURE GENERAZIONI UN ARCHIVIO ELETTRONICO
DI GRANDE VALORE E DI GRANDE QUALITA'
COMPLIMENTI
Dott. Sabino Basso Amm. Unico / Basso Fedele e Figli srl
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Grazie di questa nuova pagina web ,ci mancava per i " navigatori " avellinesi , anche per chi ha superato la soglia dei 40 anni . Ricordare Avellino di quei tempi fa sempre piacere . . Grazie , e auguri di nuovo ,
Capozzi Giuseppe
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Salve, sono Simona Sarno ed invio questa e mail prima per
complimentarmi per la Vs. iniziativa e poi per chiedere informazioni in
particolare su una foto.
Mi riferisco alla foto che sta nella sezione
compagni di scuola e precisamente la terza a destra della sezione liceo
scientifico anni 50.
La ragione è che in questa foto c'e' anche il mio
papà, Walter Sarno (il terzo da sinistra nella fola centrale).
Mi chiedevo chi l'avesse messa a disposizione, presumo un figlio di
qualche compagno di scuola di mio padre. Non mi dispiacerebbe
conoscerlo e fare due chiacchere.
Grazie, mi impegnerò a mandare altre
foto.
ciao
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In certi momenti, spesso lunghi periodi di settimane o mesi, le cose paiono accordarsi, congiurare addirittura, per provocare reazioni e comportamenti, che aspettano solo un innesco per manifestarsi, forse per raggiungere la temperatura critica, come nelle reazioni chimiche. Il concetto è più comprensibile ricorrendo a un’altra similitudine, più biologica: alcuni processi metabolici hanno bisogno per avviarsi o completarsi, di catalizzatori (enzimi) che ne riducono i tempi, rendendoli compatibili con quelli brevi della fisiologia degli organismi viventi.
Negli ultimi due anni ho subito situazioni in ospedale (il famoso “disagio medico”, di cui parlano i nostri sindacati di categoria, sarà questo?). Mi occupo di tiroide in particolare e lo faccio avendo percorso un tratto lungo il quale mi sono tirato dietro il mio approccio personale alla vita ed alle cose in generale; come tutti quelli che s’incamminano e procedono. Chi mi conosce da lungo o breve tempo, o mi conoscerà in futuro, potrà alla fine dirlo buono, passabile, insufficiente o pessimo. Nel preistorico 1972, dopo la maturità, mi distolsi quasi subito dall’interesse che avevo avuto per la politica militante negli anni cruciali intorno al 68. La grandissima (oggi mi sento di dirlo) preside Costanza Convenevole mi disse, molto tempo dopo, da adulto riconosciuto e di “successo”, che ero stato un capopopolo (minore) studioso, simpatico e educato di un’epoca che voleva cambiare il mondo e finì, invece, per avvoltolarsi nelle maglie di contraddizioni, incomprensioni ed impossibilità enormi. Allora, riconosco oggi, si dicevano ed ascoltavano vagonate di cazzate. Alcune delle cose di allora, però, hanno marchiato in modo indelebile me ed altri che conoscevo, ricordo con piacere ed anche incontro oggi per lavoro, loro o mio. Persone che scorgo in vecchie foto, come quelle sul sito www.avellinesi.it. Alcune di queste foto hanno giocato il ruolo degli enzimi di cui parlavo prima. La cosa più importante impressami a fuoco nel cervello da quei tempi, e che ancora è inalterata in me, è una visione del mondo (forse ci riesco ancora a scriverlo in tedesco, provo: una Weltanshauung) per cui la vita è da prendere, possibilmente, in modo piacevole, ma è sempre un fatto serio, come la giri e come la volti. La nostra e quella degli altri. Questo ha implicato per un criterio di giudizio del grado di positività, fino al massimo grado d’eroismo, delle persone che ha sempre fatto riferimento alla loro capacità di far prevalere su vita e bisogni propri quelli degli altri, o, almeno, di considerarli. Se la vita è un fatto serio ed irripetibile, ognuno può e deve viverla in modo consapevole, cercando di non sprecarla e, nel contempo di non accumulare rimpianti. Un’altra acquisizione di allora è che non esiste niente di immutabile per definizione. Non è vero che non serve affannarsi a cambiare brutture e/o storture del vivere civile. Sempre a quegli anni risale la convinzione piena che è un dovere tentare il governo delle cose per cambiarle o spingerle nella direzione degli onesti, di quelli che, prove alla mano, dimostrano di non avere intenzione di far prevalere i propri egoismi, prepotenze e deliri di onnipotenza su tutto.
Un altro enzima operante in me in questi giorni è un editoriale del prof. Mansi, mio relativamente nuovo, ma caro vecchio amico. Il titolo è: Il Futuro non è più lo stesso, pubblicato sul Bollettino Elettronico dell’Associazione Italiana di Medicina Nucleare con osservazioni e divagazioni sue sul futuro dei giovani medici nucleari (www.aimn.it) per chi volesse leggerlo. Laureato, poi specializzato (vedete voi quanto tempo) sono entrato nel mondo della professione, e mi sono ritrovato di nuovo caporione, sempre per necessità, dal mio punto di vista, per un periodo breve. Ho scritto volantini e giornali, mi sono immaginato ed indicato percorsi di pace e di “guerra” nella vita professionale, ho preso iniziative, al tempo finite anche sui giornali nazionali. Sono stato (per poco tempo) prima presidente dei giovani medici, poi più giovane Consigliere di Ordine dei Medici d’Italia. Erano passati 10 anni dai banchi del Liceo, dalle lezioni di Freda o di Flores, o di Marinari e dai rimbrotti nei corridoi di Pulzone o…, ma, guarda caso, le persone che ho incontrato e mi hanno affiancato in questo secondo percorso erano ancora quelle, le stesse che ritrovo sulle fotografie di quegli anni lì. Io non amo gli amarcord fini a se stessi. Credo che il parlarsi ed il vedersi tra vecchi compagni e amici, nemici, magari anche avversari ha senso se la strada comune non si è completamente interrotta, se sono rimasti accesi contatti o possibilità, anche piccolissime, di muovere ancora passi comuni, in una qualsiasi direzione, ma nell’attuale. La ormai riguardevole età (sigh!) che abbiamo raggiunto quasi tutti noi ex-giovani-qualche cosa, comporta che incontri forzati possano solo avere effetti negativi, che guastano i ricordi felici ricoprendoli con immagini nuove, sconosciute, estranee perché non più assumibili, elaborabili e fatte proprie dalla mente.
Vedere i volti di ex amici e compagni di vita, di qualche vecchia fiamma, di riconosciuti maestri e riferimenti sulle foto del 1972, ha avuto per me il senso di una risposta, mi ha dato l’indirizzo cui rivolgere un vecchio appello all’innovazione, al cambiamento, al tener duro, alla resistenza all’andazzo ed alle frasi tipo: “ma tanto così è, così va il mondo, che ci vuoi fare”, o “dai, devi pazientare, succederà quello che vuoi prima o poi”, inaspettatamente pronunziate anche da qualcuno che ritenevo mio fratello o della mia stessa razza. I ragazzi puliti di allora sono oggi a pieno titolo nel mondo, anche in posti di prestigio e di potere. Nei volti fotografati allora ho riconosciuto amministratori pubblici e privati, Direttori di Banca ed amministrativi, primari, giornalisti, ecc. di oggi. Io so che possono, se vogliono, fare da baluardo contro il pressappochismo e l’appiattimento. Che possono ridare speranza e capacità di manovra agli onesti. Possono (devono, secondo me) alzarsi, stare dritti in piedi e comportarsi secondo la loro concezione del Paese, della città, del mondo. Possono e devono gridarla forte la loro interpretazione della vita, per migliorare al possibile le cose e diventare una moltitudine di “angeli” e di riferimenti per la collettività. In modo disinteressato, come quando erano “pescetti da cannuccia”, a scuola, non ancora grossi tonni come adesso. E dovrebbero, secondo me, anche trovare il modo (un circolo, un bar, un cineforum, un salotto privato, un pulman in gita perenne per musei), per parlare tra loro, come in passato, per fare opinione, esprimere le loro valutazioni degli eventi e delle cose attuali. Per dire la loro e possibilmente farla contare qualcosa.
Raffaele Golia D’Augé